Una storia nata male che poteva finire meglio…l’idrovia Garda-Mantova.
Da anni ormai, alcune forze politiche e della società civile di Mantova, sono alle prese con il progetto di navigazione idrovia Garda-Mincio, che vorrebbe collegare il Lago di Garda a Mantova con barche di navigazione di linea, passando per il Fiume Mincio.
Un progetto da oltre 200.000.000 di euro che verrebbe realizzato attraverso i fondi PNRR.
Questo progetto ha visto negli anni due sostanziali evoluzioni.
La prima vedeva la navigazione passare all’interno del canale Virgilio, per condurre poi le navi fino oltre l’Edificio Regolatore del Lago di Garda, attraverso dei bacini (conche) di sollevamento, per proseguire poi nel Garda attraverso il passaggio con ponti girevoli a Peschiera.
Successivamente il progetto, risultando soprattutto dal sottoscritto del tutto fuori luogo ed inattuabile, è stato modificato e ripresentato attraverso una nuova veste, ovvero la rinaturazione del Fiume Mincio, tramite una sua “bacinizzazione”.
In questo modo il percorso delle navi avrebbe trovato, in questi bacini, i punti di sollevamento, tramite apposite conche, per risalire il dislivello presente rispetto il livello del mare, tra i Laghi di Mantova ed il Lago di Garda, per fermarsi a Peschiera con la costruzione di un porto, appena a monte dei Setteponti, per carico e scarico passeggeri.
Entrambi i progetti hanno trovato la mia ferma opposizione, non solo la mia a dir il vero ed entrambi sono stati abbandonati, in quanto nati senza una condivisione con il territorio, soprattutto con Peschiera che sarebbe dovuta diventare, secondo queste progettazioni, il punto focale del percorso, senza che la stessa ne fosse al corrente fino a progetto presentato.
Fu questa una grave mancanza di rispetto politico/amministrativa ed un passo falso da parte dei proponenti che, di fatto, cominciarono con il piede sbagliato l’iter procedurale verso la condivisione di questa progettazione, che non stava in piedi in partenza a prescindere dala forma con cui è stata presentata.
Nonostante queste prime due bocciature, recentemente un assessore della Regione Lombardia, ha voluto nuovamente rilanciare il progetto, mantenendo incredibilmente la stessa forma di presentazione, ovvero quella della non condivisione preventiva con le amministrazioni ed i territori.
Avrei voluto lasciar perdere e non scrivere nulla, lasciar quindi naufragare la proposta da sola, ma proprio non ho potuto…anche perché, come scritto, questa volta rispetto le altre, è stato un assessore regionale lombardo a farsene promotore, presentando il progetto e passandolo alla stampa senza un minimo confronto preventivo.
La questione però si è nuovamente chiusa in partenza in quanto, per accedere al Lago di Garda, bisogna passare, volenti o nolenti, da Peschiera del Garda, punto strategico e fulcro di questo progetto, ma come ho sempre detto da Peschiera, in questi termini, NON si passa.
E’ una questione di buon senso, conoscenza del territorio e delle sue criticità.
Ora con questo articolo, senza entrare nello specifico dei vari progetti e loro modifiche (che sinceramente ho apprezzato a livello idraulico ed ingegneristico), spiego i perché, senza polemica, ma per onor di cronoca.
Ho relazionato nelle sedi preposte, durante le prime due presentazioni dell’idrovia, l’inopportunità di realizzare sul Garda e a Peschiera in particolare, questo passaggio e ormeggio di imbarcazioni, di stazza considerevole per alcune di esse, si parla infatti di navi/hotel, come ho avuto modo di leggere negli ultimi articoli promossi dall’assessore lombardo.
Il fatto è che non si possono oltrepassare i ponti stradali a Peschiera del Garda, appena a monte dell’inizio del Fiume Mincio che condurrebbero al lago aperto, in quanto adatti a sole piccole imbarcazioni da diporto e l’idea di sostituirli con ponti girevoli è a dir poco impresentabile (idea prevista nel primo dei due progetti presentati anni fa).
Non faccio fatica ad immaginare quali disagi potrebbe generare, a luglio o agosto per esempio, un ponte levatoio che si alza per fare passare una nave passeggeri, mentre il traffico veicolare attende di transitare, tra l’altro proprio in prossimità dell’uscita del casello dell’autostrada e confluenza della SR11 e Gardesana Orientale.
