L’ultima “peschiera”…
Un’immagine che non racconta solo una storia…ma un’era, quella della pesca, delle “peschiere”, delle stazioni di pesca fisse, della cultura dell’acqua…
Un periodo, un “era” appunto, che ha talmente caratterizzato Peschiera del Garda da affondare le proprie radici così in profondità da trovarne traccia a partire dall’Età del Bronzo, per venir descritte in epoca romana, medioevale, rinascimentale e risorgimentale…così importnati da aver consegnato a Peschiera, di fatto, il suo nome e il suo stemma araldico.
A volte sono le cose che sembrano più banali ad aver significati che vanno oltre le apparenze.
Questa vecchia stazione di pesca fissa può dire poco…ma osserviamola con un attimo d’attenzione.
C’è un pescatore su una barca vicino ad una rete…ma non è una barca qualunque, è una “anguillara” e quella non è una rete qualunque, è l’ultima pesca fissa di Peschiera del Garda e del Lago.
L’Anguillara è una barca a fondo piatto, fatta per navigare anche in acque veramente basse e con le sponde convergenti al centro, a stringere lo spazio d’uscita della barca, questo per evitare che le anguille, una volta issate in barca, potessero scappare, quasi come un imbuto rovesciato per capirci.
Le reti, disposte a “V” su pali conficatti nel fondale tenute tese da cornici di legno, venivano calate sul fondo per incanalare le Anguille direttamente dentro il “Cogolo”, seguendo il senso della corrente.
Il Cogolo è quella rete cilindrica terminale, che sembra un grande Bertovello che era lì proprio per catturare tutto il pesce che entrava in questa strettoia.
I pescatori erano parte di questa pesca…la mantenevano pulita, tagliavano le alghe sul fondo per agevolare il pesce nella sua discesa e si preoccupavano della manutenzione.
Azioni che si ripetevano, in forme non tanto diverse da questa in foto, da migliaia di anni, letteralmente e che come dicevo sopra, hanno caratterizzato Peschiera e comunque le popolazioni dell’acqua in genere.
Questa in foto è stata, tra l’altro, l’ultima stazione di pesca fissa che ha esercitato sul Lago di Garda, proprio a Peschiera.
Qui si pescava prevalentemente l’Anguilla, ma anche la Trota Lacustre in una derivazione che aveva sul suo lato destro.
Proprio i vecchi gestori di questa pesca mi raccontarono che la Trota Lacustre smise di scendere nel sud del lago a deporre proprio verso gli anni ’60, dopo la costruzione dell’Edificio Regolatore del Lago di Garda, la diga di Salionze, in concomitanza, a detta loro, dell’inizio della modifica dei fondali da essa causata.
Era l’inzio di quel cambiamento radicale che, con l’arrivo del Turismo, dei motori marini, delle reti in nylon, ecc…cambiò tutti gli equilibri presenti nell’ecosistema gardesano.
Ho ripescato questa foto in un libretto di fine anni ’70…a vederla così superficialmente magari non dice niente di che, ma a guardarla con un attimo d’attenzione invece ti apre un mondo.
Un periodo, un “era” appunto, che ha talmente caratterizzato Peschiera del Garda da affondare le proprie radici così in profondità da trovarne traccia a partire dall’Età del Bronzo, per venir descritte in epoca romana, medioevale, rinascimentale e risorgimentale…così importnati da aver consegnato a Peschiera, di fatto, il suo nome e il suo stemma araldico.
A volte sono le cose che sembrano più banali ad aver significati che vanno oltre le apparenze.
Questa vecchia stazione di pesca fissa può dire poco…ma osserviamola con un attimo d’attenzione.
C’è un pescatore su una barca vicino ad una rete…ma non è una barca qualunque, è una “anguillara” e quella non è una rete qualunque, è l’ultima pesca fissa di Peschiera del Garda e del Lago.
L’Anguillara è una barca a fondo piatto, fatta per navigare anche in acque veramente basse e con le sponde convergenti al centro, a stringere lo spazio d’uscita della barca, questo per evitare che le anguille, una volta issate in barca, potessero scappare, quasi come un imbuto rovesciato per capirci.
Le reti, disposte a “V” su pali conficatti nel fondale tenute tese da cornici di legno, venivano calate sul fondo per incanalare le Anguille direttamente dentro il “Cogolo”, seguendo il senso della corrente.
Il Cogolo è quella rete cilindrica terminale, che sembra un grande Bertovello che era lì proprio per catturare tutto il pesce che entrava in questa strettoia.
I pescatori erano parte di questa pesca…la mantenevano pulita, tagliavano le alghe sul fondo per agevolare il pesce nella sua discesa e si preoccupavano della manutenzione.
Azioni che si ripetevano, in forme non tanto diverse da questa in foto, da migliaia di anni, letteralmente e che come dicevo sopra, hanno caratterizzato Peschiera e comunque le popolazioni dell’acqua in genere.
Questa in foto è stata, tra l’altro, l’ultima stazione di pesca fissa che ha esercitato sul Lago di Garda, proprio a Peschiera.
Qui si pescava prevalentemente l’Anguilla, ma anche la Trota Lacustre in una derivazione che aveva sul suo lato destro.
Proprio i vecchi gestori di questa pesca mi raccontarono che la Trota Lacustre smise di scendere nel sud del lago a deporre proprio verso gli anni ’60, dopo la costruzione dell’Edificio Regolatore del Lago di Garda, la diga di Salionze, in concomitanza, a detta loro, dell’inizio della modifica dei fondali da essa causata.
Era l’inzio di quel cambiamento radicale che, con l’arrivo del Turismo, dei motori marini, delle reti in nylon, ecc…cambiò tutti gli equilibri presenti nell’ecosistema gardesano.
Ho ripescato questa foto in un libretto di fine anni ’70…a vederla così superficialmente magari non dice niente di che, ma a guardarla con un attimo d’attenzione invece ti apre un mondo.