Il legionario romano che parla di ideali rinascimentali
A Peschiera del Garda c’è un monumento che ci parla di un ideale…
Proviamo ad ascoltare cos’ha da dire?
Parcheggiando l’auto nel piazzale del porto, provate a guardare dove rivolge l’attenzione questo legionario romano.
Guarda quello che, una volta, prima della Grande Guerra, era il confine d’Italia, che si trovava infatti nella parte nord del Garda, dopo la linea che congiunge Malcesine e Limone.
Era il 1910 quando il sindaco di Peschiera del Garda, Mario Cacciatori, ebbe l’idea di dedicare un monumento a i caduti delle guerre risorgimentali.
Trovare la somma per tale opera non fu facile allora, cercò quindi un aiuto economico da tutti comuni d’Italia, ma l’adesione fu scarsa.
Intervenne così il Re, Vittorio Emanuele III, con un’ingente somma economica e la statua si realizzò.
A causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale però il lavoro si protrasse, per i motivi bellici e fu terminato anni dopo.
La statua venne così inaugurata il 4 novembre del 1919.
L’idea iniziale, ovvero onorare i caduti del risorgimento italiano si estese, abbracciando anche i caduti della Grande Guerra che, per molti storici, è definita come la quarta guerra risorgimentale, visto che portò l’annessione di Trento e Trieste, perseguendo a pieno l’ideale risorgimentale.
Un ideale di unità, di patria e quindi di libertà.
Là guardava il legionario…là erano rivolti i suoi pensieri, ovvero a quell’ideale che il confine a nord ancora non permetteva di realizzare.
Lo scudo alzato, quasi a proteggerlo dai raggi del sole, sembrano permettere allo sguardo e al cuore di gettarsi con il pensiero già oltre l’ostacolo.
Questo dice, a mio parere, questa statua…ovvero che tutto ciò che oggi abbiamo e diamo spesso per scontato è stato frutto di enormi sacrifici, ottenuti con la volontà di perseguire fino in fondo un ideale.
Proviamo ad ascoltare cos’ha da dire?
Parcheggiando l’auto nel piazzale del porto, provate a guardare dove rivolge l’attenzione questo legionario romano.
Guarda quello che, una volta, prima della Grande Guerra, era il confine d’Italia, che si trovava infatti nella parte nord del Garda, dopo la linea che congiunge Malcesine e Limone.
Era il 1910 quando il sindaco di Peschiera del Garda, Mario Cacciatori, ebbe l’idea di dedicare un monumento a i caduti delle guerre risorgimentali.
Trovare la somma per tale opera non fu facile allora, cercò quindi un aiuto economico da tutti comuni d’Italia, ma l’adesione fu scarsa.
Intervenne così il Re, Vittorio Emanuele III, con un’ingente somma economica e la statua si realizzò.
A causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale però il lavoro si protrasse, per i motivi bellici e fu terminato anni dopo.
La statua venne così inaugurata il 4 novembre del 1919.
L’idea iniziale, ovvero onorare i caduti del risorgimento italiano si estese, abbracciando anche i caduti della Grande Guerra che, per molti storici, è definita come la quarta guerra risorgimentale, visto che portò l’annessione di Trento e Trieste, perseguendo a pieno l’ideale risorgimentale.
Un ideale di unità, di patria e quindi di libertà.
Là guardava il legionario…là erano rivolti i suoi pensieri, ovvero a quell’ideale che il confine a nord ancora non permetteva di realizzare.
Lo scudo alzato, quasi a proteggerlo dai raggi del sole, sembrano permettere allo sguardo e al cuore di gettarsi con il pensiero già oltre l’ostacolo.
Questo dice, a mio parere, questa statua…ovvero che tutto ciò che oggi abbiamo e diamo spesso per scontato è stato frutto di enormi sacrifici, ottenuti con la volontà di perseguire fino in fondo un ideale.