In aggiunta, proprio la zona intorno alle mura di Peschiera sta per diventare un parco ittiogenico a tutela della biodiversità, grazie al finanziamento già ottenuto con il bando Habitat della Fondazione Cariverona.
Tutta questa zona diventerà una “nursery” per l’ittiofauna gardesana, oltre ad essere zona privilegiata per Associazione Remiera Peschiera a.s.d., dove centinaia di ragazzi e ragazze, di tutte le età, praticano voga, canottaggio e kayak in sicurezza, per il fatto che anni fa ho istituito un divieto di navigazione a motore (eccetto frontisti), su tutto lo spazio acqueo a valle dei ponti arilicensi, fino al limite comunale del Fiume Mincio a sud.
Pensare che proprio in questa zona vi possa essere transito, sbarco/imbarco e zona di attesa per navi passeggeri e da diporto…mi sembra davvero troppo.
Ma, come sempre, non voglio fare polemica e ripropongo piuttosto delle soluzioni alternative.
Una volta esisteva la ferrovia Mantova-Peschiera, la 𝙇𝙞𝙩𝙩𝙤𝙧𝙞𝙣𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙈𝙞𝙣𝙘𝙞𝙤, che credo oggi troverebbe un consenso pressoché unanime se fosse possibile ipotizzarne seriamente la rinascita.
Dalla sua avrebbe una forza enorme a livello “emozionale” e storico, in quanto ancora viva nella memoria di molte persone.
Anche la ciclabile E6 è un altro valido corridoio (già attivo in questo caso) tra il Garda e Mantova, a cui gioverebbe la rinaturazione del Mincio, senza doverla legare per forza all’idrovia, come “merce di scambio”, ovvero o tutto il “pacchetto” o niente.
Potrebbe diventare una delle ciclabili più belle e frequentate d’Europa a mio modesto parere, che si innesterebbe perfettamente con la Ciclovia del Garda, proprio a Peschiera.
Per questo motivo il Comune di Peschiera del Garda è già capofila con i Comuni di Ponti s/M, Monzambano, Valeggio s/M e Volta Mantovana per la sua riqualificazione, con un progetto già pronto ed una visione d’insieme che si completerebbe alla perfezione raggiungendo proprio la città di Mantova.
Questi progetti già incontrano il favore delle amministrazioni in modo trasversale, sia venete che lombarde, rispetto ad una navigazione ed una idrovia che, nel tratto Peschiera-Mantova, impiegherebbe circa 7 ore per la sola andata (da progetto), navigando in buona parte pure all’interno di invasi in cemento.
Mantova è una città splendida, bellissima, ricca di storia, cultura e dalle tradizioni gastronomiche eccezionali, una città d’acqua, legata al Garda dal Fiume Mincio e a Peschiera sia storicamente che per questioni idrauliche.
Per questo, con il massimo rispetto che nutro verso il ruolo che ricopre, verso le istituzioni ed i territori, suggerisco di valutare le proposte che ho elencato, che avevo già esposto appunto come “contro-proposte” all’idrovia nelle sedi opportune ed in modo collegiale.
E’ una questione di volontà politica a questo punto e di priorità in quanto, se si è pronti a rincorrere il PNRR per 200.000.000 di euro per l’idrovia, bacinizzando il Fiume Mincio (con tutte le perplessità del caso), costruendo bacini di risalita per le navi (per compensare il dislivello sul livello del mare), con scale di rimonta per l’ittiofauna necessarie ad ogni sbarramento, nuovi porti, ecc…non credo non si possa valutare insieme quanto proposto e che non si possano in caso risolvere eventuali criticità progettuali.
A buon intenditor…
La vicenda, se la vogliamo identificare come la puntata n°3 di questa storia, si è chiusa oggi con le dichiarazioni dell’assessore lombardo, rese a mezzo stampa, che ha “ritirato” il progetto in quanto sia parte della politica lombarda e la totalità dei consorzi irrigui mantovani, lo osteggiavano duramente, ritenendolo anch’essi inopportuno.
L’ipotetico investimento del PNRR non ricadrà più lungo l’asta del Mincio, ma non è una vittoria…è una amara constatazione da un certo punto di vista.
