La galleria Adige-Garda, una questione turbolenta
Questa galleria artificiale, detta scolmatore, quando attivata ha la funzione di scaricare le piene del Fiume Adige, convogliando le sue acque nel Lago di Garda, che si presta come bacino di laminazione.
Per approfondire la storia e il suo funzionamento è presente, nella categoria Lago di Garda, l’articolo: “Il ventiseiesimo immissario del Lago di Garda, ovvero lo scolmatore Adige-Garda”.
La settimana scorsa sono stato presente a Torbole all’apertura della Galleria Adige Garda, per le manovre programmate di manutenzione ordinaria.
Ho fatto una diretta nella mia pagina Facebook per spiegare i motivi di questa apertura e cosa che non mi aspettavo davvero, il video ha sorpassato 1.000.000 di visualizzazioni, oltre 5.500 like, 400 commenti e quasi 900 condivisioni.
Visto che il mio scopo è la divulgazione e conoscenza, mi sono letto praticamente tutti i commenti, dove ognuno ha espresso giudizi e opinioni, sia tecniche che personali, positive e negative e ci sono state davvero molte domande.
Lo scopo dei miei articoli e delle mie dirette è provare a guardare però oltre le apparenze, andando più a fondo con la conoscenza delle dinamiche gardesane, siano esse storiche che scientifiche, sempre però restando sul semplice, in quanto non sono né uno storico né uno scienziato.
Approccio quindi alle questioni legate al Lago di Garda in un modo tanto semplice quanto “banale” in un certo senso…semplicemente studiando.
Lo faccio leggendo testi di ittiologi, pubblicazioni scientifiche e ascoltando tecnici del settore e le parti politiche e amministrative, visto che io stesso sono un amministratore e politico che si occupa del Garda sia come Assessore del Comune di Peschiera, sia come Vice Presidente della Comunità del Garda.
Faccio tutto questo per passione personale e per onorare al meglio i miei incarichi istituzionali, contribuendo cosí al bene del Lago di Garda.
Questo “bene” sono convinto lo si debba ottenere ed esercitare attraverso la conoscenza e la consapevolezza degli equilibri biologico ambientali gardesani, attraverso lo studio della storia, senza far venire meno la capacità di ascoltare e ragionare con tutti e su tutte le opinioni ed evidenze.
Detto questo, tornando allo “scolmatore”, ovvero la Galleria Adige-Garda, non posso esprimere un giudizio chiaro su quale sia il vero danno che queste aperture possano cagionare, in quanto mancano troppi dati.
Ci sono ed è pur vero, delle evidenze incontestabili, ovvero le differenti temperature delle acque del Garda rispetto all’Adige, i sedimenti che vengono riversati nel lago, le componenti inquinanti del fiume, ecc… ma non vi sono, ad oggi, modelli scientificamente validati sull’impatto che questo sistema di protezione di Verona crea al Lago di Garda.
Non ci sono dati definitivi che dicano in modo chiaro come si comporta l’acqua dell’Adige una volta entrata nel Garda, nè come le differenti temperature, in rapporto alle diluizioni (fondamentale), possano impattare sull’equilibrio dell’ecosistema.
Non esiste nemmeno un modello che indichi come si comportano i fanghi una volta depositati e soprattutto come questi interagiscano con la vita degli organismi bentonici.
Il sistema “Copernicus”, sei satelliti spaziali europei, evidenzia magari come si muovono tali masse d’acqua, ma solo superficialmente, ciò che accade in profondità non è ancora dato a sapersi.
Ad oggi ci sono quindi più incertezze che certezze a mio modo di vedere, motivo per cui, sia in occasione dell’ultima apertura in stato di emergenza dell’ottobre 2018, sia per le aperture di manutenzione, ho chiesto che venga valutata la possibilità di uno studio definitivo omnicomprensivo, in quanto con dati certi in mano, tutto diventerebbe più chiaro e si potrebbero così valutare azioni di mitigazione di qualsivoglia natura, in risposta alle evidenze scientifiche.
Questo è l’elemento mancante alla base di tutte le discussioni passate e presenti ad ogni attivazione dello scolmatore, la comprensione scientifica del fenomeno e la sua evoluzione nel breve, medio e lungo periodo.
Da gardesano, da amante del Lago e soprattutto da attento osservatore dei suoi equilibri, non posso certo essere felice quando si attiva questo sistema, logicamente, perché nonostante le premesse che ho fatto, possiamo anche convenire che non si tratti certo di un “toccasana” per il Garda.
Fortunatamente ci sono i dati ARPAV, ARPA Lombardia e APPA, che si possono consultare sui rispettivi siti, che indicano il buono stato di salute del Garda.
Ma per ora bisognerebbe soffermarsi su questa domanda: PERCHE’ ESISTE QUESTA GALLERIA?
