Una riflessione sul futuro del Lago di Garda
Ovunque vi troviate, provate sedervi in riva al Lago di Garda a ragionare 𝙨𝙚𝙧𝙚𝙣𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙚𝙙 𝙞𝙣 𝙢𝙤𝙙𝙤 𝙘𝙤𝙨𝙩𝙧𝙪𝙩𝙩𝙞𝙫𝙤 su alcuni di questi concetti:
– Il tempo necessario per il ricambio completo delle sue acque é stimato in circa 27 anni, un tempo lunghissimo, circa 6/7 volte in più rispetto il Como ed il Maggiore per esempio, questo comporta rischi e benefici.
– É la più importante riserva idrica d’acqua dolce di superficie d’Italia, con caratteristiche di idropotabilità ed in futuro, come evidenziato nelle più importanti pubblicazioni scientifiche, lo sarà sempre più, attirando evidentemente interessi di varia natura.
– Il suo habitat ed ecosistema sono fattori vitali per la sua salute, quanto il sistema immunitario lo é per una persona.
– Lo sviluppo turistico ed imprenditoriale deve evolvere adattandosi a questo assunto, non viceversa, trovando così la via per una fattiva sostenibilità ed una solida crescita.
– La sua biodiversità ittica ed il suo importante endemismo rappresentano, oltre ad un patrimonio genetico unico, le radici più profonde della vera identità gardesana, che non può ne essere persa ne tantomeno dimenticata.
– La sua “gestione” amministrativa richiede uno sforzo triplice, perché sono due le regioni ed una prov.autonoma che lo governano; motivo per cui su determinate questioni, la sintesi e le proposte vengono spesso dalla Comunità del Garda a cui i governatori hanno affidato tale mandato.
– Le conoscenze e gli studi sul Lago di Garda (seppur all’interno della Long Term Research), necessari per dare senso a parte di quanto scritto, devono trovare nuova energia e risorse; possibilmente all’interno di un unico centro raccolta dati ed elaborazione, dove condividere obiettivi, professionalità e conoscenze.
– Infine, che si reputino o meno interessanti questi concetti, bisogna pur considerare che una buona qualità della vita é lo specchio dell’ambiente in cui viviamo e viceversa.
– Il tempo necessario per il ricambio completo delle sue acque é stimato in circa 27 anni, un tempo lunghissimo, circa 6/7 volte in più rispetto il Como ed il Maggiore per esempio, questo comporta rischi e benefici.
– É la più importante riserva idrica d’acqua dolce di superficie d’Italia, con caratteristiche di idropotabilità ed in futuro, come evidenziato nelle più importanti pubblicazioni scientifiche, lo sarà sempre più, attirando evidentemente interessi di varia natura.
– Il suo habitat ed ecosistema sono fattori vitali per la sua salute, quanto il sistema immunitario lo é per una persona.
– Lo sviluppo turistico ed imprenditoriale deve evolvere adattandosi a questo assunto, non viceversa, trovando così la via per una fattiva sostenibilità ed una solida crescita.
– La sua biodiversità ittica ed il suo importante endemismo rappresentano, oltre ad un patrimonio genetico unico, le radici più profonde della vera identità gardesana, che non può ne essere persa ne tantomeno dimenticata.
– La sua “gestione” amministrativa richiede uno sforzo triplice, perché sono due le regioni ed una prov.autonoma che lo governano; motivo per cui su determinate questioni, la sintesi e le proposte vengono spesso dalla Comunità del Garda a cui i governatori hanno affidato tale mandato.
– Le conoscenze e gli studi sul Lago di Garda (seppur all’interno della Long Term Research), necessari per dare senso a parte di quanto scritto, devono trovare nuova energia e risorse; possibilmente all’interno di un unico centro raccolta dati ed elaborazione, dove condividere obiettivi, professionalità e conoscenze.
– Infine, che si reputino o meno interessanti questi concetti, bisogna pur considerare che una buona qualità della vita é lo specchio dell’ambiente in cui viviamo e viceversa.