Punta San Vigilio
La bellezza di Punta San Vigilio…
Effettivamente non saprei da dove e come cominciare per raccontarla nel modo corretto.
Come si dice: “E’ DAVVERO TANTA ROBA”.
Probabilmente risulta pure riduttivo affermare che San Vigilio rappresenta qualcosa di unico.
E’ unica anche la sua geologia, in quanto costituita da una roccia calcarea molto particolare, che prende addirittura il suo nome, ovvero: “oolite di San Vigilio”.
Un materiale usato, tra le altre cose, dalla Serenissima Repubblica di Venezia, per costruire parte della fortezza rinascimentale di Peschiera del Garda mentre, in epoca risorgimentale, fornì il materiale per erigere la Torre di San Martino della Battaglia.
La cava in loc. Sentrémole, da cui furono estratte queste pietre, oggi si chiama…Baia delle Sirene.
Senza scendere troppo in dettagli storici, credo che una delle prime cose da fare, a mio parere, è vedere Punta San Vigilio visitandola dal Lago.
Io l’ho fatto varie volte…e forse proprio in questa stagione, nelle giornate di sole, come nella foto che ho scattato in barca due anni fa, se ne coglie la bellezza assoluta.
Molti conoscono ciò che J.W.Goethe scrisse vedendo il Lago di Garda nel suo “Italienische Reise”, quando restò meravigliato da tanta bellezza rafforzando così, nell’immaginario del mondo germanico, l’ideale di bellezza del Garda.
Bellissimo inoltre ciò che scrisse il pittore tedesco Hans Thoma, circa un secolo e mezzo dopo Goethe, arrivando sul Garda:
“𝘓𝘢 𝘷𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘱𝘢𝘦𝘴𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘥𝘢𝘭𝘭’𝘢𝘭𝘵𝘰, 𝘯𝘦𝘭 𝘱𝘶𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘪𝘭 𝘭𝘢𝘨𝘰 𝘣𝘭𝘶, 𝘤𝘪𝘳𝘤𝘰𝘯𝘥𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘳𝘪𝘱𝘪𝘥𝘦 𝘮𝘰𝘯𝘵𝘢𝘨𝘯𝘦, 𝘴𝘪 𝘴𝘱𝘪𝘯𝘨𝘦 𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘭𝘢 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘶𝘳𝘢, 𝘦’ 𝘶𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘤𝘦𝘯𝘢𝘳𝘪 𝘱𝘪𝘶’ 𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘤𝘰𝘭𝘢𝘳𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘪 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘢𝘯𝘰 𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘢𝘳𝘦, 𝘴𝘦𝘮𝘣𝘳𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘢 𝘴𝘪 𝘴𝘪𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘤𝘦𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘢 𝘲𝘶𝘪 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘰 𝘴𝘱𝘭𝘦𝘯𝘥𝘰𝘳𝘦 𝘱𝘪𝘦𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘴𝘰𝘭𝘦 𝘮𝘦𝘳𝘪𝘥𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦…”
Il Garda non veniva infatti visto semplicemente come un Lago, ma come un mare…dove non è solo la vista a perdersi nella sua vastità, ma anche la ricchezza storica risulta “senza fine”.
Del mare il Garda inoltre mostra i colori blu intensi, mostrandosi come un fiordo norvegese nella parte nord e un mare, ampio e vasto, a sud.
San Vigilio è lì in mezzo, quasi a tirare una linea immaginaria, insieme a Sirmione, tra queste due facce, tanto belle quanto diverse.
Una linea immaginaria in superficie, che diventa più che reale sott’acqua, grazie la dorsale subacquea San Vigilio -Grotte, che ho descritto in un altro articolo dal titolo: “Il Cuore del Lago di Garda…tra storia e Ittiofauna”.
Studiando un pò risulta evidente quanto la bellezza del Lago di Garda, sia stata decantata sin dai tempi antichi…e la “moderna” promozione turistica, che oggi deve competere con molte altre destinazioni internazionali ha, pensandoci bene, un ulteriore asso nella manica dal valore incalcolabile, che si chiama “STORIA”.
Basta rispolverarla.
Si può dire tranquillamente che il Lago di Garda abbia tanta storia quanta bellezza…e viceversa.
Consiglio il libro di Fabio Gaggia: “Punta San Vigilio, patrimonio ideale dell’umanità”.
