A che velocità si stà “insabbiando” il Lago di Garda?
A che velocità si sta “𝙞𝙣𝙨𝙖𝙗𝙗𝙞𝙖𝙣𝙙𝙤” il lago di Garda?
Come l’incidente di 𝘾𝙝𝙚𝙧𝙣𝙤𝙗𝙮𝙡 ha a che fare con questa misurazione?
Sono domande un po’ strane, lo capisco…ma le risposte sono davvero interessanti, ora provo a sintetizzarle.
La sedimentazione si manifesta attraverso i sedimenti che si depositano sul fondo tanto da contribuire, strato su strato-anno dopo anno, ad “insabbiare” lentamente il Lago di Garda.
Questo fenomeno naturale, presente da sempre, continuerà finchè il Lago che conosciamo oggi cesserà d’esistere…anche e soprattutto a causa del rimepimento graduale, tra le altre cose, del suo fondale.
Ciò che oggi possiamo valutare di questo fenomeno sono i valori della sedimentazione che si attestano, per i punti esaminati di Desenzano Peschiera e Toscolano, rispettivamente a circa 1 cm/anno, 0,6 cm/anno e 0,33 cm/anno.
Questo significa che il totale del materiale particolato che annualmente si deposita per ogni metro quadrato di fondale varia tra 924 a 2200 gr a Desenzano, da 702 a 1360 gr a Peschiera e da 675 a 825 gr a Toscolano.
Credo sia interessante sapere, ed ecco la risposta alla seconda domanda che ho posto all’inizio, che questi risultati sono stati individuati come conseguenza all’incidente nucleare di Chernobyl ed il suo fall-out.
Ebbene sì…strano anche questo vero?
In estrema sintesi, con il metodo Cs-137 (che è appunto un radionuclide artificiale prodotto a seguito dell’incidente di Chernobyl) si è potuto identificare in molti laghi del nord Italia la presenza sul fondale di detto radionuclide, arrivato proprio dal fall-out nucleare del 26 aprile 1986.
Questi sedimenti, che non rappresentano un pericolo sia chiaro, hanno permesso di identificare lungo la colonna di fango del fondale lacustre un esatto periodo storico databile e rilevabile, in questo caso, in tutti i laghi/mari esaminati.
Ciò che varia è quindi la presenza in numero di questi elementi, non la loro “quota” di sedimentazione.
Un esempio è proprio il nostro Lago di Garda dove la presenza era, a fine anni ’80, 0,4 – 0,5 Bq/g (Bequerel/grammo), mentre nei laghi della Brianza risultava anche 10/20 volte superiore.
Ed ecco che, sapendo quando si è deposto questo materiale, si può trovare il “punto zero” da cui calcolare, sopra di esso, i depositi di sedimenti dopo quella data e di conseguenza poterne identificare così la rata di deposito annuale.
Da questo si evincono i valori di insabbiamento-sedimentazione/annuale sopra esposti.
Sono importanti questi dati?
Si certo…capire e avere ottenuto un calcolo e un quantitativo temporale dei depositi sui fondali gardesani sarà molto utile per i prossimi studi, a distanza ormai di oltre 30 anni da questi che ho studiato, per valutare cosa è cambiato e come, magari mettendo in relazione i nuovi dati con quelli precedenti in relazione anche al clima, temperature, alla qualità delle acque e dei sedimenti in sospensione, ecc…
Credits dati: “Il lago di Garda – Evoluzione trofica e condizioni ambientali attuali”. Redatto per il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea dal Ministero dell’Ambiente, Univ. Milano, Istituto Ambiente Ispra. Giugno 1990.
Come l’incidente di 𝘾𝙝𝙚𝙧𝙣𝙤𝙗𝙮𝙡 ha a che fare con questa misurazione?
Sono domande un po’ strane, lo capisco…ma le risposte sono davvero interessanti, ora provo a sintetizzarle.
La sedimentazione si manifesta attraverso i sedimenti che si depositano sul fondo tanto da contribuire, strato su strato-anno dopo anno, ad “insabbiare” lentamente il Lago di Garda.
Questo fenomeno naturale, presente da sempre, continuerà finchè il Lago che conosciamo oggi cesserà d’esistere…anche e soprattutto a causa del rimepimento graduale, tra le altre cose, del suo fondale.
Ciò che oggi possiamo valutare di questo fenomeno sono i valori della sedimentazione che si attestano, per i punti esaminati di Desenzano Peschiera e Toscolano, rispettivamente a circa 1 cm/anno, 0,6 cm/anno e 0,33 cm/anno.
Questo significa che il totale del materiale particolato che annualmente si deposita per ogni metro quadrato di fondale varia tra 924 a 2200 gr a Desenzano, da 702 a 1360 gr a Peschiera e da 675 a 825 gr a Toscolano.
Credo sia interessante sapere, ed ecco la risposta alla seconda domanda che ho posto all’inizio, che questi risultati sono stati individuati come conseguenza all’incidente nucleare di Chernobyl ed il suo fall-out.
Ebbene sì…strano anche questo vero?
In estrema sintesi, con il metodo Cs-137 (che è appunto un radionuclide artificiale prodotto a seguito dell’incidente di Chernobyl) si è potuto identificare in molti laghi del nord Italia la presenza sul fondale di detto radionuclide, arrivato proprio dal fall-out nucleare del 26 aprile 1986.
Questi sedimenti, che non rappresentano un pericolo sia chiaro, hanno permesso di identificare lungo la colonna di fango del fondale lacustre un esatto periodo storico databile e rilevabile, in questo caso, in tutti i laghi/mari esaminati.
Ciò che varia è quindi la presenza in numero di questi elementi, non la loro “quota” di sedimentazione.
Un esempio è proprio il nostro Lago di Garda dove la presenza era, a fine anni ’80, 0,4 – 0,5 Bq/g (Bequerel/grammo), mentre nei laghi della Brianza risultava anche 10/20 volte superiore.
Ed ecco che, sapendo quando si è deposto questo materiale, si può trovare il “punto zero” da cui calcolare, sopra di esso, i depositi di sedimenti dopo quella data e di conseguenza poterne identificare così la rata di deposito annuale.
Da questo si evincono i valori di insabbiamento-sedimentazione/annuale sopra esposti.
Sono importanti questi dati?
Si certo…capire e avere ottenuto un calcolo e un quantitativo temporale dei depositi sui fondali gardesani sarà molto utile per i prossimi studi, a distanza ormai di oltre 30 anni da questi che ho studiato, per valutare cosa è cambiato e come, magari mettendo in relazione i nuovi dati con quelli precedenti in relazione anche al clima, temperature, alla qualità delle acque e dei sedimenti in sospensione, ecc…
Credits dati: “Il lago di Garda – Evoluzione trofica e condizioni ambientali attuali”. Redatto per il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea dal Ministero dell’Ambiente, Univ. Milano, Istituto Ambiente Ispra. Giugno 1990.