Alle origini di Peschiera del Garda
Inauguro questo spazio, dedicato alla storia e cultura dell’acqua del Lago di Garda, con un post che parte da molto lontano, dalle nostre più remote radici in questo meraviglioso territorio.
Peschiera è il comune più a sud del Lago di Garda ed è probabilmente il luogo in cui nel tempo si è “stratificata” maggiormente la storia.
Sicuramente per la sua collocazione geografica, all’estremo sud del Garda e al principio del suo unico emissario, il Fiume Mincio, Peschiera è da sempre baricentrica negli avvenimenti storici che in questi territori si sono susseguiti e strategica a livello commerciale e per le sue naturali vie di comunicazione.
Peschierazeit, ovvero il “tempo di Peschiera”, è stato coniato appunto per indicare un periodo storico in particolare, quello compreso tra la fine dell’Età del Bronzo antico e l’inizio del recente, ovvero tra il 1500 e 1100 prima di Cristo, quando Peschiera, o meglio il territorio su cui poi sorse Peschiera, ospitava i centri più fiorenti della civiltà metallurgica palafitticola del tempo.
Questa scoperta è da attribuire all’esercito asburgico che, nel XIX sec, modificò e costruì il “marine arsenal” in prossimità della fortezza a nord, scoprendo appunto tantissimi reperti, come fiocine, arpioni, ami in bronzo e fibule, che fortunatamente vennero, anche se solo in parte, catalogati e salvati degli ufficiali asburgici.
La scoperta di una enorme quantità di pali in legno conficcati a pochi metri sul fondo del Lago, proprio davanti quello che oggi è il porto di Peschiera e il Bastione Querini, avvenne quando gli ingegneri austriaci decisero appunto di scavare il fondale con l’ausilio di una draga per creare una darsena militare per le navi.
Un lavoro che si rivelò complesso per un imprevisto, siamo a metà dell’800, in quando il fondale risultò disseminato di palificate in legno conficcate nel fondale, che estratte sembravano bruciate, di colore nero.
In realtà il processo di conservazione in ambiente anaerobico, sotto il fondale, aveva già portato il legname verso un processo di mineralizzazione in lignite.
Questi pali, ovvero le basi del grande ed esteso villaggio palafitticolo di Peschiera, vennero estratti e bruciati prevalentemente, vista l’enorme quantità.
Con essi emersero però, come detto sopra, reperti che suscitarono interesse presso gli ingegneri e ufficiali che ebbero l’intuizione di annotarli e salvarli in parte…136 furono i primi reperti inviati all’Antikencabinett di Vienna, grazie all’ingegnere Alfred Lorentz e al tenete Heinrich von Silber.
I reperti furono comparati con quelli già rinvenuti nei laghi svizzeri facendo presumere importanti punti di incontro tra la civiltà benacense ed elvetica, ma non solo.
A Peschiera si coniavano metalli con mescole e forme che sono state riconosicute e tracciate in Europa e nel “mondo” mediterraneo, definendo il ruolo primario di questi villaggi rispetto l’impulso economico e culturale di allora.
Ben altro ci sarebbe da dire, ma per oggi mi fermerò qua…pubblicherò in seguito altre informazioni e curiosità sulle origini di Peschiera e sul periodo dell’Età del Bronzo che valse a Peschiera del Garda, nel 2011, l’inserimento come sito UNESCO per i siti palafitticoli dell’arco alpino.
Per quanto possa sembrare “noiosa” la storia, soprattutto quella così “lontana” da noi, mi auguro che, raccontata così semplicemente, possa trovare qualche spazio di interesse arricchendo così la nostra identità.
Questa è l’origine della civiltà benacense, se così vogliamo chiamarla…e ci appartiene.
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