L’antico sedime del Fiume Mincio, la Conca del Bertazzolo
L’antico sedime del Fiume Mincio…
Questo fiume, l’unico emissario del Lago di Garda, inizia a Peschiera, all’altezza dei Setteponti, ovvero dove confluiscono insieme le acque dei quattro canali che cingono la fortezza della città.
Dai Setteponti le acque del Garda scorrono lungo un percorso di circa 75km, con un dislivello, tra Peschiera e Goito, di 4 metri in 28 km.
Il Fiume Mincio, alimentato quindi dalle acque gardesane, è da sempre stato importantissimo per vari fattori, come ho avuto modo di descrivere anche per la “tratta del sale” in un mio precedente articolo che ritrovate su questo sito dal titolo: “Peschiera del Garda, il sale e il commercio ittico”.
Proprio per la sua importanza è stato oggetto di grandi cambiamenti nel corso della sua storia, cambiamenti più o meno impattanti per la sua natura.
Il Mincio riceve lungo il suo percorso 11 immissari e sono, partendo da nord sulla sponda destra: i Redoni superiore e inferiore, lo scolo Caldone, il Sofero-Goldone-Seriola-Birbesi, la Seriola Marchionale-Osone Nuovo e la Seriola Piubega Osone Vecchio e questi per la sola spnda destra.
Nella sinistra riceve, nel Lago Superiore, ovvero il primo nel senso della corrente dei tre laghi mantovani, il naviglio di Goito, lo scolo Colarina, il Parcarello, il Rio Freddo e la Fossamanna.
Poco dopo i tre Laghi di Mantova il Mincio riassume le sembianze di un fiume, lasciando sulla sinistra il sistema navigabile: Fissero-Tartaro-Canal Bianco-Po di Levante, arrivando infine all’attuale scaricatore di Governolo, poco prima del suo ingresso nel Fiume Po.
Dagli anni ’80 il “nuovo” scaricatore di Governolo rappresenta il sistema di governo appunto delle acque in entrata nel Po, una barriera al rientro delle stesse e un sistema di regolazione dei Laghi di Mantova.
Prima degli anni ’80 era attiva ancora l’antica conca, detta Conca del Bertazzolo, che ho allegato in foto insieme ad immagini del plastico che la raffigura quando era in funzione.
Da tempo volevo vedere quest’opera idraulica, per toccarla con mano e camminare sopra il vecchio sedime del Mincio, oggi interrato e diventato parco, dove questa “chiusa” rappresentava la parte terminale del fiume, poco prima della sua immissione nel Po.
Anche Dante citò Governolo quando parlava di Peschiera come il “bello e forte arnese” scrivendo che: “Ivi convien che tutto caschi ciò che ‘n grembo a Benaco star non può e fassi fiume giù per verdi paschi. Tosto che l’acqua corre a metter cò non più in Benaco, ma Mencio si chiama fino a Governol dove cade in Po”. cit XX canto, Inferno, Divina Commedia.
Il bello secondo me di queste strutture idrauliche, per quanto complesse, è la storia che raccontano…che va ben oltre la citazione letteraria, seppur prestigiosa.
La regolazione idrica fluviale, soprattutto nella Pianura Padana mantovana, tra canalizzazioni e risaie, rappresenta una vera opera d’arte idraulica diffusa, che affonda le sue radici in tempi antichissimi.
La Cultura dell’Acqua, intesa in questo caso come saper “governarla” al fine di utilizzarla senza da essa farsi sopraffare, è davvero affascinante e istruttiva.
In parte può essere utile anche per comprendere quel “certo contendere” che ha caratterizzato l’utilizzo delle acque gardesane in tempi recenti, tra utilizzatori di monte e di valle.
Infatti le acque del Garda sono state storicamente importanti per la Pianura Padana e soprattutto per Mantova, quando ancora non rappresentavano una risorsa turistica, ma alimentare, commerciale e militare.
L’uso turistico ed idroelettrico sono necessità che per quanto primarie, se contestualizzate a livello temporale, occupano davvero un piccolissimo tassello rispetto la grande storia di tradizioni ed usi di questo sistema idrico, che parte dalle Alpi per giungere all’Adriatico.
Vi consiglio una visita alla conca di Governolo, ma necessariamente insieme alla visita del Museo del Mincio, che si trova li in fianco a pochi metri, con ingresso gratuito e con un grande valore aggiunto: la guida gentilissima e davvero disponibile che troverete al suo interno.
