Uno sguardo oltre i livelli idrici gardesani

Uno sguardo oltre i livelli idrici gardesani
E’ stata, almeno fino ad ora, un’annata davvero strana circa i livelli del Lago di Garda…è sceso, salito, sceso e ancora salirà a velocità considerevoli nei prossimi giorni, ved. per esempio il grafico rappresentativo della situazione di oggi, siamo all’80% del massimo riempimento, riferito ai livelli min e max di esercizio ovviamente.
Negli ultimi due anni poi siamo passati da condizioni diametralmente opposte in cui si sono generate una moltitudine di fake news.
Sinceramente non mi preoccupo circa l’andamento idrometrico del Lago di Garda, non ero preoccupato tra il 2022 e inizio 2023, quando si erano scatenate le più nere ed infondate profezie per la mancanza d’acqua, così come non ero preoccupato neanche questa estate quando siamo arrivati a toccare il massimo invaso.
Non vi è mai stato rischio fisico per nessuno, piuttosto le criticità erano legate, da un opposto all’altro, alla disponibilità idrica per l’uso agricolo e all’erosione e deterioramento dei litorali e manufatti.
Quello che invece mi preoccupa nel “medio-lungo periodo” sono altre questioni, come l’andamento dei ghiacciai, anche afferenti il Lago di Garda, ovvero quelli che generano poi le portate idriche da disgelo.
I rapporti che leggo, da autorevoli fonti chiaramente, indicano un arretramento e conseguente perdita in spessore dei ghiacciai, come effetto palese del “cambiamento climatico”…due parole che insieme generano spesso scontro tra chi li nega e chi li riconosce.
Prendendo atto dei cambiamenti, veloci, in corso sul Lago di Garda, che a mio modo di vedere rappresenta una piccola finestra da cui guardare e comprendere l’evoluzione attuale, mi rendo conto quanto le carte sul tavolo si stiano mescolando in modo sempre più complesso.
Le scorte idriche legate ai ghiacciai sono in calo, è evidente.
Le temperature delle acque si alzano, anche nell’ipolimnio (ovvero nei massimi fondali dove dovrebbero restare costanti), dove non è certo un’estate calda a fare la differenza, bensì un aumento costante di media, prolungato negli anni, dove si susseguono estati molto calde ed inverni troppo miti.
La mancanza di rimescolamenti completi delle colonne d’acqua, sempre più rari proprio per i motivi sopra detti.
Il depauperamento delle specie ittiche e della biodiversità sono questioni che devono essere lette a 360°…e non relegate solo ad una mera conta di quanto si pesca o meno sul Lago di Garda, sono invece indicatori che, messi in parallelo ad altri dati, tracciano un grafico che proprio non mi piace e come detto, mi preoccupa.
Ma la cosa che più mi amareggia, devo dire, è la distanza di una certa classe dirigente rispetto le evidenze chiare e nette che si stanno manifestando e la mancanza di una reazione adeguata a questi problemi e d’ascolto verso chi propone soluzioni logiche in opposizione agli stessi.
E’ da qualche settimana che non scrivo, come invece da anni faccio con cadenza costante, proprio perchè sono stato molto impegnato a chiudere alcune questioni legate proprio a proposte che, certo mi rendo conto non avranno la forza di modificare fortemente l’andamento generale sopra descritto, ma potrebbero mitigarlo, rallentarlo, potrebbero rendere il Lago di Garda più resiliente ai questi cambiamenti che non si arresteranno dall’oggi al domani, qualunque cosa faremo.
Bisogna essere molto realisti in questo senso e perseverare.
Vedendo il grafico dei livelli e del riempimento del Lago di Garda sembra sia tutto a posto, anzi più che a posto…in realtà bisogna considerare anche altro, bisogna comprendere e reagire in modo coordinato, composto e deciso nel medio-lungo periodo.