Esiste per “salvare” Verona dalle piene, per la cui forza e distruttività l’Adige è stato tristemente famoso.
Salvare Verona dalle piene e comunque tutto ciò che si trova a sud di Mori (TN), ovvero dove vi sono le “bocche” d’origine di questo sistema di canalizzazione, significa mettere in sicurezza migliaia e migliaia persone prima di tutto…e questo è un concetto che spero non si debba mai mettere in discussione.
Io penso sempre ad una data quando ragiono sullo scolamtore o quando sento varie polemiche: 4 novembre 1966.
In quell’anno l’Arno esondò a Firenze, ci furono 35 morti e danni inestimabili al patrimonio artistico della città.
Lo stesso giorno Verona e i territori trentini e veronesi invece si salvavano, in virtù proprio di questo sistema che, entrando in funzione, scaricò nel Lago 64.000.000 di metri cubi di acqua dalla piena dell’Adige, raggiungendo quasi la sua massima portata, 492 mc/sec su 500 consentiti…Firenze non fu così “fortunata”.
Passarono poi 10 anni prima che la galleria si riaprisse nuovamente in emergenza.
Concludendo, le manutenzioni che vengono fatte, come quella della settimana scorsa, sono appunto necessarie sia per l’incolumità di Verona e anche se può non sembrare, per l’incolumità stessa del Lago di Garda.
Cosa succederebbe se le paratie a monte, aperte in stato d’emergenza con la piena dell’Adige a livelli critici, non fossero in grado per un ipotetico malfunzionamento di richiudersi?
L’acqua continuerebbe ad entrare nel Garda senza controllo e continuamente arrivando a volumi davvero mai visti…ecco perché sono necessarie queste manutenzioni, che garantiscono la sicurezza di tutti.
Inoltre tali manutenzioni vengono eseguite per un brevissimo tempo, per capirci, le operazioni di apertura che avete visto nella mia diretta sono durate solo poche ore, circa 4, con un deflusso a lago davvero minimo, calcolato in poco meno di 25 mc/sec di media, quando il Fiume Sarca, principale immissario del Garda, ha una portata di circa 40 mc/sec.
I restanti giorni di lavoro vengono solitamente spesi per controllo e rimozione di detriti e fanghi agli imbocchi a monte e lungo il tratto della galleria.
Personalmente considero come un EROE il Lago di Garda, per aver salvato così tante volte chissà quanta gente…e un eroe porta anche con sé delle cicatrici, altrimenti che eroe sarebbe? W il Lago di Garda.
Per approfondire la storia e il suo funzionamento è presente, nella categoria Lago di Garda, l’articolo: “Il ventiseiesimo immissario del Lago di Garda, ovvero lo scolmatore Adige-Garda”.
La settimana scorsa sono stato presente a Torbole all’apertura della Galleria Adige Garda, per le manovre programmate di manutenzione ordinaria.
Ho fatto una diretta nella mia pagina Facebook per spiegare i motivi di questa apertura e cosa che non mi aspettavo davvero, il video ha sorpassato 1.000.000 di visualizzazioni, oltre 5.500 like, 400 commenti e quasi 900 condivisioni.
Visto che il mio scopo è la divulgazione e conoscenza, mi sono letto praticamente tutti i commenti, dove ognuno ha espresso giudizi e opinioni, sia tecniche che personali, positive e negative e ci sono state davvero molte domande.
Lo scopo dei miei articoli e delle mie dirette è provare a guardare però oltre le apparenze, andando più a fondo con la conoscenza delle dinamiche gardesane, siano esse storiche che scientifiche, sempre però restando sul semplice, in quanto non sono né uno storico né uno scienziato.
Approccio quindi alle questioni legate al Lago di Garda in un modo tanto semplice quanto “banale” in un certo senso…semplicemente studiando.
Lo faccio leggendo testi di ittiologi, pubblicazioni scientifiche e ascoltando tecnici del settore e le parti politiche e amministrative, visto che io stesso sono un amministratore e politico che si occupa del Garda sia come Assessore del Comune di Peschiera, sia come Vice Presidente della Comunità del Garda.
Faccio tutto questo per passione personale e per onorare al meglio i miei incarichi istituzionali, contribuendo cosí al bene del Lago di Garda.
Questo “bene” sono convinto lo si debba ottenere ed esercitare attraverso la conoscenza e la consapevolezza degli equilibri biologico ambientali gardesani, attraverso lo studio della storia, senza far venire meno la capacità di ascoltare e ragionare con tutti e su tutte le opinioni ed evidenze.
Detto questo, tornando allo “scolmatore”, ovvero la Galleria Adige-Garda, non posso esprimere un giudizio chiaro su quale sia il vero danno che queste aperture possano cagionare, in quanto mancano troppi dati.
