“Marchio d’eccellenza/qualità” del pescato gardesano…sempre più vicino
Anni fa ho letto e poi riletto varie volte, il libro dell’ittiologo Enzo Oppi: “𝙍𝙄𝘾𝙀𝙍𝘾𝙃𝙀 𝙎𝙐𝙄 𝙋𝙀𝙎𝘾𝙄 𝘿𝙀𝙇 𝙇𝘼𝙂𝙊 𝘿𝙄 𝙂𝘼𝙍𝘿𝘼”.
Un testo che ha cambiato il mio modo di vedere ed intendere il Lago.
Oltre che aver “scattato una foto” di come era il Garda tra gli anni ’70 e ’80, attraverso l’Ittiofauna e l’habitat, Oppi espresse un concetto che mi é rimasto fisso nella mente, ovvero la possibilità di riconoscere al pescato gardesano un “𝙢𝙖𝙧𝙘𝙝𝙞𝙤 𝙙’𝙚𝙘𝙘𝙚𝙡𝙡𝙚𝙣𝙯𝙖”, come modello di valorizzazione.
Era qualcosa rivolto allora soprattutto ai pescatori di professione, per aiutarli a preservare in futuro il loro lavoro, attraverso appunto una “visione qualitativa” che apriva le porte, di fatto, ad un contingentamento lungimirante del prelievo.
Seppur parafrasandole, riporto ora le parole di un pescatore di Garda, perchè emblematiche; parole che si possono leggere integralmente nell’introduzione del libro di Oppi, pubblicato postumo nel 1989.
Sono riflessioni che fanno oggi molto riflettere…
“𝘈𝘭𝘭’𝘪𝘯𝘪𝘻𝘪𝘰 𝘭𝘰 𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘢𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘶𝘯 𝘪𝘯𝘵𝘳𝘶𝘴𝘰…𝘷𝘦𝘯𝘪𝘷𝘢 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘪𝘵𝘵à 𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦𝘷𝘢 𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘴𝘤𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘎𝘢𝘳𝘥𝘢, 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘷𝘢 𝘴𝘱𝘪𝘦𝘨𝘢𝘳𝘦 𝘢 𝘯𝘰𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘳𝘭𝘢 𝘢𝘷𝘢𝘯𝘵𝘪?
𝘔𝘢 𝘱𝘰𝘪 𝘩𝘰 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘦𝘵𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘦 𝘭’𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘷𝘢 𝘢𝘷𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘪𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘦 𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘦 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘢𝘮𝘣𝘪𝘢𝘵𝘦.
𝘏𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘪𝘯𝘤𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘢 𝘧𝘳𝘦𝘲𝘶𝘦𝘯𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘢𝘴𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘦 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘭𝘦 𝘴𝘶𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘴𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘱𝘪𝘢𝘯 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘨𝘳𝘢𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘢𝘵𝘢 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘳𝘢𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘨𝘢𝘳𝘥𝘦𝘴𝘢𝘯𝘢 𝘦 𝘷𝘪𝘤𝘦𝘷𝘦𝘳𝘴𝘢.
𝘕𝘰𝘪 𝘱𝘦𝘴𝘤𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘢𝘳𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘢𝘯𝘥𝘢𝘷𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘭𝘦𝘷𝘢𝘵𝘰, 𝘱𝘦𝘳 𝘮𝘶𝘯𝘨𝘦𝘳𝘯𝘦 𝘭𝘦 𝘶𝘰𝘷𝘢 𝘢 𝘴𝘤𝘰𝘱𝘰 𝘳𝘪𝘱𝘳𝘰𝘥𝘶𝘵𝘵𝘪𝘷𝘰, 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘢 𝘥𝘦𝘵𝘦𝘳𝘮𝘪𝘯𝘢𝘵𝘦 𝘮𝘪𝘴𝘶𝘳𝘦 𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢, 𝘤𝘰𝘴ì 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰 𝘦 𝘢𝘵𝘵𝘶𝘢𝘵𝘰, 𝘶𝘯’𝘢𝘶𝘵𝘰 𝘭𝘪𝘮𝘪𝘵𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘢𝘭 𝘱𝘳𝘦𝘭𝘪𝘦𝘷𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘢𝘳𝘥𝘢, 𝘱𝘦𝘳 𝘵𝘶𝘵𝘦𝘭𝘢𝘳𝘯𝘦 𝘭𝘢 𝘣𝘪𝘰𝘮𝘢𝘴𝘴𝘢.
