327.000.000 di mc…il “salvavita” di Verona
Era il 4 novembre del 1966 quando, dalla Galleria Adige-Garda, entrarono nel Garda circa 64.000.000 di metri cubi d’acqua del Fiume Adige.
La portata dello scarico arrivò a 492 metri cubi/secondo, sfiorando il massimo afflusso possibile, fissato in 500 mc/s.
Tale portata non fu, per fortuna, mai più raggiunta.
Per farsi un’idea della spinta dell’acqua in entrata, basta riguardare le foto dell’ultima apertura della Galleria in stato d’emergenza (in foto), il 29 ottobre del 2018, quando tutti restammo impressionati dalla forza, dal colore e dall’impatto dell’acqua in entrata nel Lago…la portata era “solo” di 350 mc/s, ben 142 mc/s in meno del ’66.
L’apertura di quel 4 novembre fu la seconda in quello stesso anno (la prima avvenne il 17 agosto) e la quarta dalla messa in funzione della Galleria, nel 1959.
Quel giorno si rese infatti necessario scaricare l’eccezionale e pericolosa ondata di piena dell’Adige che, secondo alcuni ingegneri idraulici, avrebbe molto probabilmente rotto gli argini a Verona.
Sappiamo purtroppo che Firenze, in quello stesso giorno e anno, non fu così fortunata.
Quindi perchè Verona si salvò e Firenze no?
E’ presto detto…grazie alla Galleria Adige-Garda, progettata ed entrata in funzione proprio come “salvavita” per la città.
Mi sono permesso di “ribattezzarla” il “Ventiseiesimo immissario del Lago di Garda” in un articolo già pubblicato su questa pagina web, che consiglio di leggere, qualora foste interessati a quest’opera d’ingegneria idraulica, ipotizzata già nel ‘700 e infine realizzata tra il 1939 e il 1959.
Oggi, 4 novembre, è festa nazionale come “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”, ed è gisuto celebrarla, cosa che farò anch’io con piacere questa mattina, senza però dimenticare che è anche una una triste ricorrenza per Firenze.
Facendo un conto, sono circa 327.000.000 i metri cubi di acqua dell’Adige riversati nel Garda dal 17 novembre del 1960, ovvero quando avvenne la prima apertura, ad oggi.
Un volume che corrisponde ad un’altezza pari a oltre 1,20 metri di livello idrico per il Lago di Garda…che, ad ogni apertura, potenzialmente subisce un “trauma” a livello del suo già delicato equilibrio ambientale.
Ogni apertura infatti NON è indolore.
Senza la minima polemica, ma solo per dare un senso al sacrificio che più volte il Lago di Garda ha sostenuto, penso che una giusta e doverosa conoscenza e riconsocenza sarebbe dovuta dalla città di Verona, che forse ignora la fortuna che ha avuto e che ha.
Se vi chiedete perchè dovrebbe, provate a guardare le immagini d’archivio dell’Arno mentre esondava tra le strade della città, distruggendo opere d’arte…lasciandosi alle spalle ben 35 morti.
Credo sia, per Verona, un pò come guardarsi allo specchio di un ipotetico passato di 56 anni fa.
Buon 4 novembre a tutti…W l’Italia e W le Forze Armate.
La portata dello scarico arrivò a 492 metri cubi/secondo, sfiorando il massimo afflusso possibile, fissato in 500 mc/s.
Tale portata non fu, per fortuna, mai più raggiunta.
Per farsi un’idea della spinta dell’acqua in entrata, basta riguardare le foto dell’ultima apertura della Galleria in stato d’emergenza (in foto), il 29 ottobre del 2018, quando tutti restammo impressionati dalla forza, dal colore e dall’impatto dell’acqua in entrata nel Lago…la portata era “solo” di 350 mc/s, ben 142 mc/s in meno del ’66.
L’apertura di quel 4 novembre fu la seconda in quello stesso anno (la prima avvenne il 17 agosto) e la quarta dalla messa in funzione della Galleria, nel 1959.
Quel giorno si rese infatti necessario scaricare l’eccezionale e pericolosa ondata di piena dell’Adige che, secondo alcuni ingegneri idraulici, avrebbe molto probabilmente rotto gli argini a Verona.
Sappiamo purtroppo che Firenze, in quello stesso giorno e anno, non fu così fortunata.
Quindi perchè Verona si salvò e Firenze no?
E’ presto detto…grazie alla Galleria Adige-Garda, progettata ed entrata in funzione proprio come “salvavita” per la città.
Mi sono permesso di “ribattezzarla” il “Ventiseiesimo immissario del Lago di Garda” in un articolo già pubblicato su questa pagina web, che consiglio di leggere, qualora foste interessati a quest’opera d’ingegneria idraulica, ipotizzata già nel ‘700 e infine realizzata tra il 1939 e il 1959.
Oggi, 4 novembre, è festa nazionale come “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”, ed è gisuto celebrarla, cosa che farò anch’io con piacere questa mattina, senza però dimenticare che è anche una una triste ricorrenza per Firenze.
Facendo un conto, sono circa 327.000.000 i metri cubi di acqua dell’Adige riversati nel Garda dal 17 novembre del 1960, ovvero quando avvenne la prima apertura, ad oggi.
Un volume che corrisponde ad un’altezza pari a oltre 1,20 metri di livello idrico per il Lago di Garda…che, ad ogni apertura, potenzialmente subisce un “trauma” a livello del suo già delicato equilibrio ambientale.
Ogni apertura infatti NON è indolore.
Senza la minima polemica, ma solo per dare un senso al sacrificio che più volte il Lago di Garda ha sostenuto, penso che una giusta e doverosa conoscenza e riconsocenza sarebbe dovuta dalla città di Verona, che forse ignora la fortuna che ha avuto e che ha.
Se vi chiedete perchè dovrebbe, provate a guardare le immagini d’archivio dell’Arno mentre esondava tra le strade della città, distruggendo opere d’arte…lasciandosi alle spalle ben 35 morti.
Credo sia, per Verona, un pò come guardarsi allo specchio di un ipotetico passato di 56 anni fa.
Buon 4 novembre a tutti…W l’Italia e W le Forze Armate.