Ci sono ed è pur vero, delle evidenze incontestabili, ovvero le differenti temperature delle acque del Garda rispetto all’Adige, i sedimenti che vengono riversati nel lago, le componenti inquinanti del fiume, ecc… ma non vi sono, ad oggi, modelli scientificamente validati sull’impatto che questo sistema di protezione di Verona crea al Lago di Garda.
Non ci sono dati definitivi che dicano in modo chiaro come si comporta l’acqua dell’Adige una volta entrata nel Garda, nè come le differenti temperature, in rapporto alle diluizioni (fondamentale), possano impattare sull’equilibrio dell’ecosistema.
Non esiste nemmeno un modello che indichi come si comportano i fanghi una volta depositati e soprattutto come questi interagiscano con la vita degli organismi bentonici.
Il sistema “Copernicus”, sei satelliti spaziali europei, evidenzia magari come si muovono tali masse d’acqua, ma solo superficialmente, ciò che accade in profondità non è ancora dato a sapersi.
Ad oggi ci sono quindi più incertezze che certezze a mio modo di vedere, motivo per cui, sia in occasione dell’ultima apertura in stato di emergenza dell’ottobre 2018, sia per le aperture di manutenzione, ho chiesto che venga valutata la possibilità di uno studio definitivo omnicomprensivo, in quanto con dati certi in mano, tutto diventerebbe più chiaro e si potrebbero così valutare azioni di mitigazione di qualsivoglia natura, in risposta alle evidenze scientifiche.
Questo è l’elemento mancante alla base di tutte le discussioni passate e presenti ad ogni attivazione dello scolmatore, la comprensione scientifica del fenomeno e la sua evoluzione nel breve, medio e lungo periodo.
Da gardesano, da amante del Lago e soprattutto da attento osservatore dei suoi equilibri, non posso certo essere felice quando si attiva questo sistema, logicamente, perché nonostante le premesse che ho fatto, possiamo anche convenire che non si tratti certo di un “toccasana” per il Garda.
Fortunatamente ci sono i dati ARPAV, ARPA Lombardia e APPA, che si possono consultare sui rispettivi siti, che indicano il buono stato di salute del Garda.
Ma per ora bisognerebbe soffermarsi su questa domanda: PERCHE’ ESISTE QUESTA GALLERIA?
Esiste per “salvare” Verona dalle piene, per la cui forza e distruttività l’Adige è stato tristemente famoso.
Salvare Verona dalle piene e comunque tutto ciò che si trova a sud di Mori (TN), ovvero dove vi sono le “bocche” d’origine di questo sistema di canalizzazione, significa mettere in sicurezza migliaia e migliaia persone prima di tutto…e questo è un concetto che spero non si debba mai mettere in discussione.
Io penso sempre ad una data quando ragiono sullo scolamtore o quando sento varie polemiche: 4 novembre 1966.
In quell’anno l’Arno esondò a Firenze, ci furono 35 morti e danni inestimabili al patrimonio artistico della città.
Lo stesso giorno Verona e i territori trentini e veronesi invece si salvavano, in virtù proprio di questo sistema che, entrando in funzione, scaricò nel Lago 64.000.000 di metri cubi di acqua dalla piena dell’Adige, raggiungendo quasi la sua massima portata, 492 mc/sec su 500 consentiti…Firenze non fu così “fortunata”.
Passarono poi 10 anni prima che la galleria si riaprisse nuovamente in emergenza.
Concludendo, le manutenzioni che vengono fatte, come quella della settimana scorsa, sono appunto necessarie sia per l’incolumità di Verona e anche se può non sembrare, per l’incolumità stessa del Lago di Garda.
Cosa succederebbe se le paratie a monte, aperte in stato d’emergenza con la piena dell’Adige a livelli critici, non fossero in grado per un ipotetico malfunzionamento di richiudersi?
L’acqua continuerebbe ad entrare nel Garda senza controllo e continuamente arrivando a volumi davvero mai visti…ecco perché sono necessarie queste manutenzioni, che garantiscono la sicurezza di tutti.
Inoltre tali manutenzioni vengono eseguite per un brevissimo tempo, per capirci, le operazioni di apertura che avete visto nella mia diretta sono durate solo poche ore, circa 4, con un deflusso a lago davvero minimo, calcolato in poco meno di 25 mc/sec di media, quando il Fiume Sarca, principale immissario del Garda, ha una portata di circa 40 mc/sec.
I restanti giorni di lavoro vengono solitamente spesi per controllo e rimozione di detriti e fanghi agli imbocchi a monte e lungo il tratto della galleria.
Personalmente considero come un EROE il Lago di Garda, per aver salvato così tante volte chissà quanta gente…e un eroe porta anche con sé delle cicatrici, altrimenti che eroe sarebbe? W il Lago di Garda.