Infatti, si sarebbero potuti dirottare tali ipotetici investimenti ad attenzioni in uno o più progetti alterativi, per esempio i due che ho sopra citato, che già incontravano e incontrano tutt’ora il favore di tantissime persone in modo trasversale, come ho avuto modo di verificare.
Un’occasione persa non tanto per il Mincio, che di certo si è salvato da un intervento probabilmente impattante per il suo habitat, visto che la bacinizzazione lascia davvero troppi dubbi in merito all’ecosistema fluviale, ma per un territorio intero che avrebbe potuto almeno vedere la politica impegnata a riconsiderare un progetto nato male e finito peggio in qualcosa di nuovo e più affine al pubblico sentire, utile, a basso impatto e dalle enormi potenzialità.
E’ una sconfitta della politica, di certa politica, non del territorio.
L’unica vittoria, almeno dal mio punto di vista, nonostante io detesti essere uno che dice “NO”, è aver evitato (per la parte avuta in questa questione) che i soldi del PNRR venissero spesi per un progetto irrealizzabile e insostenibile…soldi che avremo comunque dovuto ripagare presto o tardi, perché il PNRR non regala soldi a nessuno, questo è certo.
Restando in cose più realizzabili e pragmatiche…
Peschiera del Garda, grazie ad un’idea progettuale lungimirante, è oggi capo fila di un progetto di riqualificazione del tratto di ciclabile E6, unendo insieme Ponti s/M, Monzambano, Valeggio s/M-Borghetto e Volta Mantovana, con la sana ambizione di creare uno dei più innovativi e frequentati tratti di ciclabile in Europa.
L’auspicio sarà di poter vedere al più presto, l’inserimento e l’arrivo quindi in questo progetto della città di Mantova, per completare idealmente questa ciclabile, che porterà quel turismo che Mantova sta cercando e quella comunicazione tra il Garda e le terre dei Gonzaga che arricchirebbe entrambi i territori, oltre quella sostenibilità nella realizzazione di infrastrutture che l’Europa e l’Italia sta rincorrendo.
Ciclabile E6 Peschiera-Mantova e Littorina del Mincio…due obiettivi che farebbero di questa storia una storia inziata male che sarebbe potuta finire meglio!
Un progetto da oltre 200.000.000 di euro che verrebbe realizzato attraverso i fondi PNRR.
Questo progetto ha visto negli anni due sostanziali evoluzioni.
La prima vedeva la navigazione passare all’interno del canale Virgilio, per condurre poi le navi fino oltre l’Edificio Regolatore del Lago di Garda, attraverso dei bacini (conche) di sollevamento, per proseguire poi nel Garda attraverso il passaggio con ponti girevoli a Peschiera.
Successivamente il progetto, risultando soprattutto dal sottoscritto del tutto fuori luogo ed inattuabile, è stato modificato e ripresentato attraverso una nuova veste, ovvero la rinaturazione del Fiume Mincio, tramite una sua “bacinizzazione”.
In questo modo il percorso delle navi avrebbe trovato, in questi bacini, i punti di sollevamento, tramite apposite conche, per risalire il dislivello presente rispetto il livello del mare, tra i Laghi di Mantova ed il Lago di Garda, per fermarsi a Peschiera con la costruzione di un porto, appena a monte dei Setteponti, per carico e scarico passeggeri.
Entrambi i progetti hanno trovato la mia ferma opposizione, non solo la mia a dir il vero ed entrambi sono stati abbandonati, in quanto nati senza una condivisione con il territorio, soprattutto con Peschiera che sarebbe dovuta diventare, secondo queste progettazioni, il punto focale del percorso, senza che la stessa ne fosse al corrente fino a progetto presentato.
Fu questa una grave mancanza di rispetto politico/amministrativa ed un passo falso da parte dei proponenti che, di fatto, cominciarono con il piede sbagliato l’iter procedurale verso la condivisione di questa progettazione, che non stava in piedi in partenza a prescindere dala forma con cui è stata presentata.
Nonostante queste prime due bocciature, recentemente un assessore della Regione Lombardia, ha voluto nuovamente rilanciare il progetto, mantenendo incredibilmente la stessa forma di presentazione, ovvero quella della non condivisione preventiva con le amministrazioni ed i territori.
