Il Persico Reale
Il Persico Reale “perca fluviatilis”…un pesce veramente bello della famiglia dei percidi, dalla livrea tigrata e colori sgargianti.
Un pesce dalle origini oscure e controverse diciamo, la sua presenza nel Garda non ha una datazione certa, potrebbe essere presente nel Garda già da metà del ‘700, quando arrivò dall’Europa centrale e dall’Asia in Svizzera.
Prima della seconda guerra mondiale il Persico Reale era davvero raro e occasionale nel Garda, tanto che il Malfer lo considerava estinto agli inizi del XX sec, ma successivamente, probabilmente per immissioni artificiali, sul Lago d’Idro era abbondantissimo per esempio, la sua popolazione aumentò in modo considerevole arrivando a fornire una buona resa per la pesca professionistica per tutti gli anni 50 e 60, per poi praticamente scomparire.
Questo pesce è stato protagonista quindi di fluttuazioni numeriche della sua popolazione davvero significative, dovute a fattori che si spiegano, solo in parte però, con la pesca intensiva e con la distruzione progressiva del suo habitat, lasciando presumere la presenza di altri fattori che ne determinano incremento e decremento ancora non ben spiegati. Insomma è un pesce buon testimone, in un certo qual modo, dell’incidenza del fattore umano, nel bene e nel male, rispetto un habitat.
Per esempio nel 1982 e 1983, per reintrodurre il Persico Reale nel Garda, la FIPS (Federazione Italiana Pesca Sportiva) sez. di Verona, con le provincie di Brescia e Verona costruirono delle legnaie, ovvero delle strutture in legno fatte con rami, per ricreare le zone idonee alla posa delle uova di questo pesce, che depone da 100.000 a 220.000 uova per kg di peso corporeo, generando filamenti collosi in cui sono contenute queste uova, agganciate prevalentemente ad alghe e vegetazione sul fondale.
In queste legnaie subacquee vennero collocate le uova di persico prelevate dalla diga di Valvestino.
Anche le tecniche usate nell’incubatoio di Bardolino si rivelarono idonee e molte furono le schiuse, con gli avannotti che furono alimentati artificialmente a plancton, pesce fresco macinato e oligocheti.
Questi sforzi non produssero l’aumento sperato al fine di arrivare ai livelli di pescosità degli anni 50/60, quando se ne pescavano mediamente circa dalle 30 alle 25 tonnellate annue.
Comunque oggi la popolazione del Persico Reale nel Garda non è rara, è presente e occupa evidentemente una sua nicchia ecologica.
Questo pesce, negli anni ’80, interessava ittiologi come Enzo Oppi che, vedendo l’aumentare del numero dei Ciprinidi come diretta conseguenza del processo crescente di eutrofizzazione nel Garda, auspicava l’aumento appunto del Persico, come del Luccio e della Trota per controllare l’aumento di questi Ciprinidi, trasformando così, come diceva spesso, carni di scarsa qualità in ottima qualità.
Il Persico Reale è un pesce molto buono da mangiare, ottimi sono i suoi filetti fritti ed è anche una preda ambita per molti pescatori sportivi.
Sarebbe davvero interessante capire la sua biomassa attuale nel Garda e la sua capacità di riproduzione autonoma…per questo la speranza è che la volontà di scoprire e studiare meglio il Garda a 360° porti a breve termine fondi ed investimenti interregionali volti a codificare alcune dinamiche biologiche gardesane che ancora oggi, nonostante tutto, risultano indecifrabili…Grazie Alex Adami per queste magnifiche foto scattate nel Lago di Garda.#contrattodilagodelgarda