Dov’è finito il Ponte San Giovanni?
Dov’é finito il ponte San Giovanni?
Per un breve periodo questo ponte, che collega a nord le due isole di Peschiera del Garda, fu completamente rimosso.
Era infatti necessario preparare il posto alla nuova costruzione in cemento armato, che avrebbe, da lí a poco, sostituito quella precedente in legno.
É stata l’inevitabile evoluzione della società a fare rimuovere quel bel ponte in legno che, nella parte verso il Bell’Arrivo, era anche levatoio.
Il cemento era un materiale considerato praticamente eterno, privo di manutenzione e dalla “solidità” maggiore…e in un momento di veloce sviluppo economico si rivelò un partner perfetto.
Peccato !!
Certo, non si può ragionare col senno di poi e non é neanche corretto criticare con la mentalità di oggi scelte passate, che hanno evidentemente seguito le corrette logiche del loro tempo.
Questo é chiaro.
Ma si può “sognare” in un certo senso e provare ad immaginare cosa sarebbe stato se…
Ed ecco che, oggi, avremmo potuto vedere un ponte in legno nel pieno del centro storico, un ponte che avrebbe arricchito, con un’ulteriore bellissima immagine storica, la città.
Un ponte che avrebbe fatto un rumore del tutto particolare nel percorrerlo, evocando, con il solo suono delle sue assi, il fascino di un tempo passato.
Un ponte da cui tra l’altro, tra dicembre e gennaio di ogni anno, si calavano le reti per la pesca alla Trota Lacustre, ancora abbondante fino ai primi decenni del ‘900.
Un’abbondanza di Trote che, una volta issate sopra il ponte, ricoprivano di uova le assi del selciato…colorandolo di rosa.
Pochi giorni fa, parlando con un esperto delle derivazioni idriche del Mincio e dei Laghi di Mantova, abbiamo convenuto su un concetto: ovvero che dall’era delle bonifiche, iniziate il secolo scorso, stiamo oggi guardando e tendendo, sia pur per necessità, all’opposto, quindi alla rinaturalizzazione e al ritorno alle zone umide.
É proprio vero che la storia é una ruota che gira…e quindi perché no?!…perché non immaginare, in un prossimo futuro, la possibilità di considerare sempre più seriamente opere ispirate ad un coerente ritorno al passato?
Il recupero degli habitat, oggi divenuto strategico, stà seguendo, per esempio, proprio questo percorso innovativamente inverso…
Il ponte San Giovanni é solo uno dei tanti esempi su cui ragionare e la storia di Peschiera, di esempi, ce ne fornisce in quantità…basta saperli ascoltare.
Per un breve periodo questo ponte, che collega a nord le due isole di Peschiera del Garda, fu completamente rimosso.
Era infatti necessario preparare il posto alla nuova costruzione in cemento armato, che avrebbe, da lí a poco, sostituito quella precedente in legno.
É stata l’inevitabile evoluzione della società a fare rimuovere quel bel ponte in legno che, nella parte verso il Bell’Arrivo, era anche levatoio.
Il cemento era un materiale considerato praticamente eterno, privo di manutenzione e dalla “solidità” maggiore…e in un momento di veloce sviluppo economico si rivelò un partner perfetto.
Peccato !!
Certo, non si può ragionare col senno di poi e non é neanche corretto criticare con la mentalità di oggi scelte passate, che hanno evidentemente seguito le corrette logiche del loro tempo.
Questo é chiaro.
Ma si può “sognare” in un certo senso e provare ad immaginare cosa sarebbe stato se…
Ed ecco che, oggi, avremmo potuto vedere un ponte in legno nel pieno del centro storico, un ponte che avrebbe arricchito, con un’ulteriore bellissima immagine storica, la città.
Un ponte che avrebbe fatto un rumore del tutto particolare nel percorrerlo, evocando, con il solo suono delle sue assi, il fascino di un tempo passato.
Un ponte da cui tra l’altro, tra dicembre e gennaio di ogni anno, si calavano le reti per la pesca alla Trota Lacustre, ancora abbondante fino ai primi decenni del ‘900.
Un’abbondanza di Trote che, una volta issate sopra il ponte, ricoprivano di uova le assi del selciato…colorandolo di rosa.
Pochi giorni fa, parlando con un esperto delle derivazioni idriche del Mincio e dei Laghi di Mantova, abbiamo convenuto su un concetto: ovvero che dall’era delle bonifiche, iniziate il secolo scorso, stiamo oggi guardando e tendendo, sia pur per necessità, all’opposto, quindi alla rinaturalizzazione e al ritorno alle zone umide.
É proprio vero che la storia é una ruota che gira…e quindi perché no?!…perché non immaginare, in un prossimo futuro, la possibilità di considerare sempre più seriamente opere ispirate ad un coerente ritorno al passato?
Il recupero degli habitat, oggi divenuto strategico, stà seguendo, per esempio, proprio questo percorso innovativamente inverso…
Il ponte San Giovanni é solo uno dei tanti esempi su cui ragionare e la storia di Peschiera, di esempi, ce ne fornisce in quantità…basta saperli ascoltare.