Il Cogolo
…in questa foto dei primi anni del ‘900 si vedono alcuni pescatori sul Canale di Mezzo a Peschiera del Garda intenti a posizionare appunto il Cogolo, reti poste ad imbuto, a stringere il canale nel senso della corrente, per convogliare il pesce in una rete finale conica cieca, tenuta aperta da cerchi in ferro a diametro decrescente, con reti interne ad imbuto a loro volta, atte proprio a ricevere il pesce ostacolandone però l’eventuale uscita.
La pesca praticata in questo modo era destinata all’Anguilla e proprio in queste acque, nel centro storico della città, passavano in gran numero durante i temporali di ottobre, come raccontava Plinio il Vecchio (23-79 d.C) nel suo “Naturalis Historia”.
L’autunno era il momento migliore per la cattura dell’Anguilla, lo era anche 2000 anni fa come scrisse l’illustre naturalista romano…che potè vedere questi “grovigli” di Anguille, ammassate insieme, rotolare nel senso della corrente dentro i cogoli, in queste stazioni di pesca fisse chiamate Peschiere…da cui deriva poi il nome della città di Peschiera del Garda, dal longobardo “Piscaria”.
Dentro i Cogoli, in questi particolari momenti, se ne trovavano a migliaia insieme, con il rischio che, se non svuotati in tempo, si rompessero.
L’Anguilla è di fatto parte della nostra storia, è negli stemmi araldici di molte città, come in quello di Peschiera.
Ora ho già scritto in merito all’Anguilla, al suo divieto di pesca tutt’ora vigente e alla sua difficoltà di migrazione per la riproduzione nel Mar dei Sargassi per la presenza di inquinanti, pesca intensiva, chiuse e deviazioni idriche in tutto il mondo.
Una specie a forte rischio estinzione, la sua presenza è calata oltre il 90% con il problema che ancora oggi risulta essere davvero misteriosa.
Inoltre si è sempre pensato non potesse riprodursi in cattività, avendo tentato in tutta Europa senza successo tale azione.
Invece sono ormai 10 anni che l’Italia, prima al Mondo, ha sperimentato e ottenuto con successo la nascita di Anguille (larve) in cattività, con un finanziamento di soli 50.000€.
Per intenderci anche la Francia provò tale sperimentazione, a fronte di un finanziamento di 1.800.000€, fallendo.
Le prime schiuse in cattività hanno avuto una vita di soli 12 giorni, ulteriori studi e test negli anni successivi, hanno portato la vita delle larve (leptocefali) ormai a un mese.
La ricerca, partita da Cesenatico e Università di Bologna nel 2011 ora coinvolge, oltre l’Emilia Romagna, anche Lombardia, Veneto, Parco del Delta del Po e una dozzina di altre istituzioni europee, diventando la sperimentazione di punta del progetto di biodiversità Lifeel.eu della UE, finanziato con 5,5 milioni di euro, per il recupero dell’Anguilla europea.
Venerdì 2 aprile scorso, 2021, nelle vasche di Cesenatico, si sono schiuse un milione di uova da una sola Anguilla riproduttrice che sono state fecondate e successivamente schiuse.
Ora il passo finale sarà trovare l’alimentazione corretta per farle diventare “cieche”, cioè accrescerle alla fase successiva di sviluppo, chiudendo così il cerchio della sperimentazione.
Credo che oggi, grazie all’Italia, ci sia una più che concreta speranza per l’Anguilla europea, che sembrava destinata a scomparire.
Un vero successo per la biodiversità.
Mi aspetto che arriveremo alla stessa attenzione e investimenti anche per il Carpione, il nostro endemismo gardesano, che continueremo a portare avanti nonostante le grandi difficoltà riscontrate negli anni.
Lo dobbiamo al Lago di Garda che lo merita.
#contrattodilagodelgarda