L’arrivo del Black Bass nel Garda
Il Black Bass, ovvero il Micropterus salmoides, Persico Trota in italiano, chiamato anche branzino o boccalone…è un pesce oggi presente nel Lago di Garda.
Ma non è sempre stato così.
Infatti, questo pesce a “stelle e strisce”, è originario dei grandi laghi americani, arrivato in Europa tra fine ‘800 e inizio ‘900, in modo inversamente proporzionale ai flussi migratori che proprio allora partivano per l’America in cerca di fortuna.
Il “Largemouth” Black Bass arriva così in Italia per la stessa motivazione che spingeva le genti a migrare in America…ovvero per cercare in un certo qual modo un rimedio alla fame, con la speranza di risollevare l’industria ittica e le sorti dei pescatori, aggiungendo così disponibilità di un nuova specie nel panorama nazionale.
In realtà non ebbe il successo sperato o almeno non soddisfò le aspettative per le quali fu importato, come invece fece il Coregone Lavarello per esempio.
Comunque il Balck Bass arrivò in Italia nel 1898, immesso nel lago di Monate in provincia di Varese, proprio per i motivi sopra esposti.
Nel 1920 arrivò poi nel Lago di Garda, precisamente il 27 ottobre di quell’anno.
Venne pescato con le reti per l’Alborella a nord-ovest di Garda, in 12 metri di profondità.
Era un esemplare maschio di 320gr e lungo 38cm, sconosciuto perlopiù ai pescatori, che lo tennero vivo per farlo catalogare.
Ma come giunse nel Lago di Garda?
Certamente a partire dal Lago di Monate, come esattamente è stato anche per il Persico Sole, riuscì a muoversi attraverso i corsi d’acqua efferenti il lago, principalmente attraverso il torrente Acquanegra, verso altri specchi d’acqua come il Lago Maggiore cui afferisce, da li nel Ticino, nel Fiume Po e poi Mincio.
Tant’è che nel 1911 fu segnalato nel lago Superiore di Mantova, dove nel 1918 se ne pescavano già esemplari anche di 3kg.
Proprio dai laghi di Mantova giunse successivamente nel Garda, attraverso le grandi piene del Fiume Mincio del 1916 e 1917.
Ecco che le catture si fanno via via sempre più presenti nel Garda, dopo il primo del 1920, ne fu catturato un altro nel ’23, poi due nel 1926, ecc…pescati nel golfo di Garda, a Lazise, Sirmione e lungo l’asta del Mincio.
Oggi, come tutte le specie non autoctone, potrebbe non avere vita facile.
La sua presenza sembra però pressochè costante e concentrata nel basso Garda, segno che è stato in grado di acclimatarsi.
Depone le sue uova in una buca, “macia”, che pulisce attentamente dal limo e fango, difendendo anche il nido e gli avannotti in modo aggressivo. Nei registri di pesca gardesani non sono riuscito a capire se e quando questo pesce sia mai entrato come specie di interesse commerciale.
Solo dal 1939 sono annotate catture e pesi genericamente indicate come Persico.
In quell’anno erano 8 i quintali di Persico pescato, ma potrebbe essere più che altro riferito al Persico Reale e non al Persico Trota – Black Bass.
Comunque dal 1939 il pescato di Persico aumentò costantemente fino al 1969 con quasi 29 tonnellete di prelievo annuo, per poi calare fino ai minimi storici raggiunti tra il 1980 fini al 1985, riportandosi quasi ai livelli del 1939.
Anche il Balck Bass rientrerà nello studio della biomassa gardesana, che siamo fiduciosi poter intraprendere quanto prima.
Anche lui ha probabilmente un ruolo nell’equilibrio dell’ittiofauna, anche in relazione a specie aliene invasive come il Procambarus clarkii (Gambero Rosso della Luisiana) per cui pare proprio essere un ottimo elemento di contenimento.
Inoltre è una specie che, seppur alloctona, sappiamo già non entrare in competizione alimentare con il Luccio per esempio, come dimostrato da ricerche scientifiche (Alessio-1981).
