Il Laghetto del Frassino e il suo risanamento attraverso le acque del Lago di Garda
Andrea Crobu di Crobupics, che ringrazio, mi ha inviato questa incredibile foto, scattata durante un viaggio aereo, proprio mentre sorvolava il Lago di Garda, sopra Peschiera.
Da questa altezza si nota benissimo il Canale di Mezzo passare al centro dell’isola fortificata pentagonale, circondata dalle acque del Garda che, da lì a pochi metri a sud, diventeranno fiume Mincio.
L’immagine mi ha colpito subito anche per i lavori TAV, paralleli all’autostrada A4, si notano grazie allo stacco cromatico del terreno in lavorazione, così come per la collocazione del Laghetto del Frassino e la sua proporzione rispetto il Garda.
Conosco, come molti di voi, le sue caratteristiche naturali, la sua importantissima biodiversità faunistica e floristica, così come le presenze palafitticole dell’età del Bronzo. Ciò che mi fa guardare questo laghetto con occhi diversi è però la sua situazione sotto il livello dell’acqua, davvero preoccupante, come si evince dai dati ARPAV.
Il suo livello di eutrofizzazione e stato di salute è in stato critico e la presenza ittica versa in difficoltà, quando una volta, come mi raccontavano coloro che lo frequentavano già 60/70 anni fa, era ricchissima e prospera.
Ma i motivi precisi che hanno portato a questa situazione?
Ci sono svariate ipotesi, che come tali rimangono, che partono dai lavori di realizzazione della autostrada A4 (il tratto Brescia-Padova fu inaugurato nel 1962), agli sversamenti industriali, civili e agricoli nelle zone vitivinicole confinanti, ecc…ma l’unica certezza è che oggi il Laghetto del Frassino soffre e il suo “malessere”, come detto, origina da vari fattori, ma forse una delle poche cose chiare è che questa malattia, se così vogliamo chiamarla, avrebbe una cura.
Qualcuno potrebbe anche pensare, avendo il Garda lì in fianco, che sia una perdita di tempo o superfluo occuparsi di questo piccolo laghetto, in quanto già gode di tutele e protezione più del Garda, è infatti già oasi naturale di protezione, inserito nella direttiva Habitat 94/43/CEE come zona S.I.C (Sito di Interesse Comunitario) e sede di migrazione di molti uccelli, anche rari…quindi se l’acqua non è perfetta, non conta poi tanto alla fine perchè c’è dell’altro che lo valorizza e ci si può accontentare…sbagliatissimo a parer mio! Il concetto, in questo caso, credo sia il seguente: perché non riportare il Laghetto del Frassino come era un tempo, affinchè possa anche asservire interessi ambientali multipli?
Perchè non ripristinare in modo pervio la sua continuità con il bacino gardesano, comunque ancora presente, ristabilendo normalità nei suoi livelli idrici?
Perchè non assicurargli un ricambio di ossigeno sufficiente al suo risanamento?
Oggi il suo fondale è già in uno stato di ipossia, proprio per la situazione eutrofica che consuma ossigeno.
Il Laghetto gode, principalmente, di due piccoli immissari e due emissari e se non fosse per necessità esterne, avrebbe anche una discreta stabilità dei livelli, ma pochissimo ricambio idrico, che rende il suo recupero difficile.
Il Laghetto del Frassino, se riacquistasse le sue caratteristiche naturali, in virtù della protezione ambientale già vigente, si rivelerebbe senza dubbio una “nursery” perfetta per tantissime specie ittiche che sul Garda stentano a ripopolarsi e/o sopravvivere.
Il Laghetto è infatti tributario al Garda, si trova in continuità e nello stesso contesto territoriale, tant’è che oggi proprio il Garda, per questi motivi, rappresenterebbe la sua migliore medicina.
Sarebbe proprio l’acqua del Lago di Garda ad essere in grado di ristabilire le condizioni idonee al recupero del Laghetto del Frassino, scongiurando uno scenario già delineato di ipossia ed eutrofizzazione.
Il concetto che esprimo è semplice e difficile allo stesso tempo.
Semplice perchè la logica indica questa soluzione come ideale con una destinazione d’uso plurima in cui un recupero ambientale asserve ben due habitat e bacini differenti in un colpo solo, ma è allo stesso tempo difficile perchè bisogna arrivare a ricercare coperture economiche importanti, per un sistema di pompaggio idrico di ricircolo dal Garda al Frassino e non essendo un’azione dal risultato visibile nel breve termine spesso ci si scontra con le diffidenze e superficialità di chi non comprende, colpevolmente o meno, la portata che tali azioni riverbereranno in futuro e soprattutto per le prossime generazioni.
Concentrarsi su azioni complete e di ampio respiro, come questa prospettata, non può che essere la giusta risposta e il giusto atteggiamento da tenere per chi ha a cuore il futuro di questi territori.
Per arrivare a tale risultato bisogna insistere e divulgare seriamente idee e progetti perchè determinati processi biologici non aspettano nessuno, vanno avanti per la loro strada e ci vanno in proporzione tanto più velocemente tanto è lenta la nostra incapacità di porre rimedi.
#contrattodilagodelgarda