Avrei voluto lasciar perdere e non scrivere nulla, lasciar quindi naufragare la proposta da sola, ma proprio non ho potuto…anche perché, come scritto, questa volta rispetto le altre, è stato un assessore regionale lombardo a farsene promotore, presentando il progetto e passandolo alla stampa senza un minimo confronto preventivo.
La questione però si è nuovamente chiusa in partenza in quanto, per accedere al Lago di Garda, bisogna passare, volenti o nolenti, da Peschiera del Garda, punto strategico e fulcro di questo progetto, ma come ho sempre detto da Peschiera, in questi termini, NON si passa.
E’ una questione di buon senso, conoscenza del territorio e delle sue criticità.
Ora con questo articolo, senza entrare nello specifico dei vari progetti e loro modifiche (che sinceramente ho apprezzato a livello idraulico ed ingegneristico), spiego i perché, senza polemica, ma per onor di cronoca.
Ho relazionato nelle sedi preposte, durante le prime due presentazioni dell’idrovia, l’inopportunità di realizzare sul Garda e a Peschiera in particolare, questo passaggio e ormeggio di imbarcazioni, di stazza considerevole per alcune di esse, si parla infatti di navi/hotel, come ho avuto modo di leggere negli ultimi articoli promossi dall’assessore lombardo.
Il fatto è che non si possono oltrepassare i ponti stradali a Peschiera del Garda, appena a monte dell’inizio del Fiume Mincio che condurrebbero al lago aperto, in quanto adatti a sole piccole imbarcazioni da diporto e l’idea di sostituirli con ponti girevoli è a dir poco impresentabile (idea prevista nel primo dei due progetti presentati anni fa).
Non faccio fatica ad immaginare quali disagi potrebbe generare, a luglio o agosto per esempio, un ponte levatoio che si alza per fare passare una nave passeggeri, mentre il traffico veicolare attende di transitare, tra l’altro proprio in prossimità dell’uscita del casello dell’autostrada e confluenza della SR11 e Gardesana Orientale.
In aggiunta, proprio la zona intorno alle mura di Peschiera sta per diventare un parco ittiogenico a tutela della biodiversità, grazie al finanziamento già ottenuto con il bando Habitat della Fondazione Cariverona.
Tutta questa zona diventerà una “nursery” per l’ittiofauna gardesana, oltre ad essere zona privilegiata per Associazione Remiera Peschiera a.s.d., dove centinaia di ragazzi e ragazze, di tutte le età, praticano voga, canottaggio e kayak in sicurezza, per il fatto che anni fa ho istituito un divieto di navigazione a motore (eccetto frontisti), su tutto lo spazio acqueo a valle dei ponti arilicensi, fino al limite comunale del Fiume Mincio a sud.
Pensare che proprio in questa zona vi possa essere transito, sbarco/imbarco e zona di attesa per navi passeggeri e da diporto…mi sembra davvero troppo.
Ma, come sempre, non voglio fare polemica e ripropongo piuttosto delle soluzioni alternative.
Una volta esisteva la ferrovia Mantova-Peschiera, la 𝙇𝙞𝙩𝙩𝙤𝙧𝙞𝙣𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙈𝙞𝙣𝙘𝙞𝙤, che credo oggi troverebbe un consenso pressoché unanime se fosse possibile ipotizzarne seriamente la rinascita.
Dalla sua avrebbe una forza enorme a livello “emozionale” e storico, in quanto ancora viva nella memoria di molte persone.
Anche la ciclabile E6 è un altro valido corridoio (già attivo in questo caso) tra il Garda e Mantova, a cui gioverebbe la rinaturazione del Mincio, senza doverla legare per forza all’idrovia, come “merce di scambio”, ovvero o tutto il “pacchetto” o niente.
Potrebbe diventare una delle ciclabili più belle e frequentate d’Europa a mio modesto parere, che si innesterebbe perfettamente con la Ciclovia del Garda, proprio a Peschiera.
Per questo motivo il Comune di Peschiera del Garda è già capofila con i Comuni di Ponti s/M, Monzambano, Valeggio s/M e Volta Mantovana per la sua riqualificazione, con un progetto già pronto ed una visione d’insieme che si completerebbe alla perfezione raggiungendo proprio la città di Mantova.
