Loc. Broglie,1845…un’istantanea della vita di allora
1845…
Allora era questa la veduta dalle colline della località Broglie, almeno è questa che Giuseppe Canella (1788–1857) vide e interpretò in questo dipinto.
Vi è una strada che degrada dolcemente verso Peschiera del Garda e dall’inizio delle morbide Colline Moreniche si vede il Garda, praticamente tutta la sua parte sud-ovest.
Bellissima è la prospettiva della penisola di Sirmione, sopra essa il golfo di Desenzano e sotto Punta Grò…mentre il sole sembra riflettere sull’acqua, calando a ovest.
Guardando bene la foto si vede in lontananza un’imbarcazione che naviga a vela mentre, bene a fuoco in basso al centro delle persone, di cui si notano i particolari dell’abbigliamento, camicia, gilet e l’immancabile cappello.
C’è anche una carrozza che viene probabilmente verso Ponti s/M e un cavallo o un asino invece che scendono nel senso opposto, entrambi con carichi…oltre a due cani lungo la strada.
Sembrano vestiti eleganti, decorosi, corrispondenti ad una “moda”.
Se poi guardo le foto di inizio ‘900, quando i manovali scavavano per rinforzare i basamenti delle mura di Peschiera immersi fino alle ginocchia nel fango, che ho pubblicato su un mio vecchio articolo visibile cliccando: https://bit.ly/3QHIDlR (I Grandi Lavori degli anni ’20 / cat. Peschiera del Garda), mi rendo conto che questo, alla fine, era un abbigliamento “da lavoro”, in cui si riconosce anche grande dignità e decoro.
Anche il Malfer, descrivendo i pescatori ad inizio del secolo scorso, accampati a pranzare con della polenta sulle rive del Garda dopo una battuta di pesca al Carpione, fa notare come, nonostante fosse gente poverissima, con toppe e abiti sdruciti, cercavano sempre di mantenere un minimo di dignità…anche se, sempre secondo il Malfer, sembravano, quando avvolti nei loro pastrani, come “gente paleolitica risorta…”.
Mi piacciono molto queste opere, questa in particolare del Lago di Garda e della località delle Broglie a Peschiera, in quanto credo possa essere assimilata al pari di un’opera vedutista, ovvero quel genere pittorico basato proprio sulla rappresentazione di vedute e di panorami, in cui la cura del dettaglio si basa sulla rappresentazione della realtà…che distinse il Canaletto a Venezia, per esempio.
Guardando le sue opere infatti, sembra di sfogliare un album di foto in HD di Venezia, ma del ‘700…in effetti sono come delle istantanee che hanno potuto “congelare” un attimo di vita di una volta.
Guardare con attezione questa foto, che come detto sembra aver fotografato un istante della realtà di due secoli fa, può anche essere un’occasione per riflettere su ciò che era e ciò che è…su ciò che siamo stati, che siamo e magari saremo.
A ma piace molto riflettere in tal senso…e per questo ho voluto condividere con voi questa immagine che potete trovare sul libro “Siede Peschiera bello e forte arnese” di Franco Prospero, che consiglio vivamente di acquistare.
Allora era questa la veduta dalle colline della località Broglie, almeno è questa che Giuseppe Canella (1788–1857) vide e interpretò in questo dipinto.
Vi è una strada che degrada dolcemente verso Peschiera del Garda e dall’inizio delle morbide Colline Moreniche si vede il Garda, praticamente tutta la sua parte sud-ovest.
Bellissima è la prospettiva della penisola di Sirmione, sopra essa il golfo di Desenzano e sotto Punta Grò…mentre il sole sembra riflettere sull’acqua, calando a ovest.
Guardando bene la foto si vede in lontananza un’imbarcazione che naviga a vela mentre, bene a fuoco in basso al centro delle persone, di cui si notano i particolari dell’abbigliamento, camicia, gilet e l’immancabile cappello.
C’è anche una carrozza che viene probabilmente verso Ponti s/M e un cavallo o un asino invece che scendono nel senso opposto, entrambi con carichi…oltre a due cani lungo la strada.
Sembrano vestiti eleganti, decorosi, corrispondenti ad una “moda”.
Se poi guardo le foto di inizio ‘900, quando i manovali scavavano per rinforzare i basamenti delle mura di Peschiera immersi fino alle ginocchia nel fango, che ho pubblicato su un mio vecchio articolo visibile cliccando: https://bit.ly/3QHIDlR (I Grandi Lavori degli anni ’20 / cat. Peschiera del Garda), mi rendo conto che questo, alla fine, era un abbigliamento “da lavoro”, in cui si riconosce anche grande dignità e decoro.
Anche il Malfer, descrivendo i pescatori ad inizio del secolo scorso, accampati a pranzare con della polenta sulle rive del Garda dopo una battuta di pesca al Carpione, fa notare come, nonostante fosse gente poverissima, con toppe e abiti sdruciti, cercavano sempre di mantenere un minimo di dignità…anche se, sempre secondo il Malfer, sembravano, quando avvolti nei loro pastrani, come “gente paleolitica risorta…”.
Mi piacciono molto queste opere, questa in particolare del Lago di Garda e della località delle Broglie a Peschiera, in quanto credo possa essere assimilata al pari di un’opera vedutista, ovvero quel genere pittorico basato proprio sulla rappresentazione di vedute e di panorami, in cui la cura del dettaglio si basa sulla rappresentazione della realtà…che distinse il Canaletto a Venezia, per esempio.
Guardando le sue opere infatti, sembra di sfogliare un album di foto in HD di Venezia, ma del ‘700…in effetti sono come delle istantanee che hanno potuto “congelare” un attimo di vita di una volta.
Guardare con attezione questa foto, che come detto sembra aver fotografato un istante della realtà di due secoli fa, può anche essere un’occasione per riflettere su ciò che era e ciò che è…su ciò che siamo stati, che siamo e magari saremo.
A ma piace molto riflettere in tal senso…e per questo ho voluto condividere con voi questa immagine che potete trovare sul libro “Siede Peschiera bello e forte arnese” di Franco Prospero, che consiglio vivamente di acquistare.