Una finestra per guardare indietro nel tempo
Queste due foto in b/n, dei primi del ‘900, sono come una finestra da dove guardare indietro nel tempo…
La prima in alto a sinistra immortala un momento della costruzione della Gardesana Orientale nel tratto Malcesine-Torbole, inaugurata tra il 1929-1930, mentre quella in fianco è una carbonaia attiva nell’Alto Garda nel 1922…un “industria del fuoco” che si estendeva dalla cottura dei coppi, alla produzione della calce, fino alla cottura dei mattoni.
Proprio dai mattoni la mia immaginazione vola indietro nel tempo fino a 500 anni fa, quando a Peschiera del Garda, tra le loc.
Massoni, Volponi e giù verso le Fornaci, avremmo visto alzarsi alte colonne di fumo proprio da quelle fornaci che, con una modalità simile a questa foto, cuocevano i mattoni partendo dal legname che ancora restava della Selva Lucana e dal terreno argilloso, usato come impasto, di quella che oggi è la zona “cru” del Lugana, per soddisfare l’enorme richiesta dettata dalla costruzione della fortezza rinascimentale di Peschiera del Garda.
Di quelle fornaci oggi restano degli avvallamenti nel terreno mentre i mattoni prodotti ancora fanno da scudo, dopo cinque secoli, proteggendo la fortezza.
Ma non è tutto…il materiale dei salienti della fortezza veneziana (le parti angolari), i basamenti in marmo/pietra, così come le porte d’accesso, arrivavano dalla cava di San Vigilio, oggi Baia delle Sirene, da cui si estraeva una roccia particolare, l’Oolite di San Vigilio, un impasto di sabbie formato da piccole sfere di calcite (ooliti), dal greco “oos=uovo” e “lithos=pietra”.
Ecco che i capitani delle navi, probabilmente simili a questa nella prima foto, da San Vigilio veleggiavano verso Peschiera seguendo come rotta forse proprio quelle colonne di fumo che si alzavano dalle fornaci, allora in piena attività.
Il bello è che, circa 300 anni dopo la costruzione della fortezza di Peschiera, sempre da San Vigilio, avremmo visto nuovamente delle navi veleggiare, questa volta però verso Desenzano, per portare quel materiale estratto dalla cava con cui venne costruita la Torre di San Martino della Battaglia (1880-1893).
Questa è solo una delle tante storie che il Lago di Garda può raccontare.
La prima in alto a sinistra immortala un momento della costruzione della Gardesana Orientale nel tratto Malcesine-Torbole, inaugurata tra il 1929-1930, mentre quella in fianco è una carbonaia attiva nell’Alto Garda nel 1922…un “industria del fuoco” che si estendeva dalla cottura dei coppi, alla produzione della calce, fino alla cottura dei mattoni.
Proprio dai mattoni la mia immaginazione vola indietro nel tempo fino a 500 anni fa, quando a Peschiera del Garda, tra le loc.
Massoni, Volponi e giù verso le Fornaci, avremmo visto alzarsi alte colonne di fumo proprio da quelle fornaci che, con una modalità simile a questa foto, cuocevano i mattoni partendo dal legname che ancora restava della Selva Lucana e dal terreno argilloso, usato come impasto, di quella che oggi è la zona “cru” del Lugana, per soddisfare l’enorme richiesta dettata dalla costruzione della fortezza rinascimentale di Peschiera del Garda.
Di quelle fornaci oggi restano degli avvallamenti nel terreno mentre i mattoni prodotti ancora fanno da scudo, dopo cinque secoli, proteggendo la fortezza.
Ma non è tutto…il materiale dei salienti della fortezza veneziana (le parti angolari), i basamenti in marmo/pietra, così come le porte d’accesso, arrivavano dalla cava di San Vigilio, oggi Baia delle Sirene, da cui si estraeva una roccia particolare, l’Oolite di San Vigilio, un impasto di sabbie formato da piccole sfere di calcite (ooliti), dal greco “oos=uovo” e “lithos=pietra”.
Ecco che i capitani delle navi, probabilmente simili a questa nella prima foto, da San Vigilio veleggiavano verso Peschiera seguendo come rotta forse proprio quelle colonne di fumo che si alzavano dalle fornaci, allora in piena attività.
Il bello è che, circa 300 anni dopo la costruzione della fortezza di Peschiera, sempre da San Vigilio, avremmo visto nuovamente delle navi veleggiare, questa volta però verso Desenzano, per portare quel materiale estratto dalla cava con cui venne costruita la Torre di San Martino della Battaglia (1880-1893).
Questa è solo una delle tante storie che il Lago di Garda può raccontare.