I lavori idraulici e infrastrutturali di Peschiera del Garda…ancora oggi attuali
Pubblico oggi alcune foto scattate durante i “Grandi Lavori” di Peschiera del Garda, eseguiti nei primi decenni del ‘900.
Cos’hanno di particolare queste immagini?
Cosa raccontano?
Tante cose in effetti…
Lavori davvero complessi nelle loro realizzazione, quanto nella progettazione.
Oggi non oso pensare quale iter autorizzativo sarebbe necessario per iniziare tali lavori, senza parlare della disponibilità economica.
Ma non mi soffermo tanto su questi scavi (già ne ho scritto più volte), quanto sulla complessità e sull’investimento generale che coinvolse Peschiera del Garda e non solo, proprio in quegli anni.
Solo una decina di anni prima si demolì la cortina Tognon, aprendo la vista al Lago dall’attuale parcheggio del porto. Poi, come detto, i “Grandi Lavori”.
Questi interventi epocali non scavarono quindi solo i canali, ma fecero delle sotto fondazioni in cemento intorno alla fortezza, rafforzando in parte la funzione delle palificate in legno cinquecentesche, che ancora oggi sostengono le mura come fondamenta.
Solo questo fu un lavoro immane.
Si modificò inoltre l’assetto idraulico e morfologico della confluenza dei canali intorno al Bastione San Marco, fino agli attuali Setteponti, migliorando inoltre lo scorrimento idrico di tutti i restanti canali, attraverso un dragaggio che consentì un aumento della portata idrica.
Opere dalla valenza enorme, che hanno cambiato in parte il volto di Peschiera del Garda e non solo.
Il tutto infatti fu quasi propedeutico a quella sistemazione idraulica, immediatamente successiva, che vide realizzare, solo pochi decenni dopo i “Grandi Lavori”, la canalizzazione del Mincio, l’Edificio Regolatore (diga di Salionze), il diversivo e scaricatore nel Mincio, ecc…oltre la Galleria Adige-Garda.
Furono opere che, ancora oggi, fanno il loro lavoro e hanno garantito, tra le altre cose, anche se non ci si pensa, una migliore e più sicura derivazione delle acque gardesane a valle.
Furono perfette, in estrema sintesi, per scaricare o meglio, regimentare, i livelli ed i volumi idrici del Garda.
Quello che immagino, con ironia ovviamente, é che questi lavori avrebbero forse messo a tacere coloro che, nel XVI sec, lamentavano il rischio di future esondazioni del Garda per colpa della neo fortezza pentagonale di Peschiera, accusata allora, in un certo senso, di fare da “tappo” al naturale deflusso a sud delle acque del Lago.
Peschiera é sempre stata protagonista nelle vicende del Lago…letteralmente in ogni senso.
Oggi e nel prossimo futuro, l’obiettivo non sarà prevalentemente quello di garantire un deflusso in sicurezza delle ondate di piena, seppur importante, quanto garantire il massimo accumulo idrico in ogni tempo, conservando la qualità del corpo idrico accumulato.
E’ un’inversione di tendenza da un certo punto di vista, dettata dai tempi che stiamo vivendo e con cui pare dovremo fare i conti in futuro.
La settimana prossima, a riprova di quanto scritto, ci troveremo a Peschiera del Garda con i vertici dell’ente gestore per la regolazione idraulica del Lago di Garda e dei consorzi irrigui Mantovani per ragionare, sempre in una logica condivisa, rispetto le sfide che questa siccità e questi cambiamenti climatici ci stanno presentando.
Il futuro del Garda, a mio avviso, sarà quello di pensare in grande, come bacino idrografico, coordinando progetti ed esigenze che si estendono dalle sorgenti del Sarca fino a Mantova e al Fiume Po.
Questa è la realtà…e Peschiera del Garda si trova nel mezzo, proprio come l’ago di una bilancia.
Guardando l’entità delle opere che sono state realizzate dai nostri “nonni”, la loro estensione e i territori diversi che sono stati interessati, credo che non ci possano essere scuse o impedimenti sulla strada che, volenti o nolenti, dovremo necessariamente percorrere.
