L’identità di Peschiera del Garda, tra stabilimenti ittiogenici e remiera…
𝙐𝙣𝙖 𝙛𝙤𝙩𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙖 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙖 𝙫𝙞𝙨𝙩𝙖 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙚𝙢𝙗𝙧𝙖 𝙙𝙞𝙧𝙚 𝙣𝙪𝙡𝙡𝙖 𝙙𝙞 𝙘𝙝𝙚…
…ma questi operai, cappello di paglia, “pico e baila” alla mano, stavano costruendo quello che fu l’ultimo stabilimento ittiogenico rimasto attivo a Peschiera del Garda, diventato poi sede dell’attuale Associazione Remiera Peschiera a.s.d.
La foto non ha una data precisa, almeno che io sappia.
Si vedono i Setteponti attuali, quindi certamente siamo dopo il 1947, anno dell’inaugurazione.
Inoltre, dalla rifrangenza dei paramenti del ponte, che brillano al sole, come la sponda sul sinistra Mincio (lato destro nella foto), pare che il tutto abbia ancora una “pulizia” tale da far desumere non sia passato troppo tempo dai lavori di ripristino post bellico.
In aggiunta mi sembra di scorgere ancora i lavori dell’attuale lungolago Bonomi, visibili, anche se molto sfuocati, sotto gli archi del ponte sulla destra…lavori proprio di fine ‘anni 40, come riportato nel libro “𝙋𝙚𝙨𝙘𝙝𝙞𝙚𝙧𝙖 𝙚’ 𝙂𝙧𝙖𝙯𝙞𝙤𝙨𝙖 𝙚 𝘽𝙚𝙡𝙡𝙖” di Franco Prospero e Giorgio Capone, da cui proviene questa foto.
Se oggi ci mettessimo davanti alla Remiera Peschiera, sul suo pontile, proprio con lo sguardo rivolto con questa prospettiva, facendo un salto indietro nel tempo, ma non oltre il primo ottobre del 1944, potremo rivedere lì davanti 4 piccole isolette, molto vicine tra loro, collocate nel mezzo dell’alveo del Mincio, molto a ridosso dell’attuale ponte.
Su queste isolette vi erano dei mulini e il 𝐑𝐞𝐠𝐢𝐨 𝐒𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐈𝐭𝐭𝐢𝐨𝐠𝐞𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐏𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢𝐞𝐫𝐚, chiamato allora da tutti “il capannone di Peschiera”.
Era una succursale del Regio Stabilimento Ittiogenico di Brescia, voluto dall’allora Presidente del Consiglio e Ministro Giuseppe Zanardelli, un nome che sul Lago di Garda probabilmente evoca subito un’immagine, ovvero quella della motonave G.Zanardelli, costruita nel 1903, a cui Navigarda ha intitolato proprio uno dei suoi mezzi più prestigiosi.
Davanti a quelle isolette, restando sempre fermi nel nostro punto d’osservazione avremo visto, qualche decina di metri più avanti degli attuali Setteponti, un ponte doppio, monumentale, di colore bianco…un ponte che fungeva anche da diga e sbarramento in grado, pensate, di salvare la città di Mantova dalle piene del Fiume Po.
Infatti il ponte doppio Asburgico (1854-1944), poteva calare delle paratie tra le sue “luci”, in grado di ridurre sensibilmente o sbarrare la derivazione idrica dal Garda verso valle, evitando così che i “rigurgiti” del Fiume Po, quando in piena, si potessero sommare pericolosamente alle portate del Mincio all’interno dei laghi di Mantova, evitandone così l’esondazione.(𝘢𝘭𝘭𝘰𝘳𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘦𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘷𝘢 𝘭’𝘌𝘥𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪𝘰 𝘙𝘦𝘨𝘰𝘭𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘎𝘢𝘳𝘥𝘢 – 𝘥𝘪𝘨𝘢 𝘥𝘪 𝘚𝘢𝘭𝘪𝘰𝘯𝘻𝘦).
Chissà se qualche materiale di recupero del ponte Asburgico, dopo il suo bombardamento, venne riutilizzato nel costruire l’edificio, oggi attuale Remiera…chissà, magari era lì tra i materiali depositati sulla sponda, visibili in foto; del resto non era certo una prassi tanto strana ai tempi, anzi.
Ma, anche se così non fosse, quest’edificio conserva tantissima storia tra le sue mura.
Al suo interno infatti, negli anni in cui fu operativo, vennero fatte schiudere milioni di uova e liberati nel Lago di Garda altrettanti avannotti di varie specie: Carpioni, Lavarelli, Lucci, ecc…inoltre l’impianto ittiogenico venne visitato da centinaia di bambini e bambine delle scuole di Peschiera e paesi limitrofi, a scopo didattico.
