Come è nato l’isolotto di Peschiera del Garda?

Come è nato l’isolotto di Peschiera del Garda?
𝗠𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗲’ 𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗹’𝗶𝘀𝗼𝗹𝗼𝘁𝘁𝗼? ovvero l’isola dei Terrai?
Forse questo articolo farà piacere ai molti che d’estate lo scelgono per trascorrervi la domenica.
Bè…è nato dai “grandi lavori” idraulici, così come li hanno chiamati Giorgio Capone ed il prof. Franco Prospero nel loro libro: “𝙋𝙚𝙨𝙘𝙝𝙞𝙚𝙧𝙖 𝙚’ 𝙜𝙧𝙖𝙯𝙞𝙤𝙨𝙖 𝙚 𝙗𝙚𝙡𝙡𝙖”.
Questi lavori, di cui vi ho parlato varie volte, hanno interessato tutta la fortezza ed i canali di Peschiera del Garda.
In questo caso, ovvero nella parte est, i lavori sono stati tali da modificare completamente sia l’assetto idraulico che il territorio.
Come vedete, dalla seconda foto allegata all’ultima, per eseguire gli scavi di rettificazione, si asciugò il canale nella parte est fino all’imboccatura del Mincio, attraverso palancole e terrapieni, dall’inizio del canale mercantile (fraglia vela) fino in prossimità dei Setteponti, che vedete già nella loro struttura odierna, quindi dopo i bombardamenti alleati del 1944.
Per evitare che il corso d’acqua facesse percorsi tortuosi e risultasse quindi non idoneo per la sistemazione idraulica che prenderà poi corpo con la rettificazione del Fiume Mincio e la costruzione dell’Edificio Regolatore (diga di Salionze), si eseguirono a secco degli scavi, rimuovendo quantità enormi di terreno creando di fatto l’attuale lungolago Bonomi (sinistra Mincio lato Genio Militare e casello autostradale per intenderci).
Si scavò quindi un nuovo canale che seguisse in modo quasi rettilineo il Canale Mercantile in direzione dei Setteponti, per fare scorrere grandi portate d’acqua dal Lago al Mincio.
Il terreno restante dallo scavo del canale, compreso tra il neo lungolago Bonomi e le mura della città, non fu completamente asportato, fu piuttosto sistemato, compattato, corredato da pietre di contenimento e munito di scalette per l’accesso…𝐞’ 𝐜𝐨𝐬𝐢’ 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐚𝐜𝐪𝐮𝐞 𝐥’𝐢𝐬𝐨𝐥𝐨𝐭𝐭𝐨 (prima foto allegata scattata a fine lavori).
Fino a qualche decennio fa era ancora presente il traliccio per il passaggio dell’energia elettrica, di cui oggi rimangono le basi nel quadrato in cemento che funge da zona “barbecue”.
Negli anni poi la vegetazione lo rese quasi inaccessibile finche il 𝗚𝗘𝗣, ovvero Gruppo Ecologico Peschiera, capitanato dal Manlio Bombieri a cui si affiancò poi l’aiuto di Valentino Mazzola, non cominciò un costante e meticoloso lavoro di recupero, rendendolo oggi quel piccolo gioiello e oasi di tranquillità che conosciamo.

Piccola curiosità: 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘪𝘯𝘪𝘻𝘰 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘪 𝘪 𝘤𝘢𝘯𝘢𝘭𝘪 𝘥𝘪 𝘗𝘦𝘴𝘤𝘩𝘪𝘦𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘎𝘢𝘳𝘥𝘢, 𝘵𝘳𝘢 𝘥𝘪𝘤𝘦𝘮𝘣𝘳𝘦 𝘦 𝘨𝘦𝘯𝘯𝘢𝘪𝘰, 𝘴𝘪 𝘱𝘰𝘱𝘰𝘭𝘢𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘛𝘳𝘰𝘵𝘦 𝘓𝘢𝘤𝘶𝘴𝘵𝘳𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘳𝘳𝘪𝘷𝘢𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘥𝘦𝘱𝘰𝘴𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘶𝘰𝘷𝘢; 𝘥𝘰𝘱𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘦 𝘮𝘰𝘥𝘪𝘧𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘦 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘵𝘳𝘢𝘯𝘴𝘪𝘵𝘢𝘳𝘰𝘯𝘰 𝘱𝘪ù 𝘭𝘶𝘯𝘨𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘦 𝘴𝘱𝘰𝘯𝘥𝘦, 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘯𝘶𝘵𝘦 𝘵𝘳𝘰𝘱𝘱𝘰 𝘢𝘳𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪𝘢𝘭𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘱𝘦𝘳𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘳𝘪𝘱𝘳𝘰𝘥𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦. 𝘐𝘯 𝘱𝘰𝘤𝘩𝘪 𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘭𝘢 𝘱𝘰𝘱𝘰𝘭𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘱𝘦𝘤𝘪𝘦 𝘤𝘢𝘭ò 𝘢𝘭 𝘱𝘶𝘯𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘰𝘨𝘨𝘪 𝘳𝘪𝘴𝘶𝘭𝘵𝘢𝘯𝘰 𝘱𝘶𝘳𝘵𝘳𝘰𝘱𝘱𝘰 𝘦𝘴𝘵𝘳𝘦𝘮𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘳𝘢𝘳𝘦.