Questi progetti già incontrano il favore delle amministrazioni in modo trasversale, sia venete che lombarde, rispetto ad una navigazione ed una idrovia che, nel tratto Peschiera-Mantova, impiegherebbe circa 7 ore per la sola andata (da progetto), navigando in buona parte pure all’interno di invasi in cemento.
Mantova è una città splendida, bellissima, ricca di storia, cultura e dalle tradizioni gastronomiche eccezionali, una città d’acqua, legata al Garda dal Fiume Mincio e a Peschiera sia storicamente che per questioni idrauliche.
Per questo, con il massimo rispetto che nutro verso il ruolo che ricopre, verso le istituzioni ed i territori, suggerisco di valutare le proposte che ho elencato, che avevo già esposto appunto come “contro-proposte” all’idrovia nelle sedi opportune ed in modo collegiale.
E’ una questione di volontà politica a questo punto e di priorità in quanto, se si è pronti a rincorrere il PNRR per 200.000.000 di euro per l’idrovia, bacinizzando il Fiume Mincio (con tutte le perplessità del caso), costruendo bacini di risalita per le navi (per compensare il dislivello sul livello del mare), con scale di rimonta per l’ittiofauna necessarie ad ogni sbarramento, nuovi porti, ecc…non credo non si possa valutare insieme quanto proposto e che non si possano in caso risolvere eventuali criticità progettuali.
A buon intenditor…
La vicenda, se la vogliamo identificare come la puntata n°3 di questa storia, si è chiusa oggi con le dichiarazioni dell’assessore lombardo, rese a mezzo stampa, che ha “ritirato” il progetto in quanto sia parte della politica lombarda e la totalità dei consorzi irrigui mantovani, lo osteggiavano duramente, ritenendolo anch’essi inopportuno.
L’ipotetico investimento del PNRR non ricadrà più lungo l’asta del Mincio, ma non è una vittoria…è una amara constatazione da un certo punto di vista.
Infatti, si sarebbero potuti dirottare tali ipotetici investimenti ad attenzioni in uno o più progetti alterativi, per esempio i due che ho sopra citato, che già incontravano e incontrano tutt’ora il favore di tantissime persone in modo trasversale, come ho avuto modo di verificare.
Un’occasione persa non tanto per il Mincio, che di certo si è salvato da un intervento probabilmente impattante per il suo habitat, visto che la bacinizzazione lascia davvero troppi dubbi in merito all’ecosistema fluviale, ma per un territorio intero che avrebbe potuto almeno vedere la politica impegnata a riconsiderare un progetto nato male e finito peggio in qualcosa di nuovo e più affine al pubblico sentire, utile, a basso impatto e dalle enormi potenzialità.
E’ una sconfitta della politica, di certa politica, non del territorio.
L’unica vittoria, almeno dal mio punto di vista, nonostante io detesti essere uno che dice “NO”, è aver evitato (per la parte avuta in questa questione) che i soldi del PNRR venissero spesi per un progetto irrealizzabile e insostenibile…soldi che avremo comunque dovuto ripagare presto o tardi, perché il PNRR non regala soldi a nessuno, questo è certo.
Restando in cose più realizzabili e pragmatiche…
Peschiera del Garda, grazie ad un’idea progettuale lungimirante, è oggi capo fila di un progetto di riqualificazione del tratto di ciclabile E6, unendo insieme Ponti s/M, Monzambano, Valeggio s/M-Borghetto e Volta Mantovana, con la sana ambizione di creare uno dei più innovativi e frequentati tratti di ciclabile in Europa.
L’auspicio sarà di poter vedere al più presto, l’inserimento e l’arrivo quindi in questo progetto della città di Mantova, per completare idealmente questa ciclabile, che porterà quel turismo che Mantova sta cercando e quella comunicazione tra il Garda e le terre dei Gonzaga che arricchirebbe entrambi i territori, oltre quella sostenibilità nella realizzazione di infrastrutture che l’Europa e l’Italia sta rincorrendo.
Ciclabile E6 Peschiera-Mantova e Littorina del Mincio…due obiettivi che farebbero di questa storia una storia inziata male che sarebbe potuta finire meglio!