La storia della Fonte Boiola a Sirmione e della sua dorsale subacquea
Immaginiamo di fare un salto indietro nel tempo all’estate di 132 anni fa.
Se fossimo stati presenti il 25 agosto del 1889 sulle rive del Garda, precisamente a Sirmione a nord est della sua penisola, avremo visto una cosa davvero strana, ovvero un “veneziano” in tenuta da palombaro immergersi a circa 200mt di distanza dalla riva con un lungo tubo di ferro.
Il sig. Procopio, questo era il suo nome, fu protagonista di un’impresa non certo da poco per quei tempi, conficcando in immersione sul fondo del Lago un tubo in un piccolo cratere da cui usciva acqua bollente, bolle e odore di zolfo.
Appena inserì il tubo nella cavità sommersa, dalla sua sommità, come un geyser, si levò una colonna di acqua che per molti metri superò la superficie dell’acqua.
In quel momento avremmo assistito alla nascita della fonte Boiola, che rappresenta in sé un raro esempio di acqua termale emergente dalle profondità di un lago.
Questo evento, ovvero la “scoperta” di questa sorgente termale, portò Sirmione a fama internazionale, sia per le sue indiscusse ricchezze e bellezze storiche, come le “Grotte di Catullo” che è una villa romana, tra le più estese dell’Italia settentrionale e il Castello Scaligero, sia per le sue acque minerali termali sulfuree, tecnicamente dette salsobromoiodiche.
Ecco che nel 1902 cominciano le analisi chimiche delle acque termali di Sirmione che restarono sostanzialmente invariate nei risultati nel tempo.
Nel 1960 invece gli studi si indirizzano verso la comprensione idrogeologica della sorgente grazie al prof. Maddalena.
Negli anni ’70 e ’80, grazie al prof. Forlani e Olive, diventò comprensibile il percorso di questa acqua termale che non è, come si potrebbe pensare, acqua del Lago di Garda infiltrata nelle profondità della roccia.
Infatti questa acqua termale è acqua piovana/meteorica che penetra nella roccia, per permeabilità, nel territorio compreso tra il Garda e la Val d’Adige, ad almeno 30km dalla sorgente Boiola.
Quest’acqua e qui viene il bello, scende fino ad almeno 2000mt di profondità, riscaldandosi per l’elevata geotermicità, in queste zone maggiore che altrove, tanto che aumenta di 1° ogni 8/10 metri rispetto la media che è 1° ogni 33 metri.
Il calore geotermico permette all’acqua di risalire lungo la dorsale montuosa subacquea tra San Vigilio e Sirmione, formata da calcari mesozoici dei Giura Lias sovrapposti da calcari cretacei della scaglia rossa.
L’acqua in risalita esce così nel Lago attraverso una spaccatura della faglia della scaglia rossa, su cui poggia Sirmione.
Esiste quindi una vera e propria catena montuosa subacquea che divide il Garda in due bacini, settentrionale e meridionale, che già ho raccontato nell’articolo del 13 giugno.
In questa dorsale sommersa l’acqua termale viaggia, risalendo e raccogliendo lo zolfo derivante dai Gessi del Trias, formati e sedimentati circa 200 milioni di anni fa.
Questa acqua termale è quindi come un fiume che scorre sotto i monti e poi sotto il Lago di Garda ma che non si mescola mai con l’acqua gardesana, arrivando “pura” alla sorgente Boiola dopo circa 15/20 anni dall’inizio del suo percorso.
Questo è il tempo necessario affinchè l’acqua, caduta con le piogge tra la val d’Adige e il Garda possa scendere in profondità, mineralizzarsi, acquisire calore per poi riemergere.
Risultò chiaro che la penisola di Sirmione poggiasse sopra un vasto bacino termale, che si trova quindi sotto il fondo del Lago.
E’ secondo me un’altra meraviglia del Lago di Garda, un’altra bellissima storia da raccontare, da inserire tra le innumerevoli eccellenze e unicità gardesane.
Le persone curate con queste acque passarono, da inizio a fine ‘900, dalle poche decine a oltre 50.000 annue.
E’ affascinante cosa si nasconda sotto i fondali del Garda…dalle fonti termali, alle catene montuose, alle faglie taglienti come rasoi e veri e propri affluenti e sorgive subacquee che si stima forniscano un apporto al Garda di circa 15/20% del suo volume idrico in entrata.
Il Lago di Garda non finisce mai di stupirci…
Grazie all’artista Franco Lanfredi per questa immagine spettacolare della penisola di Sirmione, in cui si nota bene la geologia che la caratterizza, ovvero la “Scaglia Rossa”.