Effettivamente non saprei da dove e come cominciare per raccontarla nel modo corretto.
Come si dice: “E’ DAVVERO TANTA ROBA”.
Probabilmente risulta pure riduttivo affermare che San Vigilio rappresenta qualcosa di unico.
E’ unica anche la sua geologia, in quanto costituita da una roccia calcarea molto particolare, che prende addirittura il suo nome, ovvero: “oolite di San Vigilio”.
Un materiale usato, tra le altre cose, dalla Serenissima Repubblica di Venezia, per costruire parte della fortezza rinascimentale di Peschiera del Garda mentre, in epoca risorgimentale, fornì il materiale per erigere la Torre di San Martino della Battaglia.
La cava in loc. Sentrémole, da cui furono estratte queste pietre, oggi si chiama…Baia delle Sirene.
Senza scendere troppo in dettagli storici, credo che una delle prime cose da fare, a mio parere, è vedere Punta San Vigilio visitandola dal Lago.
Io l’ho fatto varie volte…e forse proprio in questa stagione, nelle giornate di sole, come nella foto che ho scattato in barca due anni fa, se ne coglie la bellezza assoluta.
Molti conoscono ciò che J.W.Goethe scrisse vedendo il Lago di Garda nel suo “Italienische Reise”, quando restò meravigliato da tanta bellezza rafforzando così, nell’immaginario del mondo germanico, l’ideale di bellezza del Garda.
Bellissimo inoltre ciò che scrisse il pittore tedesco Hans Thoma, circa un secolo e mezzo dopo Goethe, arrivando sul Garda:
“𝘓𝘢 𝘷𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘱𝘢𝘦𝘴𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘥𝘢𝘭𝘭’𝘢𝘭𝘵𝘰, 𝘯𝘦𝘭 𝘱𝘶𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘪𝘭 𝘭𝘢𝘨𝘰 𝘣𝘭𝘶, 𝘤𝘪𝘳𝘤𝘰𝘯𝘥𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘳𝘪𝘱𝘪𝘥𝘦 𝘮𝘰𝘯𝘵𝘢𝘨𝘯𝘦, 𝘴𝘪 𝘴𝘱𝘪𝘯𝘨𝘦 𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘭𝘢 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘶𝘳𝘢, 𝘦’ 𝘶𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘤𝘦𝘯𝘢𝘳𝘪 𝘱𝘪𝘶’ 𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘤𝘰𝘭𝘢𝘳𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘪 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘢𝘯𝘰 𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘢𝘳𝘦, 𝘴𝘦𝘮𝘣𝘳𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘢 𝘴𝘪 𝘴𝘪𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘤𝘦𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘢 𝘲𝘶𝘪 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘰 𝘴𝘱𝘭𝘦𝘯𝘥𝘰𝘳𝘦 𝘱𝘪𝘦𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘴𝘰𝘭𝘦 𝘮𝘦𝘳𝘪𝘥𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦…”
Il Garda non veniva infatti visto semplicemente come un Lago, ma come un mare…dove non è solo la vista a perdersi nella sua vastità, ma anche la ricchezza storica risulta “senza fine”.
Del mare il Garda inoltre mostra i colori blu intensi, mostrandosi come un fiordo norvegese nella parte nord e un mare, ampio e vasto, a sud.
San Vigilio è lì in mezzo, quasi a tirare una linea immaginaria, insieme a Sirmione, tra queste due facce, tanto belle quanto diverse.
Una linea immaginaria in superficie, che diventa più che reale sott’acqua, grazie la dorsale subacquea San Vigilio -Grotte, che ho descritto in un altro articolo dal titolo: “Il Cuore del Lago di Garda…tra storia e Ittiofauna”.
Studiando un pò risulta evidente quanto la bellezza del Lago di Garda, sia stata decantata sin dai tempi antichi…e la “moderna” promozione turistica, che oggi deve competere con molte altre destinazioni internazionali ha, pensandoci bene, un ulteriore asso nella manica dal valore incalcolabile, che si chiama “STORIA”.
Basta rispolverarla.
Si può dire tranquillamente che il Lago di Garda abbia tanta storia quanta bellezza…e viceversa.
Consiglio il libro di Fabio Gaggia: “Punta San Vigilio, patrimonio ideale dell’umanità”.