Uno sguardo a Porta Brescia nel 1866
Ancora una volta prendo spunto da una foto di Moritz Lotze, scattata nel 1866, mentre un carro risale il ponte.
Il Lotze la scattò stando di fronte alla cortina Feltrin, da una struttura che allora ancora inglobava il Rivellino, da dove oggi al centro passa la strada che porta alla scuola materna e al campo sportivo.
Approposito, passando a piedi proprio su quella strada verso il campo sportivo, sulla destra, seguendo con lo sguardo la linea del contro bastione di fronte, dove vedete le scalette che scendono sul canale, potete vedere i resti delle mura del rivellino proprio sul terreno della scuola, sarà più facile capire come fosse la continuità della struttura di allora, che inglobava la strada odierna.
La prima cosa comunque che “balza all’occhio” sono gli orti, sotto le mura, a destra e sinistra dei lavatoi alla base della Porta…dall’apparenza un pò incolta magari, ma quelli erano.
Oggi non esistono più, c’è acqua al loro posto.
Infatti, nonostante la bonifica degli anni ’20, lungo le stesse zone notiamo che il livello dell’acqua è molto molto basso e “livellato”, come risultato appunto alla bonifica Poi ci sono i percorsi di ronda delle mura, che come si vede sono liberi da alberi e impedimenti.
Essendo strutture militari dovevano essere funzionali, per muoversi agevolmente con cannoni o armi di varia tipologia.
Ma la cosa ancor più particolare è quel promontorio che si trova dove, più o meno, oggi c’è il parco giochi per bambini sopra il Bastione Tognon.
Era il “cavaliere”, ovvero una postazione rialzata e ogni bastione ne aveva uno.
Quella posizione elevata era infatti perfetta come punto di osservazione.
Era li già dal 1600.
Fu poi “sbancata” insieme alle altre, eccetto per quella del Bastione Cantarane, per alleggerire il carico statico dei terrapieni sulla mura, una volta perse le funzioni militari della fortezza e dopo il crollo del Feltrin avvenuto nel 1935.
Insomma, tra modifiche strutturali, bonifiche, crolli, demolizioni e sbancamenti di terreno, le nostre mura ne hanno viste un pò di tutte i colori in questi cinque secoli…hanno una grande storia ancora da raccontare e per questo cerchiamo di far si che restino “in salute” per almeno altri cinque secoli.
Il Lotze la scattò stando di fronte alla cortina Feltrin, da una struttura che allora ancora inglobava il Rivellino, da dove oggi al centro passa la strada che porta alla scuola materna e al campo sportivo.
Approposito, passando a piedi proprio su quella strada verso il campo sportivo, sulla destra, seguendo con lo sguardo la linea del contro bastione di fronte, dove vedete le scalette che scendono sul canale, potete vedere i resti delle mura del rivellino proprio sul terreno della scuola, sarà più facile capire come fosse la continuità della struttura di allora, che inglobava la strada odierna.
La prima cosa comunque che “balza all’occhio” sono gli orti, sotto le mura, a destra e sinistra dei lavatoi alla base della Porta…dall’apparenza un pò incolta magari, ma quelli erano.
Oggi non esistono più, c’è acqua al loro posto.
Infatti, nonostante la bonifica degli anni ’20, lungo le stesse zone notiamo che il livello dell’acqua è molto molto basso e “livellato”, come risultato appunto alla bonifica Poi ci sono i percorsi di ronda delle mura, che come si vede sono liberi da alberi e impedimenti.
Essendo strutture militari dovevano essere funzionali, per muoversi agevolmente con cannoni o armi di varia tipologia.
Ma la cosa ancor più particolare è quel promontorio che si trova dove, più o meno, oggi c’è il parco giochi per bambini sopra il Bastione Tognon.
Era il “cavaliere”, ovvero una postazione rialzata e ogni bastione ne aveva uno.
Quella posizione elevata era infatti perfetta come punto di osservazione.
Era li già dal 1600.
Fu poi “sbancata” insieme alle altre, eccetto per quella del Bastione Cantarane, per alleggerire il carico statico dei terrapieni sulla mura, una volta perse le funzioni militari della fortezza e dopo il crollo del Feltrin avvenuto nel 1935.
Insomma, tra modifiche strutturali, bonifiche, crolli, demolizioni e sbancamenti di terreno, le nostre mura ne hanno viste un pò di tutte i colori in questi cinque secoli…hanno una grande storia ancora da raccontare e per questo cerchiamo di far si che restino “in salute” per almeno altri cinque secoli.