Rimboschimento e Selva Lucana…boschi persi e recuperati
Quello che si nota da queste due foto a confronto, scattate nello stesso punto sopra Torbole (TN) a distanza di decenni, è come siano aumentati alberi e zone vegetate rispetto una volta, nonostante l’aumento dell’urbanizzazione.
E’ un fenomeno misurabile, i dati infatti parlano di un aumento importante della forestazione in Italia, negli ultimi 80 anni addirittura di circa +75% ( dati ricavati dal gruppo di lavoro formato da Istat, Crea, Carabinieri Forestali e Sisef, coordinato dalla Direzione generale Foreste del Ministero delle Politiche Agricole – 2020).
Oggi queste aree verdi occupano ben 11,4 milioni di ettari, quasi il 40% della superficie nazionale, dove 9,6 milioni sono foreste e 1,8 milioni altre aree boscate.
Non fanno eccezione le aree gardesane dove si è assistito ad un fenomeno simile come dimostra, seppur solo in parte, questa foto.
L’uso minore della legna come propollente industriale e civile e l’attività agricola in zone meno impervie hanno permesso ai boschi di riappropiarsi dei loro spazi.
Per alcune aree del Garda è stato certamente così, ma non ovunque…infatti una grande area boschiva era presente anche nella parte sud del Lago di Garda ed era la Selva Lucana.
Dal suo disboscamento/bonifica da parte della Serenissima Repubblica di Venezia, a cavallo del 1400, anche se ancora nel 1600 era descritta come “bosco orridissimo”, si sono ricavati i terreni per le coltivazioni agricole da cui oggi si ricava il Vino Lugana DOC grazie all’uva Turbiana, una variante locale del Trebbiano.
La Selva Lucana era quindi un’ampia area boschiva, ricca di acquitrini e con un terreno particolare, composto in maggioranza da argille bianche e calcari.
Un area boschiva compresa tra Peschiera, Sirmione e Desenzano che si estendeva poi verso sud…probabilmente simile al “monumento naturale della zona umida “San Francesco”, un’area protetta di circa 10 ettari, nel Comune di Desenzano d/G, istituita dalla Regione Lombardia con D.g.r.
1/10/2008 n.8/8136 allo scopo di tutelare un territorio di alto valore naturalistico e pregio paesaggistico, con ben 124 differenti specie vegetali e una ricca fauna.
Visitando l’oasi, soprattutto in estate (vi invito a farlo e lascerò il link a fine testo) si entra in ambiente che subito regala una sensazione di fresco, aria pulita, esattamente l’inverso che all’esterno; ma a prescindere dalla stagione si entra in un “ambiente parallelo” a quello a cui siamo abituati.
Ed ecco che attraverso una visita guidata, magari in compagnia di Fabio Gravellone (che è stato la mia guida appunto), si può immaginare di fare un salto indietro nel tempo a prima delle bonifiche, visualizzando così facilmente un ambiente naturale che, seppur scomparso da secoli e consapevoli che non si rigenerà di certo come avvenuto altrove, ancora rivive in questa piccola oasi…”provare per credere”.
www.oasisanfrancescodelgarda.it
E’ un fenomeno misurabile, i dati infatti parlano di un aumento importante della forestazione in Italia, negli ultimi 80 anni addirittura di circa +75% ( dati ricavati dal gruppo di lavoro formato da Istat, Crea, Carabinieri Forestali e Sisef, coordinato dalla Direzione generale Foreste del Ministero delle Politiche Agricole – 2020).
Oggi queste aree verdi occupano ben 11,4 milioni di ettari, quasi il 40% della superficie nazionale, dove 9,6 milioni sono foreste e 1,8 milioni altre aree boscate.
Non fanno eccezione le aree gardesane dove si è assistito ad un fenomeno simile come dimostra, seppur solo in parte, questa foto.
L’uso minore della legna come propollente industriale e civile e l’attività agricola in zone meno impervie hanno permesso ai boschi di riappropiarsi dei loro spazi.
Per alcune aree del Garda è stato certamente così, ma non ovunque…infatti una grande area boschiva era presente anche nella parte sud del Lago di Garda ed era la Selva Lucana.
Dal suo disboscamento/bonifica da parte della Serenissima Repubblica di Venezia, a cavallo del 1400, anche se ancora nel 1600 era descritta come “bosco orridissimo”, si sono ricavati i terreni per le coltivazioni agricole da cui oggi si ricava il Vino Lugana DOC grazie all’uva Turbiana, una variante locale del Trebbiano.
La Selva Lucana era quindi un’ampia area boschiva, ricca di acquitrini e con un terreno particolare, composto in maggioranza da argille bianche e calcari.
Un area boschiva compresa tra Peschiera, Sirmione e Desenzano che si estendeva poi verso sud…probabilmente simile al “monumento naturale della zona umida “San Francesco”, un’area protetta di circa 10 ettari, nel Comune di Desenzano d/G, istituita dalla Regione Lombardia con D.g.r.
1/10/2008 n.8/8136 allo scopo di tutelare un territorio di alto valore naturalistico e pregio paesaggistico, con ben 124 differenti specie vegetali e una ricca fauna.
Visitando l’oasi, soprattutto in estate (vi invito a farlo e lascerò il link a fine testo) si entra in ambiente che subito regala una sensazione di fresco, aria pulita, esattamente l’inverso che all’esterno; ma a prescindere dalla stagione si entra in un “ambiente parallelo” a quello a cui siamo abituati.
Ed ecco che attraverso una visita guidata, magari in compagnia di Fabio Gravellone (che è stato la mia guida appunto), si può immaginare di fare un salto indietro nel tempo a prima delle bonifiche, visualizzando così facilmente un ambiente naturale che, seppur scomparso da secoli e consapevoli che non si rigenerà di certo come avvenuto altrove, ancora rivive in questa piccola oasi…”provare per credere”.
www.oasisanfrancescodelgarda.it