La storia ci fornisce sempre l’occasione di riflettere e ragionare sul futuro…
Credist foto: dal libro “Peschiera è Graziosa e Bella” di Franco Prospero e Giorgio Capone, che consiglio di acquistare.
Cos’hanno di particolare queste immagini?
Cosa raccontano?
Tante cose in effetti…
Lavori davvero complessi nelle loro realizzazione, quanto nella progettazione.
Oggi non oso pensare quale iter autorizzativo sarebbe necessario per iniziare tali lavori, senza parlare della disponibilità economica.
Ma non mi soffermo tanto su questi scavi (già ne ho scritto più volte), quanto sulla complessità e sull’investimento generale che coinvolse Peschiera del Garda e non solo, proprio in quegli anni.
Solo una decina di anni prima si demolì la cortina Tognon, aprendo la vista al Lago dall’attuale parcheggio del porto. Poi, come detto, i “Grandi Lavori”.
Questi interventi epocali non scavarono quindi solo i canali, ma fecero delle sotto fondazioni in cemento intorno alla fortezza, rafforzando in parte la funzione delle palificate in legno cinquecentesche, che ancora oggi sostengono le mura come fondamenta.
Solo questo fu un lavoro immane.
Si modificò inoltre l’assetto idraulico e morfologico della confluenza dei canali intorno al Bastione San Marco, fino agli attuali Setteponti, migliorando inoltre lo scorrimento idrico di tutti i restanti canali, attraverso un dragaggio che consentì un aumento della portata idrica.
Opere dalla valenza enorme, che hanno cambiato in parte il volto di Peschiera del Garda e non solo.
Il tutto infatti fu quasi propedeutico a quella sistemazione idraulica, immediatamente successiva, che vide realizzare, solo pochi decenni dopo i “Grandi Lavori”, la canalizzazione del Mincio, l’Edificio Regolatore (diga di Salionze), il diversivo e scaricatore nel Mincio, ecc…oltre la Galleria Adige-Garda.
Furono opere che, ancora oggi, fanno il loro lavoro e hanno garantito, tra le altre cose, anche se non ci si pensa, una migliore e più sicura derivazione delle acque gardesane a valle.
Furono perfette, in estrema sintesi, per scaricare o meglio, regimentare, i livelli ed i volumi idrici del Garda.
Quello che immagino, con ironia ovviamente, é che questi lavori avrebbero forse messo a tacere coloro che, nel XVI sec, lamentavano il rischio di future esondazioni del Garda per colpa della neo fortezza pentagonale di Peschiera, accusata allora, in un certo senso, di fare da “tappo” al naturale deflusso a sud delle acque del Lago.
Peschiera é sempre stata protagonista nelle vicende del Lago…letteralmente in ogni senso.
Oggi e nel prossimo futuro, l’obiettivo non sarà prevalentemente quello di garantire un deflusso in sicurezza delle ondate di piena, seppur importante, quanto garantire il massimo accumulo idrico in ogni tempo, conservando la qualità del corpo idrico accumulato.
E’ un’inversione di tendenza da un certo punto di vista, dettata dai tempi che stiamo vivendo e con cui pare dovremo fare i conti in futuro.
La settimana prossima, a riprova di quanto scritto, ci troveremo a Peschiera del Garda con i vertici dell’ente gestore per la regolazione idraulica del Lago di Garda e dei consorzi irrigui Mantovani per ragionare, sempre in una logica condivisa, rispetto le sfide che questa siccità e questi cambiamenti climatici ci stanno presentando.
Il futuro del Garda, a mio avviso, sarà quello di pensare in grande, come bacino idrografico, coordinando progetti ed esigenze che si estendono dalle sorgenti del Sarca fino a Mantova e al Fiume Po.
Questa è la realtà…e Peschiera del Garda si trova nel mezzo, proprio come l’ago di una bilancia.
Guardando l’entità delle opere che sono state realizzate dai nostri “nonni”, la loro estensione e i territori diversi che sono stati interessati, credo che non ci possano essere scuse o impedimenti sulla strada che, volenti o nolenti, dovremo necessariamente percorrere.
La storia ci fornisce sempre l’occasione di riflettere e ragionare sul futuro…
Credist foto: dal libro “Peschiera è Graziosa e Bella” di Franco Prospero e Giorgio Capone, che consiglio di acquistare.