Dove si trova la “dispensa alimentare” del Lago di Garda?

Dove si trova la “dispensa alimentare” del Lago di Garda?
Dove si trova la “𝗱𝗶𝘀𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮 𝗮𝗹𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲” del Lago di Garda?…o meglio il magazzino dove sono sedimentate le sue sostanze nutritive?
Si trova nel suo fondale.
Seppur io abbia usato parole molto semplici il tutto è assolutamente vero (𝘷𝘦𝘥. 𝘚𝘤𝘩𝘸𝘦𝘧𝘦𝘭 𝘦𝘵 𝘢𝘭. 2019).
Come per aprire una cassaforte serve una combinazione, anche per il Lago di Garda serve una combinazione per accedere a questa dispensa…ma di eventi meteorologici in questo caso.
Si devono infatti verificare delle condizioni particolari, tra cambi di temperatura, vento e turbolenze delle masse d’acqua per generare un rimescolamento completo ed è cosa sempre più rara a dire il vero, proprio a causa del riscaldamento globale.
Quando il “burian” o buran ha colpito l’Europa nel febbraio 2018, Italia compresa, sul Lago di Garda si è verificato un evento di raffreddamento e rimescolamento (parziale) degli strati profondi delle colonne d’acqua.
Il burian, che è un vento di aria gelida spesso molto forte che soffia da Nord Nord-Est è stato il responsabile di questo raffreddamento, innescando i movimenti delle colonne d’acqua (per turbolenza e gradiente termico) che lo hanno caratterizzato.
Non mi pare che nel febbraio 2018 sia realmente avvenuto un rimescolamento completo con la mobilizzazione dei nutrienti dal fondale, probabilmente infatti fu solo parziale, ma quell’anno fu preso come “caso-studio” dall’Univeristà di Utrecth e di Trento che studiavano appunto gli eventi di rimescolamento e raffreddamento profondo nel Lago di Garda, producendo la pubblicazione scientifica: “𝘋𝘦𝘦𝘱-𝘮𝘪𝘹𝘪𝘯𝘨 𝘢𝘯𝘥 𝘥𝘦𝘦𝘱-𝘤𝘰𝘰𝘭𝘪𝘯𝘨 𝘦𝘷𝘦𝘯𝘵𝘴 𝘪𝘯 𝘓𝘢𝘬𝘦 𝘎𝘢𝘳𝘥𝘢: 𝘴𝘪𝘮𝘶𝘭𝘢𝘵𝘪𝘰𝘯 𝘢𝘯𝘥 𝘮𝘦𝘤𝘩𝘢𝘯𝘪𝘴𝘮”.
Magari non sembra nulla di che ma l’intensità del mescolamento verticale è importante per un lago ed il suo stato ecologico (𝘐𝘮𝘣𝘰𝘥𝘦𝘯 𝘦𝘵 𝘢𝘭. 1983; 𝘎𝘰𝘭𝘥𝘮𝘢𝘯 𝘦 𝘑𝘢𝘴𝘴𝘣𝘺, 1990), tanto che, in un articolo precedente che trovate su questo sito dal titolo: “Il lungo respiro del Lago di Garda”, che vi consiglio di leggere per una migliore comprensione del fenomeno, lo avevo ribattezzato appunto come un “lungo respiro”, quindi una evento naturale e vitale.
Effettivamente questo rimescolamento verticale, dall’alto verso il basso e viceversa, è come un “do ut des”…consente infatti di mobilizzare i nutrienti dal fondale (la dispensa) verso gli strati superficiali dove, a contatto con l’irradiazione solare (zona eufotica), daranno seguito ad una produzione biologica utile per tantissimi organismi, mentre la colonna d’acqua superficiale più ricca di ossigeno potrà scendere verso il fondale, senza incontrare limitazioni dettate da termoclino e conseguenti stratificazioni (ved. Il link precedente).
E’ un ricircolo quindi, innescato dai fattori sopra detti a cui si aggiunge un ulteriore elemento descritto dalle due università, anche se sembra “fantascienza”…ovvero la rotazione terrestre.
Infatti quando il vento soffia lungo il Lago di Garda, mobilizzando le masse d’acqua lungo il suo asse maggiore, la rotazione terrestre influsice in questo movimento inducendo anche una circolazione di tipo trasversale, da una costa all’altra.
Per provare a visualizzare questo meccanismo si può pensare alla lavatrice mentre centrifuga che porta, in un moto circolare, ciò che è in basso in alto e viceversa.
Magari è un esempio sciocco questo della lavatrice, ma spero possa rendere semplicemente l’idea di cosa avviene al calare ed aumentare delle temperature dell’acqua in aggiunta al vento, moto ondoso e rotazione terrestre.
Osservando le foto del Lago da Punta Larici tutto sembra fermo e statico…in realtà, come avrete capito, non è affatto cosi.
Quando si ascoltano notizie che parlano del riscaldamento globale, di temperature medie ogni anno più elevate delle precedenti, non é che proprio non ci riguardino in quanto, come scritto, generano un impatto anche sullo stato ecologico del Lago di Garda.
Vista la grande quantità di nutrienti che si è sedimentata sul fondo del lago, soprattutto tra il dopo guerra e la fine degli anni ’80, un completo rimescolamento delle acque potrebbe produrre una importante crescita algale e una diminuzione quindi della trasparenza delle acque, modificando lo stato ecologico gardesano.
Probabilmente un altro burian, come successe nell’inverno del 1929, 1947, 1956, 1963, 1979, 1987 e 1996 potrebbe agevolare il raggiungimento dell’omeotermia delle acque e quando sommato agli altri fattori sopra descritti, portare ad rimescolamento più o meno totale ed un raffreddamento profondo.
Sono comunque fenomeni naturali per il Garda, niente di strano quindi, ma ciò che potrebbe dar loro una rilevanza differente riguarda la capienza e disponibilità di quella dispensa.
Sappiamo che è ben rifornita di sali nutritivi per esempio, grazie ad un carotaggio eseguito sui fondali del Lago dalla Fondazione Mach…ma quantificare in anticipo quanto questi nutrienti un domani possano modificare lo stato ecologico del Lago di Garda, qualora fossero riportati in superficie da un serio rimescolamento, proprio non è ancora dato sapersi.
Quindi?
Credo che la dove sia presente un sistema florido e biologicamente attivo di fitodepurazione naturale (ved. canneto a piante acquatiche in genere), il tutto, qualora si verificasse, potrebbe essere decisamente meglio contenuto e mitigato.
Ecco perchè, nelle sedi opportune, insisto molto e propongo soluzioni sulla questione rinaturazione dei litorali e dell’habitat.

credits ph: Franco Lanfredi e Astrosamantha (foto dalla stazione spaziale del giugno 2022)