𝘊𝘦𝘳𝘵𝘰, 𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘦 𝘢𝘷𝘳𝘦𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘧𝘦𝘳𝘪𝘵𝘰 𝘴𝘦 𝘯𝘦 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘦 𝘻𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘦 𝘴𝘶𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘥𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘢 𝘴𝘤𝘪𝘦𝘯𝘻𝘪𝘢𝘵𝘰, 𝘮𝘢 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘪𝘤𝘦𝘷𝘢, 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘧𝘪𝘯𝘦, 𝘦𝘳𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘳𝘪𝘷𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘢 𝘮𝘢𝘯𝘵𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘯 𝘴𝘢𝘭𝘶𝘵𝘦 𝘪𝘭 𝘭𝘢𝘨𝘰 𝘦 𝘥𝘢𝘳𝘦 𝘢 𝘯𝘰𝘪 𝘭𝘢 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘪 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘳 𝘱𝘳𝘰𝘴𝘱𝘦𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘪𝘭 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰…𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦’, 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘰, 𝘧𝘳𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯 𝘱𝘦𝘴𝘤𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘦𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪𝘴𝘵𝘢 𝘢𝘯𝘥𝘳𝘢’ 𝘱𝘪𝘶’ 𝘢 𝘱𝘦𝘴𝘤𝘢𝘳𝘦”…era il 1989.
Oppi suggerí, oltre 40 anni fa, azioni e proposte che probabilmente oggi, fossero state intraprese allora, ci consegnerebbero una situazione differente dall’attuale…dove praticamente sono rimaste solo due le specie a mentenere in vita un mercato ed una tradizione secolare: la pesca.
Siamo ancora in tempo però e le sue parole e proposte, per quel che mi riguarda, restano più che valide.
Io credo, spero almeno, di averne onorato una parte, riportando in auge proprio la proposta del “𝙢𝙖𝙧𝙘𝙝𝙞𝙤 𝙙’𝙚𝙘𝙘𝙚𝙡𝙡𝙚𝙣𝙯𝙖”. Questa proposta, diventata 2.0, é ora in divenire.
Ha già conquistato l’attenzione e la collaborazione fattiva di importanti istituzioni e categorie, che si sono messe a disposizione ed in gioco, di comune accordo, per realizzarla, ved. articolo in allegato pubblicato ieri.
Ora, dopo aver recepito già ottimi feedback a riguardo, passeremo a proporre l’idea ai pescatori di professione, affinché possano giustamente valutarne l’opportunità o meno.
Alcuni di loro, che conobbero Enzo Oppi, sono ancora in attività…spero non abbiano dimenticato quelle proposte e la loro potenziale lungimiranza alla luce della situazione attuale.
Spero anche che, grazie a loro, si possa arrivare infine al traguardo.
W il Lago di Garda.
Un testo che ha cambiato il mio modo di vedere ed intendere il Lago.
Oltre che aver “scattato una foto” di come era il Garda tra gli anni ’70 e ’80, attraverso l’Ittiofauna e l’habitat, Oppi espresse un concetto che mi é rimasto fisso nella mente, ovvero la possibilità di riconoscere al pescato gardesano un “𝙢𝙖𝙧𝙘𝙝𝙞𝙤 𝙙’𝙚𝙘𝙘𝙚𝙡𝙡𝙚𝙣𝙯𝙖”, come modello di valorizzazione.
Era qualcosa rivolto allora soprattutto ai pescatori di professione, per aiutarli a preservare in futuro il loro lavoro, attraverso appunto una “visione qualitativa” che apriva le porte, di fatto, ad un contingentamento lungimirante del prelievo.
Seppur parafrasandole, riporto ora le parole di un pescatore di Garda, perchè emblematiche; parole che si possono leggere integralmente nell’introduzione del libro di Oppi, pubblicato postumo nel 1989.
Sono riflessioni che fanno oggi molto riflettere…
“𝘈𝘭𝘭’𝘪𝘯𝘪𝘻𝘪𝘰 𝘭𝘰 𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘢𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘶𝘯 𝘪𝘯𝘵𝘳𝘶𝘴𝘰…𝘷𝘦𝘯𝘪𝘷𝘢 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘪𝘵𝘵à 𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦𝘷𝘢 𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘴𝘤𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘎𝘢𝘳𝘥𝘢, 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘷𝘢 𝘴𝘱𝘪𝘦𝘨𝘢𝘳𝘦 𝘢 𝘯𝘰𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘳𝘭𝘢 𝘢𝘷𝘢𝘯𝘵𝘪?
𝘔𝘢 𝘱𝘰𝘪 𝘩𝘰 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘦𝘵𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘦 𝘭’𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘷𝘢 𝘢𝘷𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘪𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘦 𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘦 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘢𝘮𝘣𝘪𝘢𝘵𝘦.
