Attivazione Galleria Adige-Garda, un doveroso comunicato stampa
Dopo l’ampia disinformazione generatasi ancora una volta a seguito dell’apertura, il 31 ottobre scorso, della Galleria Adige-Garda, ho emesso questo comunicato stampa come Vice Presidente della Comunità del Garda per evidenziare e spiegare ulteriormente quelli che ritengo essere punti fondamentali.
“Con la presente intendo rimarcare, ancora una volta, la posizione della Comunità del Garda in merito all’attivazione della Galleria Adige Garda.
Questo comunicato si rende necessario in quanto credo si sia ormai oltrepassato il limite varie volte, attraverso commenti e posizioni ideologiche irricevibili e offensive, pubblicate sui social, da alcune persone che, evidentemente, non conoscono come funziona questo sistema idraulico ne i motivi per cui è stato realizzato.
E quindi mio dovere chiarire ancora una volta quale sia la funzione di questo sistema(scolmatore), ovvero salvare persone, garantendo loro l’incolumità in caso di piene potenzialmente distruttive del Fiume Adige.
L’apertura della Galleria Adige Garda risulta quindi essere “l’estrema ratio” nel momento in cui il fiume, sorpassando determinati limiti idrometrici sanciti nell’accordo interregionale vigente di utilizzo siglato del 2002, in concomitanza di condizioni meteo particolarmente avverse, rischia di mettere in pericolo l’incolumità delle persone.
È evidente quindi che la Comunità del Garda non può che essere a favore dell’apertura di detta galleria, quando vi siano però i presupposti sopracitati, che non sono quindi solo discrezionali, ma seguono quella procedura basata sull’accordo di utilizzo sopra citato.
Ricordo inoltre che, rispetto la modalità di apertura indicata nell’accordo interregionale di utilizzo del 2002, è stata utilizzata l’esperienza condotta dal Genio Civile di Verona da parte dell’allora dirigente ing. Federico Menna che ha gestito la galleria durante la piena del 1966.
Proprio in quei periodi il Fiume Adige raggiunse livelli e portate che superarono anche quelle distruttive di fine ‘800, con la differenza però, rispetto ad allora, che l’attivazione della Galleria Adige Garda fu in grado di ridurne drasticamente l’impatto sulla città ed il Polesine, salvandole entrambe.
Questo per ribadire che la città di Verona ed i territori a sud di essa, risultano protetti proprio dall’attivazione di questo sistema idraulico e dall’accordo interregionale che ne disciplina l’apertura e chiusura.
Una volta terminata l’emergenza e scongiurati quindi i pericoli per Verona e tutti i territori interessati, rimane la questione Lago di Garda che, in virtù proprio di questa galleria, diventa di fatto quando in emergenza un enorme ed efficiente bacino di laminazione (espansione), di cui oggi tanto si parla.
Il lago di Garda però è per prima cosa un ecosistema, un habitat e una riserva d’acqua idro-potabile, la più importante e strategica d’Italia e vitale per molti comuni gardesani che attingono ad essa per approvigionamento idrico potabile.
Quindi credo sia doveroso, rispettando la corretta scala di priorità, in cui la vita umana ovviamente ed indiscutibilmente viene per prima, valutare anche definitivamente e una volta per tutte, quali siano gli impatti di queste immissioni nel Lago di Garda, senza che una cosa pregiudichi l’altra.
Questo al fine di poter definire cosa succede nel breve, medio e lungo termine nel Garda e per poter affrontare, di conseguenza e con rigore scientifico soprattutto, eventuali azioni di mitigazione, in caso doverose.
Mi auguro che le future attivazioni della Galleria Adige Garda risultino più chiare ed indiscutibili, rispetto la precedente del 31 ottobre scorso.
Ritengo inoltre doveroso che, come già espresso nel Contratto di Lago sottoscritto da tutti i sindaci gardesani nel 2019, vi sia un rappresentante della Comunità del Garda all’interno della cabina di regia della Galleria.
Questo rappresentante non avrà ovviamente una funzione decisionale (se aprire o meno) in quanto questa deve essere presa e assunta da tecnici specializzati e soprattutto titolati, ma piuttosto di informazione e collegamento diretto con i sindaci dei territori gardesani, potendo così comunicare direttamente modalità e tempistiche dell’attivazione.
Non é più accettabile infatti che i sindaci gardesani non siani messi preventivamente al corrente, dagli organi competenti, rispetto ciò che coinvolge i territori da loro amministrati.
