Quante storie può raccontare il Lago di Garda?
Ogni volta che guardo un disegno o mappa storica del Garda, come questa disegnata dal cartografo della Serenissima Repubblica di Venezia, Vincenzo Maria Coronelli, (1650-1718), mi accorgo che la mia attenzione ricade, prima d’ogni altra cosa, su due zone in particolare: Peschiera del Garda, che viene spesso raffigurata, dal ‘500 in poi, come una fortificazione con caratteristiche spiccatamente differenti dalle altre sul Garda e la “fascia” compresa tra il Fiume Adige, il Lago di Loppio e Torbole.
Peschiera del Garda in questo disegno sembra un mix tra una fortezza rinascimentale alla moderna e un castello medioevale…si notano le mura e i bastioni, ma anche torri o strutture alte tipiche dei castelli ante-rinascimento.
Proprio la sua struttura rinascimentale “alla moderna” stimolò spesso l’attenzione dei cartografi e artisti…per questo mi immagino dovesse suscitare, al tempo, fascino e ammirazione per il suo sistema difensivo al passo con le nuovi armi d’offesa.
A nord invece si vede benissimo la “fascia” compresa tra l’Adige e il Garda, all’altezza di Mori, con il Lago di Loppio lungo la via verso il Garda.
Questa “fascia” sembra una facile via di comunicazione tra il fiume e il lago, oltre che il punto in cui la loro distanza si riduce molto.
Per questo motivo fu scelta come teatro di due importanti eventi storici che necessitavano appunto di queste caratteristiche.
Il primo, quello più vicino a noi temporalmente, è la costruzione della Galleria Adige-Garda, tra il 1939 e il 1959.
Questa galleria, storicamente, fu immaginata e ipotizzata per la prima volta proprio dall’autore di questa mappa, Vincenzo Maria Coronelli, nel 1712.
Lui ebbe quindi l’idea di collegare l’Adige al Garda.
L’idea progettuale fu però accantonata anche se, evidentemente, gettò le basi affinchè fosse poi ripresa a fine ‘800, dopo le esondazioni dell’Adige, dove l’ultima, nel settembre del 1882, fu la più devastante.
In seguito a questo evento vennero costruiti i Muraglioni come argine, che vediamo ancora aggi a protezione della città mentre l’idea del Coronelli tornò in auge, venendo realizzata decenni dopo come sistema “salva Verona”, ovvero per scaricare le piene dell’Adige nel Garda.
Il secondo motivo per cui questa zona fu teatro di eventi storici porta la data del 1439, ovvero l’episodio passato alla storia come “Galeas per Montes”.
Questa impresa vide la Serenissima Repubblica far partire da Venezia una flotta di galee e fregate le quali, passando da Chioggia, entrarono nella foce dell’Adige per risalirlo al fine di raggiungere Verona e il Lago di Garda.
Ma come fu possibile per delle navi passare dall’Adige al Garda?
L’impresa, a dir poco titanica, realizzata per aggirare il ducato di Milano che bloccava tutte le vie a sud d’accesso al Garda, vide come detto queste imbarcazioni da guerra risalire l’Adige fino a Verona, da lì, alleggerite con dei galleggianti per ridurne il pescaggio, continuare la risalita a nord per arrivare a sud di Rovereto, all’altezza di Mori (TN).
Da lì, ovvero nella “fascia” che ho descritto all’inizio del post, la flotta fu tirata in secca e con 2000 buoi, fino a 120 coppie per i mezzi navali più grandi, trascinate letteralmente su rulli e strade fatte per l’occasione in tempo reale durante l’avanzamento, per arrivare al Lago di Loppio.
Lì rientrano in acqua per essere nuovamente tirate in secca alla fine del lago e affrontare così il tratto più duro lungo il ripido sentiero di San Govanni e poi giù da Nago verso Torbole.
Per la ripida discesa che si poneva davanti si cercò in ogni modo di frenare la spinta, data dalla forza di gravità, delle grosse imbarcazioni che rischiavano di non poter essere trattenute in discesa.
Così, aprendo le vele delle navi si sfruttò l’Ora del Garda, il vento che nel pomeriggio soffia da sud verso nord.
Si trovò quindi un valido freno alla discesa delle navi che, dovendo seguire in discesa la direzione contraria al vento, trovavano nelle vele spiegate una spinta contraria e un freno naturale quindi allo scivolamento a valle.
Se fossimo stati la allora avremo visto con i nostri occhi una flotta di navi da guerra della Serenissima Repubblica di Venezia letteralmente navigare lungo un sentiero di montagna…fu una cosa dir poco incredibile.
Ma non mi dilungo oltre…
Il mio obiettivo non è raccontare la storia, fatta di date, nomi e ricorrenze, ma provare, con un piccolo assaggio e un pò di curiosità a stimolare l’attenzione e la voglia di scoprire l’immenso patrimonio storico culturale che gravita intorno al Lago di Garda.
Così anche antiche mappe e disegni, invece di passare inosservati, possono trovare sempre un punto di vista stimolante e curioso perchè la storia non è un qualcosa di noioso o statico, anzi…è continua scoperta, comprensione ed esercizio d’immaginazione.
Per questo magari consiglio, per chi fosse interessato, il libro: “1439: galeas per montes” di Ettore Beggiato.