𝘏𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘪𝘯𝘤𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘢 𝘧𝘳𝘦𝘲𝘶𝘦𝘯𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘢𝘴𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘦 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘭𝘦 𝘴𝘶𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘴𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘱𝘪𝘢𝘯 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘨𝘳𝘢𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘢𝘵𝘢 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘳𝘢𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘨𝘢𝘳𝘥𝘦𝘴𝘢𝘯𝘢 𝘦 𝘷𝘪𝘤𝘦𝘷𝘦𝘳𝘴𝘢.
𝘕𝘰𝘪 𝘱𝘦𝘴𝘤𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘢𝘳𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘢𝘯𝘥𝘢𝘷𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘭𝘦𝘷𝘢𝘵𝘰, 𝘱𝘦𝘳 𝘮𝘶𝘯𝘨𝘦𝘳𝘯𝘦 𝘭𝘦 𝘶𝘰𝘷𝘢 𝘢 𝘴𝘤𝘰𝘱𝘰 𝘳𝘪𝘱𝘳𝘰𝘥𝘶𝘵𝘵𝘪𝘷𝘰, 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘢 𝘥𝘦𝘵𝘦𝘳𝘮𝘪𝘯𝘢𝘵𝘦 𝘮𝘪𝘴𝘶𝘳𝘦 𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢, 𝘤𝘰𝘴ì 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰 𝘦 𝘢𝘵𝘵𝘶𝘢𝘵𝘰, 𝘶𝘯’𝘢𝘶𝘵𝘰 𝘭𝘪𝘮𝘪𝘵𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘢𝘭 𝘱𝘳𝘦𝘭𝘪𝘦𝘷𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘢𝘳𝘥𝘢, 𝘱𝘦𝘳 𝘵𝘶𝘵𝘦𝘭𝘢𝘳𝘯𝘦 𝘭𝘢 𝘣𝘪𝘰𝘮𝘢𝘴𝘴𝘢.
𝘊𝘦𝘳𝘵𝘰, 𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘦 𝘢𝘷𝘳𝘦𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘧𝘦𝘳𝘪𝘵𝘰 𝘴𝘦 𝘯𝘦 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘦 𝘻𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘦 𝘴𝘶𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘥𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘢 𝘴𝘤𝘪𝘦𝘯𝘻𝘪𝘢𝘵𝘰, 𝘮𝘢 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘪𝘤𝘦𝘷𝘢, 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘧𝘪𝘯𝘦, 𝘦𝘳𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘳𝘪𝘷𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘢 𝘮𝘢𝘯𝘵𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘯 𝘴𝘢𝘭𝘶𝘵𝘦 𝘪𝘭 𝘭𝘢𝘨𝘰 𝘦 𝘥𝘢𝘳𝘦 𝘢 𝘯𝘰𝘪 𝘭𝘢 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘪 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘳 𝘱𝘳𝘰𝘴𝘱𝘦𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘪𝘭 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰…𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦’, 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘰, 𝘧𝘳𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯 𝘱𝘦𝘴𝘤𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘦𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪𝘴𝘵𝘢 𝘢𝘯𝘥𝘳𝘢’ 𝘱𝘪𝘶’ 𝘢 𝘱𝘦𝘴𝘤𝘢𝘳𝘦”…era il 1989.
Oppi suggerí, oltre 40 anni fa, azioni e proposte che probabilmente oggi, fossero state intraprese allora, ci consegnerebbero una situazione differente dall’attuale…dove praticamente sono rimaste solo due le specie a mentenere in vita un mercato ed una tradizione secolare: la pesca.
Siamo ancora in tempo però e le sue parole e proposte, per quel che mi riguarda, restano più che valide.
Io credo, spero almeno, di averne onorato una parte, riportando in auge proprio la proposta del “𝙢𝙖𝙧𝙘𝙝𝙞𝙤 𝙙’𝙚𝙘𝙘𝙚𝙡𝙡𝙚𝙣𝙯𝙖”. Questa proposta, diventata 2.0, é ora in divenire.
Ha già conquistato l’attenzione e la collaborazione fattiva di importanti istituzioni e categorie, che si sono messe a disposizione ed in gioco, di comune accordo, per realizzarla, ved. articolo in allegato pubblicato ieri.
Ora, dopo aver recepito già ottimi feedback a riguardo, passeremo a proporre l’idea ai pescatori di professione, affinché possano giustamente valutarne l’opportunità o meno.
Alcuni di loro, che conobbero Enzo Oppi, sono ancora in attività…spero non abbiano dimenticato quelle proposte e la loro potenziale lungimiranza alla luce della situazione attuale.
Spero anche che, grazie a loro, si possa arrivare infine al traguardo.
W il Lago di Garda.