Questioni di viabilità e inquinamento del secolo scorso…
Questioni di viabilità ed inquinamento 𝗱𝗲𝗹 𝘀𝗲𝗰𝗼𝗹𝗼 𝘀𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼.
Era il 1930 quando fu scattata questa foto a Peschiera del Garda, dalla sommità di ciò che restava della Cortina Tognon, ovvero la parte a nord delle mura rinascimentali, demolita a partire del 1911 per fare spazio al nuovo molo “Unità d’Italia”, al futuro parcheggio ed alla nuova strada d’accesso alla città.
Ho evidenziato in giallo il pennacchio di fumo denso e nero durante la partenza di un piroscafo, foto da guardare bene per contestualizzare poi la terza foto allegata, che vi invito a leggere.
Anche la foto successiva, presa come la precedente da “Il Giornale del Garda” del 1924, trattava temi legati alla viabilità e alla salubrità dell’ambiente che, anche dopo cento anni esatti, risultano ancora attuali seppur con i dovuti distinguo.
Allora era in costruzioni anche la strada Gardesana, che ha impattato non poco sull’ambiente, ma che ha avuto il pregio di connettere intere comunità “isolate” da sempre, collegate solo con sentieri di terra battuta o traghetti e barche a vela.
A volte diamo per scontato che il “consumo del suolo” e la modifica/distruzione degli habitat sia solo un fenomeno recente e fatto solo per speculazione da parte di pochi a danno di molti.
In realtà non è proprio così, tanto che le più grandi e forse impattanti opere/modifiche che hanno interessato il Lago di Garda sono state fatte proprio a cavallo di quegli anni e nel primo dopoguerra…e furono a beneficio di tutti.
Solo sfogliando i reportage fotografici dei grandi lavori, che hanno interessato i canali di Peschiera e l’asta del Fiume Mincio con la costruzione dell’edificio regolatore a cavallo degli anni ’50, ci si rende conto di quali, quante e di che portata siano state le modifiche al paesaggio in generale.
Il Fiume Mincio, come vari tratti dei litorali gardesani, sono stati completamente rimodellati.
Un esempio?
Guardando la prima foto, nella parte alta, si vede una vasta area a canneto e semi paludosa; oggi la zona è occupata da parte del lungolago Garibaldi, Camping Butterfly, del Garda, porto dei Pioppi e Campanello, abitazioni, ecc…
Sono state opere davvero “pesanti” a livello ambientale, ma credo di poter dire serenamente necessarie, in quanto non giudico con gli occhi di oggi scelte ormai del secolo scorso, sarebbe sbagliatissimo secondo me.
Su quelle modifiche sono state costruite case, magari le stesse in cui abitiamo oggi e prima di noi i nostri nonni o genitori.
Sono stati “regolati” fiumi e laghi, si è migliorata l’agricoltura e la disponibilità alimentare in un momento di aumento demografico, di necessità quindi; sono state modifiche che hanno creato in parte anche quel terreno fertile per lo sviluppo turistico che, da lì a poco, si sarebbe affacciato su nostri territori.
Ci sono questioni che però già allora erano sentite e dibattute e che, con i dovuti distinguo e differenze, richiamano quelle odierne, come la questione viabilità ed inquinamento per esempio.
Erano mal visti i pennacchi di fumo denso e nero dei piroscafi, come era aperta la discussione su come migliorare la viabilità su terra, allora con i Tram nella sponda bresciana per esempio (ultima foto allegata), entrambi articoli pubblicati sul “Giornale del Garda” nell’edizione del 22 novembre 1924.
L’impatto più grosso, come conseguenza dello sviluppo economico e della società in cui viviamo, è stato ampiamente compiuto decenni fa.
Oggi, rispetto una volta, esistono leggi volte a limitare il consumo del suolo che inseriscono inoltre opere di mitigazione ambientale e prescrizioni varie, una volta inesistenti.
Gli edifici stessi oggi hanno un’efficenza energetica una volta impossibile da raggiungere.
Il tutto certo aiuta e norma un quadro generale di sviluppo che si evolve, come succedeva anche ai tempi di queste foto, seguendo la società e le richieste della stessa, portandosi dietro spesso i medesimi problemi rapportati al tempo.
Certo bisogna sempre ricordare che esiste un senso del limite che va compreso e non è cosa facile, ma guardando però indietro nel tempo viene più facile contestualizzarlo.
