L’influenza aviaria sul Garda, le corrette informazioni da sapere
“Ancò i cocài i è deventè siori anca lori…”
Oggi purtroppo i gabbiani (cocài) non se la passano troppo bene a causa dell’influenza aviaria, che ne stà uccidendo parecchi su tutto il Lago di Garda.
Quest’influenza trova proprio nell’avifauna selvatica e negli anatidi un “serbatoio” naturale, in quanto il virus alberga nel loro intestino.
Leggendo alcune direttive ministeriali (Minstero della Salute), consultabili su questo link che vi consiglio di leggere, per opportuna conoscenza: https://veterinari.aulss9.veneto.it/Influenza-aviaria, si evince come questi focolai di aviara siano circolanti in Europa da parecchi da anni.
Sono quindi fenomeni conosciuti.
Leggendo inoltre le informazioni dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSV), che potete trovare sempre nel link sopra, è possibile anche contestualizzare storicamente questa situazione, per comprendere meglio il fenomeno ed evitare quindi allarmismi inutili e dannosi.
L’influenza aviaria fu descritta, come prima volta, proprio da uno studioso italiano, Edoardo Perroncito, nel 1878.
Nel 1901 questa malattia, consociuta allora come “peste dei polli”, venne ricondotta ad un virus, poi identificato nel 1955.
Dal 1959 la malattia fu segnalata un pò in tutto il mondo. L’H5N1, ovvero questa influenza aviaria ad alta patogenicità, che stà affliggendo oggi i gabbiani, è stata isolata nel 1996 in Cina, nella provincia del Guandgong e da allora si è diffusa un pò in tutto il mondo.
Ecco che ATS Brescia e l’Az. USLL Scaligera hanno fornito le indicazioni utili per la salute pubblica e animale ed i comuni gardesani si sono attivati, secondo le indicazioni ricevute, per informare la popolazione, rimuovere le caracasse di questi poveri animali e “smaltirli” nei modi corretti.
Dalle ultime notizie pare che questa epidemia si stia esaurendo, ma bisognerà aspettare ancora un pò presumo per avere delle certezze.
“I cocài…una storia gardesana” questo è il titolo dell’articolo che avevo scritto (che trovate in questo sito) e la frase in dialetto veronese, con cui ho iniziato questo articolo è la stessa che ritrovate anche nell’altro…del resto, leggendolo, capirete come anche loro siano parte della storia e dell’identità gardesana.
Oggi purtroppo i gabbiani (cocài) non se la passano troppo bene a causa dell’influenza aviaria, che ne stà uccidendo parecchi su tutto il Lago di Garda.
Quest’influenza trova proprio nell’avifauna selvatica e negli anatidi un “serbatoio” naturale, in quanto il virus alberga nel loro intestino.
Leggendo alcune direttive ministeriali (Minstero della Salute), consultabili su questo link che vi consiglio di leggere, per opportuna conoscenza: https://veterinari.aulss9.veneto.it/Influenza-aviaria, si evince come questi focolai di aviara siano circolanti in Europa da parecchi da anni.
Sono quindi fenomeni conosciuti.
Leggendo inoltre le informazioni dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSV), che potete trovare sempre nel link sopra, è possibile anche contestualizzare storicamente questa situazione, per comprendere meglio il fenomeno ed evitare quindi allarmismi inutili e dannosi.
L’influenza aviaria fu descritta, come prima volta, proprio da uno studioso italiano, Edoardo Perroncito, nel 1878.
Nel 1901 questa malattia, consociuta allora come “peste dei polli”, venne ricondotta ad un virus, poi identificato nel 1955.
Dal 1959 la malattia fu segnalata un pò in tutto il mondo. L’H5N1, ovvero questa influenza aviaria ad alta patogenicità, che stà affliggendo oggi i gabbiani, è stata isolata nel 1996 in Cina, nella provincia del Guandgong e da allora si è diffusa un pò in tutto il mondo.
Ecco che ATS Brescia e l’Az. USLL Scaligera hanno fornito le indicazioni utili per la salute pubblica e animale ed i comuni gardesani si sono attivati, secondo le indicazioni ricevute, per informare la popolazione, rimuovere le caracasse di questi poveri animali e “smaltirli” nei modi corretti.
Dalle ultime notizie pare che questa epidemia si stia esaurendo, ma bisognerà aspettare ancora un pò presumo per avere delle certezze.
“I cocài…una storia gardesana” questo è il titolo dell’articolo che avevo scritto (che trovate in questo sito) e la frase in dialetto veronese, con cui ho iniziato questo articolo è la stessa che ritrovate anche nell’altro…del resto, leggendolo, capirete come anche loro siano parte della storia e dell’identità gardesana.