La nascita del lungolago Mazzini e il nuovo accesso alla città
𝐔𝐧 𝐬𝐚𝐥𝐭𝐨 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨…la realizzazione di quello che sarà il lungolago Mazzini ed il nuovo collegamento stradale verso il centro storico.
Con queste tre foto, prese dal libro “𝙋𝙚𝙨𝙘𝙝𝙞𝙚𝙧𝙖 𝙚’ 𝙂𝙧𝙖𝙯𝙞𝙤𝙨𝙖 𝙚 𝘽𝙚𝙡𝙡𝙖” di Franco Prospero e Giorgio Capone, ho cercato di ripercorrere, cronologicamente, i lavori che hanno di fatto bonificato e realizzato quello che è oggi il lungolago Mazzini, realizzando anche il collegamento stradale verso il centro storico.
Dopo che agli inizi del novecento fu demolita la cortina muraria Tognon, che fino ad allora sbarrava la strada a qualsiasi accesso (per capirci meglio era la cinta muraria che dal Piccolo Mondo si estendeva fino al distributore di benzina) per l’assetto urbanistico di Peschiera cambiò molto, tanto che si poté realizzare un porto con il molo Unità d’Italia, dove ormeggiano i battelli Navigarda e come detto, una nuova via di comunicazione che oggi risulta il collegamento principale da Brescia verso Verona.
Fino al momento in cui fu realizzato questo scatto, il centro di Peschiera del Garda era raggiungibile solo passando attraverso Porta Verona e Porta Brescia.
Successivamente, grazie a questo intervento, l’accesso a Peschiera diventò più facile e immediato, “aprendo la città” attraverso una via di comunicazione più ampia e comoda.
Quello che si vede nella prima foto in alto a sinistra è il contro bastione Tognon, oggi fruibile con una bellissima passeggiata e ottimo punto belvedere.
Fino ad allora il conto bastione era in parte bagnato e circondato dall’acqua del Lago di Garda.
Già in questa foto, con i lavori evidentemente in stato di avanzamento, era stato circondato da del terreno da riporto, per formare appunto un terrapieno, che diventò successivamente parte del sedime stradale e pedonale della città, dove c’è oggi la rotonda davanti al porto diciamo ed il monumento all’Arma dei Carabinieri.
Questi lavori, che hanno in parte modificato l’assetto del territorio, creando di fatto spazi che prima non esistevano, in quanto occupati dalle acque del lago, hanno permesso la realizzazione di una banchina come prolungamento del contro bastione, dotandola dapprima di un ponte in legno come collegamento tra la terraferma e il centro città (seconda foto) e successivamente di un ponte in cemento che tuttora utilizziamo….recentemente risistemato.
Nell’ultima foto, la più recente delle tre, manca ancora una parte del Porto Centrale, ovvero la banchina che sbraccia verso il molo Unità d’Italia (dove c’è il faro), costruita dal Genio Civile solo nel 1954.
Con queste tre foto, prese dal libro “𝙋𝙚𝙨𝙘𝙝𝙞𝙚𝙧𝙖 𝙚’ 𝙂𝙧𝙖𝙯𝙞𝙤𝙨𝙖 𝙚 𝘽𝙚𝙡𝙡𝙖” di Franco Prospero e Giorgio Capone, ho cercato di ripercorrere, cronologicamente, i lavori che hanno di fatto bonificato e realizzato quello che è oggi il lungolago Mazzini, realizzando anche il collegamento stradale verso il centro storico.
Dopo che agli inizi del novecento fu demolita la cortina muraria Tognon, che fino ad allora sbarrava la strada a qualsiasi accesso (per capirci meglio era la cinta muraria che dal Piccolo Mondo si estendeva fino al distributore di benzina) per l’assetto urbanistico di Peschiera cambiò molto, tanto che si poté realizzare un porto con il molo Unità d’Italia, dove ormeggiano i battelli Navigarda e come detto, una nuova via di comunicazione che oggi risulta il collegamento principale da Brescia verso Verona.
Fino al momento in cui fu realizzato questo scatto, il centro di Peschiera del Garda era raggiungibile solo passando attraverso Porta Verona e Porta Brescia.
Successivamente, grazie a questo intervento, l’accesso a Peschiera diventò più facile e immediato, “aprendo la città” attraverso una via di comunicazione più ampia e comoda.
Quello che si vede nella prima foto in alto a sinistra è il contro bastione Tognon, oggi fruibile con una bellissima passeggiata e ottimo punto belvedere.
Fino ad allora il conto bastione era in parte bagnato e circondato dall’acqua del Lago di Garda.
Già in questa foto, con i lavori evidentemente in stato di avanzamento, era stato circondato da del terreno da riporto, per formare appunto un terrapieno, che diventò successivamente parte del sedime stradale e pedonale della città, dove c’è oggi la rotonda davanti al porto diciamo ed il monumento all’Arma dei Carabinieri.
Questi lavori, che hanno in parte modificato l’assetto del territorio, creando di fatto spazi che prima non esistevano, in quanto occupati dalle acque del lago, hanno permesso la realizzazione di una banchina come prolungamento del contro bastione, dotandola dapprima di un ponte in legno come collegamento tra la terraferma e il centro città (seconda foto) e successivamente di un ponte in cemento che tuttora utilizziamo….recentemente risistemato.
Nell’ultima foto, la più recente delle tre, manca ancora una parte del Porto Centrale, ovvero la banchina che sbraccia verso il molo Unità d’Italia (dove c’è il faro), costruita dal Genio Civile solo nel 1954.