Questa pensisola continua sotto le acque del Garda fino a Punta San Vigilio, formando la dorsale subacquea.
Se fossimo stati presenti il 25 agosto del 1889 sulle rive del Garda, precisamente a Sirmione a nord est della sua penisola, avremo visto una cosa davvero strana, ovvero un “veneziano” in tenuta da palombaro immergersi a circa 200mt di distanza dalla riva con un lungo tubo di ferro.
Il sig. Procopio, questo era il suo nome, fu protagonista di un’impresa non certo da poco per quei tempi, conficcando in immersione sul fondo del Lago un tubo in un piccolo cratere da cui usciva acqua bollente, bolle e odore di zolfo.
Appena inserì il tubo nella cavità sommersa, dalla sua sommità, come un geyser, si levò una colonna di acqua che per molti metri superò la superficie dell’acqua.
In quel momento avremmo assistito alla nascita della fonte Boiola, che rappresenta in sé un raro esempio di acqua termale emergente dalle profondità di un lago.
Questo evento, ovvero la “scoperta” di questa sorgente termale, portò Sirmione a fama internazionale, sia per le sue indiscusse ricchezze e bellezze storiche, come le “Grotte di Catullo” che è una villa romana, tra le più estese dell’Italia settentrionale e il Castello Scaligero, sia per le sue acque minerali termali sulfuree, tecnicamente dette salsobromoiodiche.
Ecco che nel 1902 cominciano le analisi chimiche delle acque termali di Sirmione che restarono sostanzialmente invariate nei risultati nel tempo.
Nel 1960 invece gli studi si indirizzano verso la comprensione idrogeologica della sorgente grazie al prof. Maddalena.
Negli anni ’70 e ’80, grazie al prof. Forlani e Olive, diventò comprensibile il percorso di questa acqua termale che non è, come si potrebbe pensare, acqua del Lago di Garda infiltrata nelle profondità della roccia.
Infatti questa acqua termale è acqua piovana/meteorica che penetra nella roccia, per permeabilità, nel territorio compreso tra il Garda e la Val d’Adige, ad almeno 30km dalla sorgente Boiola.
Quest’acqua e qui viene il bello, scende fino ad almeno 2000mt di profondità, riscaldandosi per l’elevata geotermicità, in queste zone maggiore che altrove, tanto che aumenta di 1° ogni 8/10 metri rispetto la media che è 1° ogni 33 metri.
Il calore geotermico permette all’acqua di risalire lungo la dorsale montuosa subacquea tra San Vigilio e Sirmione, formata da calcari mesozoici dei Giura Lias sovrapposti da calcari cretacei della scaglia rossa.
L’acqua in risalita esce così nel Lago attraverso una spaccatura della faglia della scaglia rossa, su cui poggia Sirmione.
Esiste quindi una vera e propria catena montuosa subacquea che divide il Garda in due bacini, settentrionale e meridionale, che già ho raccontato nell’articolo del 13 giugno.
In questa dorsale sommersa l’acqua termale viaggia, risalendo e raccogliendo lo zolfo derivante dai Gessi del Trias, formati e sedimentati circa 200 milioni di anni fa.
Questa acqua termale è quindi come un fiume che scorre sotto i monti e poi sotto il Lago di Garda ma che non si mescola mai con l’acqua gardesana, arrivando “pura” alla sorgente Boiola dopo circa 15/20 anni dall’inizio del suo percorso.
Questo è il tempo necessario affinchè l’acqua, caduta con le piogge tra la val d’Adige e il Garda possa scendere in profondità, mineralizzarsi, acquisire calore per poi riemergere.
Risultò chiaro che la penisola di Sirmione poggiasse sopra un vasto bacino termale, che si trova quindi sotto il fondo del Lago.
E’ secondo me un’altra meraviglia del Lago di Garda, un’altra bellissima storia da raccontare, da inserire tra le innumerevoli eccellenze e unicità gardesane.
Le persone curate con queste acque passarono, da inizio a fine ‘900, dalle poche decine a oltre 50.000 annue.
E’ affascinante cosa si nasconda sotto i fondali del Garda…dalle fonti termali, alle catene montuose, alle faglie taglienti come rasoi e veri e propri affluenti e sorgive subacquee che si stima forniscano un apporto al Garda di circa 15/20% del suo volume idrico in entrata.
Il Lago di Garda non finisce mai di stupirci…
Grazie all’artista Franco Lanfredi per questa immagine spettacolare della penisola di Sirmione, in cui si nota bene la geologia che la caratterizza, ovvero la “Scaglia Rossa”.
Questa pensisola continua sotto le acque del Garda fino a Punta San Vigilio, formando la dorsale subacquea.