Il Lago di Garda si sacrifica quando serve per una nobile causa e di questo siamo fieri; va quindi portato il massimo rispetto e la massima attenzione a questo territorio e si chiede alle istituzioni sovra comunali la massima attenzione e collaborazione in tal senso”.
“Con la presente intendo rimarcare, ancora una volta, la posizione della Comunità del Garda in merito all’attivazione della Galleria Adige Garda.
Questo comunicato si rende necessario in quanto credo si sia ormai oltrepassato il limite varie volte, attraverso commenti e posizioni ideologiche irricevibili e offensive, pubblicate sui social, da alcune persone che, evidentemente, non conoscono come funziona questo sistema idraulico ne i motivi per cui è stato realizzato.
E quindi mio dovere chiarire ancora una volta quale sia la funzione di questo sistema(scolmatore), ovvero salvare persone, garantendo loro l’incolumità in caso di piene potenzialmente distruttive del Fiume Adige.
L’apertura della Galleria Adige Garda risulta quindi essere “l’estrema ratio” nel momento in cui il fiume, sorpassando determinati limiti idrometrici sanciti nell’accordo interregionale vigente di utilizzo siglato del 2002, in concomitanza di condizioni meteo particolarmente avverse, rischia di mettere in pericolo l’incolumità delle persone.
È evidente quindi che la Comunità del Garda non può che essere a favore dell’apertura di detta galleria, quando vi siano però i presupposti sopracitati, che non sono quindi solo discrezionali, ma seguono quella procedura basata sull’accordo di utilizzo sopra citato.
Ricordo inoltre che, rispetto la modalità di apertura indicata nell’accordo interregionale di utilizzo del 2002, è stata utilizzata l’esperienza condotta dal Genio Civile di Verona da parte dell’allora dirigente ing. Federico Menna che ha gestito la galleria durante la piena del 1966.
Proprio in quei periodi il Fiume Adige raggiunse livelli e portate che superarono anche quelle distruttive di fine ‘800, con la differenza però, rispetto ad allora, che l’attivazione della Galleria Adige Garda fu in grado di ridurne drasticamente l’impatto sulla città ed il Polesine, salvandole entrambe.
Questo per ribadire che la città di Verona ed i territori a sud di essa, risultano protetti proprio dall’attivazione di questo sistema idraulico e dall’accordo interregionale che ne disciplina l’apertura e chiusura.
Una volta terminata l’emergenza e scongiurati quindi i pericoli per Verona e tutti i territori interessati, rimane la questione Lago di Garda che, in virtù proprio di questa galleria, diventa di fatto quando in emergenza un enorme ed efficiente bacino di laminazione (espansione), di cui oggi tanto si parla.
Il lago di Garda però è per prima cosa un ecosistema, un habitat e una riserva d’acqua idro-potabile, la più importante e strategica d’Italia e vitale per molti comuni gardesani che attingono ad essa per approvigionamento idrico potabile.
Quindi credo sia doveroso, rispettando la corretta scala di priorità, in cui la vita umana ovviamente ed indiscutibilmente viene per prima, valutare anche definitivamente e una volta per tutte, quali siano gli impatti di queste immissioni nel Lago di Garda, senza che una cosa pregiudichi l’altra.
Questo al fine di poter definire cosa succede nel breve, medio e lungo termine nel Garda e per poter affrontare, di conseguenza e con rigore scientifico soprattutto, eventuali azioni di mitigazione, in caso doverose.
Mi auguro che le future attivazioni della Galleria Adige Garda risultino più chiare ed indiscutibili, rispetto la precedente del 31 ottobre scorso.
Ritengo inoltre doveroso che, come già espresso nel Contratto di Lago sottoscritto da tutti i sindaci gardesani nel 2019, vi sia un rappresentante della Comunità del Garda all’interno della cabina di regia della Galleria.
Questo rappresentante non avrà ovviamente una funzione decisionale (se aprire o meno) in quanto questa deve essere presa e assunta da tecnici specializzati e soprattutto titolati, ma piuttosto di informazione e collegamento diretto con i sindaci dei territori gardesani, potendo così comunicare direttamente modalità e tempistiche dell’attivazione.
Non é più accettabile infatti che i sindaci gardesani non siani messi preventivamente al corrente, dagli organi competenti, rispetto ciò che coinvolge i territori da loro amministrati.
Il Lago di Garda si sacrifica quando serve per una nobile causa e di questo siamo fieri; va quindi portato il massimo rispetto e la massima attenzione a questo territorio e si chiede alle istituzioni sovra comunali la massima attenzione e collaborazione in tal senso”.