Per chi invece volesse scoprire e toccare con mano le mura di Peschiera del Garda consiglio di fare un giro con le visite guidate in barca, attive tutti i giorni con partenza da piazzetta San Marco, in centro al paese, oppure visitarla con le audioguide, anche in canoa, sup, kayak, ecc…
Peschiera del Garda in questo disegno sembra un mix tra una fortezza rinascimentale alla moderna e un castello medioevale…si notano le mura e i bastioni, ma anche torri o strutture alte tipiche dei castelli ante-rinascimento.
Proprio la sua struttura rinascimentale “alla moderna” stimolò spesso l’attenzione dei cartografi e artisti…per questo mi immagino dovesse suscitare, al tempo, fascino e ammirazione per il suo sistema difensivo al passo con le nuovi armi d’offesa.
A nord invece si vede benissimo la “fascia” compresa tra l’Adige e il Garda, all’altezza di Mori, con il Lago di Loppio lungo la via verso il Garda.
Questa “fascia” sembra una facile via di comunicazione tra il fiume e il lago, oltre che il punto in cui la loro distanza si riduce molto.
Per questo motivo fu scelta come teatro di due importanti eventi storici che necessitavano appunto di queste caratteristiche.
Il primo, quello più vicino a noi temporalmente, è la costruzione della Galleria Adige-Garda, tra il 1939 e il 1959.
Questa galleria, storicamente, fu immaginata e ipotizzata per la prima volta proprio dall’autore di questa mappa, Vincenzo Maria Coronelli, nel 1712.
Lui ebbe quindi l’idea di collegare l’Adige al Garda.
L’idea progettuale fu però accantonata anche se, evidentemente, gettò le basi affinchè fosse poi ripresa a fine ‘800, dopo le esondazioni dell’Adige, dove l’ultima, nel settembre del 1882, fu la più devastante.
In seguito a questo evento vennero costruiti i Muraglioni come argine, che vediamo ancora aggi a protezione della città mentre l’idea del Coronelli tornò in auge, venendo realizzata decenni dopo come sistema “salva Verona”, ovvero per scaricare le piene dell’Adige nel Garda.
Il secondo motivo per cui questa zona fu teatro di eventi storici porta la data del 1439, ovvero l’episodio passato alla storia come “Galeas per Montes”.
Questa impresa vide la Serenissima Repubblica far partire da Venezia una flotta di galee e fregate le quali, passando da Chioggia, entrarono nella foce dell’Adige per risalirlo al fine di raggiungere Verona e il Lago di Garda.
Ma come fu possibile per delle navi passare dall’Adige al Garda?
L’impresa, a dir poco titanica, realizzata per aggirare il ducato di Milano che bloccava tutte le vie a sud d’accesso al Garda, vide come detto queste imbarcazioni da guerra risalire l’Adige fino a Verona, da lì, alleggerite con dei galleggianti per ridurne il pescaggio, continuare la risalita a nord per arrivare a sud di Rovereto, all’altezza di Mori (TN).
Da lì, ovvero nella “fascia” che ho descritto all’inizio del post, la flotta fu tirata in secca e con 2000 buoi, fino a 120 coppie per i mezzi navali più grandi, trascinate letteralmente su rulli e strade fatte per l’occasione in tempo reale durante l’avanzamento, per arrivare al Lago di Loppio.
Lì rientrano in acqua per essere nuovamente tirate in secca alla fine del lago e affrontare così il tratto più duro lungo il ripido sentiero di San Govanni e poi giù da Nago verso Torbole.
Per la ripida discesa che si poneva davanti si cercò in ogni modo di frenare la spinta, data dalla forza di gravità, delle grosse imbarcazioni che rischiavano di non poter essere trattenute in discesa.
Così, aprendo le vele delle navi si sfruttò l’Ora del Garda, il vento che nel pomeriggio soffia da sud verso nord.
Si trovò quindi un valido freno alla discesa delle navi che, dovendo seguire in discesa la direzione contraria al vento, trovavano nelle vele spiegate una spinta contraria e un freno naturale quindi allo scivolamento a valle.
Se fossimo stati la allora avremo visto con i nostri occhi una flotta di navi da guerra della Serenissima Repubblica di Venezia letteralmente navigare lungo un sentiero di montagna…fu una cosa dir poco incredibile.
Ma non mi dilungo oltre…
Il mio obiettivo non è raccontare la storia, fatta di date, nomi e ricorrenze, ma provare, con un piccolo assaggio e un pò di curiosità a stimolare l’attenzione e la voglia di scoprire l’immenso patrimonio storico culturale che gravita intorno al Lago di Garda.
Così anche antiche mappe e disegni, invece di passare inosservati, possono trovare sempre un punto di vista stimolante e curioso perchè la storia non è un qualcosa di noioso o statico, anzi…è continua scoperta, comprensione ed esercizio d’immaginazione.
Per questo magari consiglio, per chi fosse interessato, il libro: “1439: galeas per montes” di Ettore Beggiato.
Per chi invece volesse scoprire e toccare con mano le mura di Peschiera del Garda consiglio di fare un giro con le visite guidate in barca, attive tutti i giorni con partenza da piazzetta San Marco, in centro al paese, oppure visitarla con le audioguide, anche in canoa, sup, kayak, ecc…