Attualmente accoglie ogni anno centinaia di ragazzi e ragazze i quali, grazie all’attività remiera a stretto contatto con l’acqua, mi piace pensare tengano ancora viva l’anima e l’identità di questo stabile, ovvero essere a servizio e parte del Lago di Garda…oltre che parte della storia e di quella lunga tradizione arilicense legata, con radici profonde, alla “cultura dell’acqua”.
…ma questi operai, cappello di paglia, “pico e baila” alla mano, stavano costruendo quello che fu l’ultimo stabilimento ittiogenico rimasto attivo a Peschiera del Garda, diventato poi sede dell’attuale Associazione Remiera Peschiera a.s.d.
La foto non ha una data precisa, almeno che io sappia.
Si vedono i Setteponti attuali, quindi certamente siamo dopo il 1947, anno dell’inaugurazione.
Inoltre, dalla rifrangenza dei paramenti del ponte, che brillano al sole, come la sponda sul sinistra Mincio (lato destro nella foto), pare che il tutto abbia ancora una “pulizia” tale da far desumere non sia passato troppo tempo dai lavori di ripristino post bellico.
In aggiunta mi sembra di scorgere ancora i lavori dell’attuale lungolago Bonomi, visibili, anche se molto sfuocati, sotto gli archi del ponte sulla destra…lavori proprio di fine ‘anni 40, come riportato nel libro “𝙋𝙚𝙨𝙘𝙝𝙞𝙚𝙧𝙖 𝙚’ 𝙂𝙧𝙖𝙯𝙞𝙤𝙨𝙖 𝙚 𝘽𝙚𝙡𝙡𝙖” di Franco Prospero e Giorgio Capone, da cui proviene questa foto.
Se oggi ci mettessimo davanti alla Remiera Peschiera, sul suo pontile, proprio con lo sguardo rivolto con questa prospettiva, facendo un salto indietro nel tempo, ma non oltre il primo ottobre del 1944, potremo rivedere lì davanti 4 piccole isolette, molto vicine tra loro, collocate nel mezzo dell’alveo del Mincio, molto a ridosso dell’attuale ponte.
Su queste isolette vi erano dei mulini e il 𝐑𝐞𝐠𝐢𝐨 𝐒𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐈𝐭𝐭𝐢𝐨𝐠𝐞𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐏𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢𝐞𝐫𝐚, chiamato allora da tutti “il capannone di Peschiera”.
Era una succursale del Regio Stabilimento Ittiogenico di Brescia, voluto dall’allora Presidente del Consiglio e Ministro Giuseppe Zanardelli, un nome che sul Lago di Garda probabilmente evoca subito un’immagine, ovvero quella della motonave G.Zanardelli, costruita nel 1903, a cui Navigarda ha intitolato proprio uno dei suoi mezzi più prestigiosi.
Davanti a quelle isolette, restando sempre fermi nel nostro punto d’osservazione avremo visto, qualche decina di metri più avanti degli attuali Setteponti, un ponte doppio, monumentale, di colore bianco…un ponte che fungeva anche da diga e sbarramento in grado, pensate, di salvare la città di Mantova dalle piene del Fiume Po.
Infatti il ponte doppio Asburgico (1854-1944), poteva calare delle paratie tra le sue “luci”, in grado di ridurre sensibilmente o sbarrare la derivazione idrica dal Garda verso valle, evitando così che i “rigurgiti” del Fiume Po, quando in piena, si potessero sommare pericolosamente alle portate del Mincio all’interno dei laghi di Mantova, evitandone così l’esondazione.(𝘢𝘭𝘭𝘰𝘳𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘦𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘷𝘢 𝘭’𝘌𝘥𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪𝘰 𝘙𝘦𝘨𝘰𝘭𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘎𝘢𝘳𝘥𝘢 – 𝘥𝘪𝘨𝘢 𝘥𝘪 𝘚𝘢𝘭𝘪𝘰𝘯𝘻𝘦).
Chissà se qualche materiale di recupero del ponte Asburgico, dopo il suo bombardamento, venne riutilizzato nel costruire l’edificio, oggi attuale Remiera…chissà, magari era lì tra i materiali depositati sulla sponda, visibili in foto; del resto non era certo una prassi tanto strana ai tempi, anzi.
Ma, anche se così non fosse, quest’edificio conserva tantissima storia tra le sue mura.
Al suo interno infatti, negli anni in cui fu operativo, vennero fatte schiudere milioni di uova e liberati nel Lago di Garda altrettanti avannotti di varie specie: Carpioni, Lavarelli, Lucci, ecc…inoltre l’impianto ittiogenico venne visitato da centinaia di bambini e bambine delle scuole di Peschiera e paesi limitrofi, a scopo didattico.
Attualmente accoglie ogni anno centinaia di ragazzi e ragazze i quali, grazie all’attività remiera a stretto contatto con l’acqua, mi piace pensare tengano ancora viva l’anima e l’identità di questo stabile, ovvero essere a servizio e parte del Lago di Garda…oltre che parte della storia e di quella lunga tradizione arilicense legata, con radici profonde, alla “cultura dell’acqua”.