Tante sono le cose da approfondire in modo scientifico…e penso proprio che si sia ormai intrapresa la strada giusta con il Tavolo di Lavoro Interregionale coordinato dalla Comunità del Garda.
Ma non è sempre stato così.
Infatti, questo pesce a “stelle e strisce”, è originario dei grandi laghi americani, arrivato in Europa tra fine ‘800 e inizio ‘900, in modo inversamente proporzionale ai flussi migratori che proprio allora partivano per l’America in cerca di fortuna.
Il “Largemouth” Black Bass arriva così in Italia per la stessa motivazione che spingeva le genti a migrare in America…ovvero per cercare in un certo qual modo un rimedio alla fame, con la speranza di risollevare l’industria ittica e le sorti dei pescatori, aggiungendo così disponibilità di un nuova specie nel panorama nazionale.
In realtà non ebbe il successo sperato o almeno non soddisfò le aspettative per le quali fu importato, come invece fece il Coregone Lavarello per esempio.
Comunque il Balck Bass arrivò in Italia nel 1898, immesso nel lago di Monate in provincia di Varese, proprio per i motivi sopra esposti.
Nel 1920 arrivò poi nel Lago di Garda, precisamente il 27 ottobre di quell’anno.
Venne pescato con le reti per l’Alborella a nord-ovest di Garda, in 12 metri di profondità.
Era un esemplare maschio di 320gr e lungo 38cm, sconosciuto perlopiù ai pescatori, che lo tennero vivo per farlo catalogare.
Ma come giunse nel Lago di Garda?
Certamente a partire dal Lago di Monate, come esattamente è stato anche per il Persico Sole, riuscì a muoversi attraverso i corsi d’acqua efferenti il lago, principalmente attraverso il torrente Acquanegra, verso altri specchi d’acqua come il Lago Maggiore cui afferisce, da li nel Ticino, nel Fiume Po e poi Mincio.
Tant’è che nel 1911 fu segnalato nel lago Superiore di Mantova, dove nel 1918 se ne pescavano già esemplari anche di 3kg.
Proprio dai laghi di Mantova giunse successivamente nel Garda, attraverso le grandi piene del Fiume Mincio del 1916 e 1917.
Ecco che le catture si fanno via via sempre più presenti nel Garda, dopo il primo del 1920, ne fu catturato un altro nel ’23, poi due nel 1926, ecc…pescati nel golfo di Garda, a Lazise, Sirmione e lungo l’asta del Mincio.
Oggi, come tutte le specie non autoctone, potrebbe non avere vita facile.
La sua presenza sembra però pressochè costante e concentrata nel basso Garda, segno che è stato in grado di acclimatarsi.
Depone le sue uova in una buca, “macia”, che pulisce attentamente dal limo e fango, difendendo anche il nido e gli avannotti in modo aggressivo. Nei registri di pesca gardesani non sono riuscito a capire se e quando questo pesce sia mai entrato come specie di interesse commerciale.
Solo dal 1939 sono annotate catture e pesi genericamente indicate come Persico.
In quell’anno erano 8 i quintali di Persico pescato, ma potrebbe essere più che altro riferito al Persico Reale e non al Persico Trota – Black Bass.
Comunque dal 1939 il pescato di Persico aumentò costantemente fino al 1969 con quasi 29 tonnellete di prelievo annuo, per poi calare fino ai minimi storici raggiunti tra il 1980 fini al 1985, riportandosi quasi ai livelli del 1939.
Anche il Balck Bass rientrerà nello studio della biomassa gardesana, che siamo fiduciosi poter intraprendere quanto prima.
Anche lui ha probabilmente un ruolo nell’equilibrio dell’ittiofauna, anche in relazione a specie aliene invasive come il Procambarus clarkii (Gambero Rosso della Luisiana) per cui pare proprio essere un ottimo elemento di contenimento.
Inoltre è una specie che, seppur alloctona, sappiamo già non entrare in competizione alimentare con il Luccio per esempio, come dimostrato da ricerche scientifiche (Alessio-1981).
Tante sono le cose da approfondire in modo scientifico…e penso proprio che si sia ormai intrapresa la strada giusta con il Tavolo di Lavoro Interregionale coordinato dalla Comunità del Garda.