Questo fiume, l’unico emissario del Lago di Garda, inizia a Peschiera, all’altezza dei Setteponti, ovvero dove confluiscono insieme le acque dei quattro canali che cingono la fortezza della città.
Dai Setteponti le acque del Garda scorrono lungo un percorso di circa 75km, con un dislivello, tra Peschiera e Goito, di 4 metri in 28 km.
Il Fiume Mincio, alimentato quindi dalle acque gardesane, è da sempre stato importantissimo per vari fattori, come ho avuto modo di descrivere anche per la “tratta del sale” in un mio precedente articolo che ritrovate su questo sito dal titolo: “Peschiera del Garda, il sale e il commercio ittico”.
Proprio per la sua importanza è stato oggetto di grandi cambiamenti nel corso della sua storia, cambiamenti più o meno impattanti per la sua natura.
Il Mincio riceve lungo il suo percorso 11 immissari e sono, partendo da nord sulla sponda destra: i Redoni superiore e inferiore, lo scolo Caldone, il Sofero-Goldone-Seriola-Birbesi, la Seriola Marchionale-Osone Nuovo e la Seriola Piubega Osone Vecchio e questi per la sola spnda destra.
Nella sinistra riceve, nel Lago Superiore, ovvero il primo nel senso della corrente dei tre laghi mantovani, il naviglio di Goito, lo scolo Colarina, il Parcarello, il Rio Freddo e la Fossamanna.
Poco dopo i tre Laghi di Mantova il Mincio riassume le sembianze di un fiume, lasciando sulla sinistra il sistema navigabile: Fissero-Tartaro-Canal Bianco-Po di Levante, arrivando infine all’attuale scaricatore di Governolo, poco prima del suo ingresso nel Fiume Po.
Dagli anni ’80 il “nuovo” scaricatore di Governolo rappresenta il sistema di governo appunto delle acque in entrata nel Po, una barriera al rientro delle stesse e un sistema di regolazione dei Laghi di Mantova.
Prima degli anni ’80 era attiva ancora l’antica conca, detta Conca del Bertazzolo, che ho allegato in foto insieme ad immagini del plastico che la raffigura quando era in funzione.
Da tempo volevo vedere quest’opera idraulica, per toccarla con mano e camminare sopra il vecchio sedime del Mincio, oggi interrato e diventato parco, dove questa “chiusa” rappresentava la parte terminale del fiume, poco prima della sua immissione nel Po.
Anche Dante citò Governolo quando parlava di Peschiera come il “bello e forte arnese” scrivendo che: “Ivi convien che tutto caschi ciò che ‘n grembo a Benaco star non può e fassi fiume giù per verdi paschi. Tosto che l’acqua corre a metter cò non più in Benaco, ma Mencio si chiama fino a Governol dove cade in Po”. cit XX canto, Inferno, Divina Commedia.
Il bello secondo me di queste strutture idrauliche, per quanto complesse, è la storia che raccontano…che va ben oltre la citazione letteraria, seppur prestigiosa.
La regolazione idrica fluviale, soprattutto nella Pianura Padana mantovana, tra canalizzazioni e risaie, rappresenta una vera opera d’arte idraulica diffusa, che affonda le sue radici in tempi antichissimi.
La Cultura dell’Acqua, intesa in questo caso come saper “governarla” al fine di utilizzarla senza da essa farsi sopraffare, è davvero affascinante e istruttiva.
In parte può essere utile anche per comprendere quel “certo contendere” che ha caratterizzato l’utilizzo delle acque gardesane in tempi recenti, tra utilizzatori di monte e di valle.
Infatti le acque del Garda sono state storicamente importanti per la Pianura Padana e soprattutto per Mantova, quando ancora non rappresentavano una risorsa turistica, ma alimentare, commerciale e militare.
L’uso turistico ed idroelettrico sono necessità che per quanto primarie, se contestualizzate a livello temporale, occupano davvero un piccolissimo tassello rispetto la grande storia di tradizioni ed usi di questo sistema idrico, che parte dalle Alpi per giungere all’Adriatico.
Vi consiglio una visita alla conca di Governolo, ma necessariamente insieme alla visita del Museo del Mincio, che si trova li in fianco a pochi metri, con ingresso gratuito e con un grande valore aggiunto: la guida gentilissima e davvero disponibile che troverete al suo interno.