Probabilmente aveva ragione Tucidide quando scriveva che: “la storia si ripete”.
Era il 1930 quando fu scattata questa foto a Peschiera del Garda, dalla sommità di ciò che restava della Cortina Tognon, ovvero la parte a nord delle mura rinascimentali, demolita a partire del 1911 per fare spazio al nuovo molo “Unità d’Italia”, al futuro parcheggio ed alla nuova strada d’accesso alla città.
Ho evidenziato in giallo il pennacchio di fumo denso e nero durante la partenza di un piroscafo, foto da guardare bene per contestualizzare poi la terza foto allegata, che vi invito a leggere.
Anche la foto successiva, presa come la precedente da “Il Giornale del Garda” del 1924, trattava temi legati alla viabilità e alla salubrità dell’ambiente che, anche dopo cento anni esatti, risultano ancora attuali seppur con i dovuti distinguo.
Allora era in costruzioni anche la strada Gardesana, che ha impattato non poco sull’ambiente, ma che ha avuto il pregio di connettere intere comunità “isolate” da sempre, collegate solo con sentieri di terra battuta o traghetti e barche a vela.
A volte diamo per scontato che il “consumo del suolo” e la modifica/distruzione degli habitat sia solo un fenomeno recente e fatto solo per speculazione da parte di pochi a danno di molti.
In realtà non è proprio così, tanto che le più grandi e forse impattanti opere/modifiche che hanno interessato il Lago di Garda sono state fatte proprio a cavallo di quegli anni e nel primo dopoguerra…e furono a beneficio di tutti.
Solo sfogliando i reportage fotografici dei grandi lavori, che hanno interessato i canali di Peschiera e l’asta del Fiume Mincio con la costruzione dell’edificio regolatore a cavallo degli anni ’50, ci si rende conto di quali, quante e di che portata siano state le modifiche al paesaggio in generale.
Il Fiume Mincio, come vari tratti dei litorali gardesani, sono stati completamente rimodellati.
Un esempio?
Guardando la prima foto, nella parte alta, si vede una vasta area a canneto e semi paludosa; oggi la zona è occupata da parte del lungolago Garibaldi, Camping Butterfly, del Garda, porto dei Pioppi e Campanello, abitazioni, ecc…
Sono state opere davvero “pesanti” a livello ambientale, ma credo di poter dire serenamente necessarie, in quanto non giudico con gli occhi di oggi scelte ormai del secolo scorso, sarebbe sbagliatissimo secondo me.
Su quelle modifiche sono state costruite case, magari le stesse in cui abitiamo oggi e prima di noi i nostri nonni o genitori.
Sono stati “regolati” fiumi e laghi, si è migliorata l’agricoltura e la disponibilità alimentare in un momento di aumento demografico, di necessità quindi; sono state modifiche che hanno creato in parte anche quel terreno fertile per lo sviluppo turistico che, da lì a poco, si sarebbe affacciato su nostri territori.
Ci sono questioni che però già allora erano sentite e dibattute e che, con i dovuti distinguo e differenze, richiamano quelle odierne, come la questione viabilità ed inquinamento per esempio.
Erano mal visti i pennacchi di fumo denso e nero dei piroscafi, come era aperta la discussione su come migliorare la viabilità su terra, allora con i Tram nella sponda bresciana per esempio (ultima foto allegata), entrambi articoli pubblicati sul “Giornale del Garda” nell’edizione del 22 novembre 1924.
L’impatto più grosso, come conseguenza dello sviluppo economico e della società in cui viviamo, è stato ampiamente compiuto decenni fa.
Oggi, rispetto una volta, esistono leggi volte a limitare il consumo del suolo che inseriscono inoltre opere di mitigazione ambientale e prescrizioni varie, una volta inesistenti.
Gli edifici stessi oggi hanno un’efficenza energetica una volta impossibile da raggiungere.
Il tutto certo aiuta e norma un quadro generale di sviluppo che si evolve, come succedeva anche ai tempi di queste foto, seguendo la società e le richieste della stessa, portandosi dietro spesso i medesimi problemi rapportati al tempo.
Certo bisogna sempre ricordare che esiste un senso del limite che va compreso e non è cosa facile, ma guardando però indietro nel tempo viene più facile contestualizzarlo.
Probabilmente aveva ragione Tucidide quando scriveva che: “la storia si ripete”.