La qualità delle acque e la meso oligotrofia gardesana
L’oligotrofia…per un ambiente acquatico è una situazione caratterizzata da scarsità di elementi nutritivi disciolti.
Il Lago di Garda fino a fine ‘800, primi ‘900, si classificava come un bacino iper-oligotrofico, ovvero come un Lago con scarsità di elementi nutritivi, quindi anche con una presenza ittica rapportata a tale disponibilità, di fatto non abbondante.
Perché questo ragionamento?
Il motivo è presto detto, la settimana scorsa ho indetto, attraverso la Comunità del Garda, una prima riunione interregionale tra gli assessorati alla pesca della Regione Veneto, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento e la Fondazione Edmund Mach, per aprire un tavolo di lavoro con lo scopo di ordinare e normare finalmente molte delle annose problematiche del Garda, unendo così la parte scientifica con la parte politica.
Nei miei post precedenti, #contrattodilagodelgarda, ho sempre parlato dell’identità del Lago di Garda e l’oligotrofia è certamente il primo concetto che la definisce.
Giusto per fare un esempio, circa 30/35 anni fa la presenza di fosforo disciolto nel Lago di Garda aveva raggiunto livelli di guardia, ci si avviava allora verso una condizione che, dalla già meso-oligotrofia (evoluzione in negativo dell’oligotrofia) generatasi nei decenni precedenti, faceva intravedere l’evoluzione verso l’eutrofia. L’eutrofia identifica il degrado di un ecosistema acquatico, dovuto alla massiccia presenza di elementi nutritivi disciolti, principalmente azoto e fosforo.
Questi sali disciolti sono in grado di generare una massiccia presenza algale e ittica, inducendo fenomeni di consumo di ossigeno sempre maggiore, che si genera dalla conseguente decomposizione biologica sui fondali, determinando, tra altre cose, anche un forte calo della presenza ittica, dapprima divenuta abbondante.
Questo quadro è stato scongiurato e parzialmente invertito da quando il depuratore e collettore, attualmente in funzione a Peschiera del Garda, è entrato in attività depurando la quasi totalità dei reflui del Garda, per entrambe le regioni.
Seppur con grandi difficoltà è riuscito ad arrestare la tendenza verso l’eutrofizzazione, riducendo ad oggi della metà il fosforo totale disciolto, per esempio.
Oggi il Garda è una “perla” rispetto i restanti laghi italiani ed europei per la qualità delle sue acque e non lo dico in modo campanilistico, ma attraverso i dati e le testimonianze degli scienziati e ricercatori che si confrontano con la comunità scientifica internazionale. Tutto questo ragionamento per provare a spiegare, seppur in modo semplice e spero non eccessivamente noioso che il Lago di Garda ha una sua “natura/identità”, che è l’oligotrofia e non possiamo certo ignorare questa condizione pretendendo che sia sempre, per esempio, pieno di pesce per la pesca oppure sempre con livelli idrici adatti per le esigenze turistiche e/o agricole, ecc…non si può certo pensare di ignorare determinate questioni biologiche, dando corso e valore solo alle proprie esigenze particolari e di parte.
Il Garda va studiato in modo globale, partendo dalla sua storia biologica necessariamente affiancata anche alla sua storia evolutiva “antropica”, al fine di produrre norme realmente di aiuto a questo Lago, che possano soddisfare le esigenze di tutti, comprese quelle del Lago stesso, spesso ignorate.
Questo è quanto è emerso dall’incontro interregionale presso la Comunità del Garda e da questo punto partiremo con il tavolo di lavoro che incontrerà tutti i “portatori di interesse” del Garda, nessun escluso.
L’interazione tra economia turistica, pesca e ambiente è assolutamente possibile, ma bisogna “essere sul pezzo”, studiare a fondo ed intervenire con regole e linee guida chiare e lungimiranti.
In Europa il 53% dei laghi sono divenuti eutrofici (www.lescienze.it), sul Garda con il progetto del nuovo collettore e il Contratto di Lago, rafforzato da questo neo tavolo di coordinamento interregionale, possiamo decisamente andare in controtendenza…questo stà accadendo attraverso la consapevolezza della politica, dei pescatori sportivi e professionisti, degli imprenditori del comparto turistico e di tutti noi gardesani.
Ad ognuno la responsabilità di capire e agire conseguentemente.