La storia del lago diventato palude.
Cosa accomuna il lago di Loppio (TN), già Lago di Sant’Andrea, con il Lago di Garda?
Lo Scolmatore, ovvero la Galleria Adige-Garda.
Un’opera di ingegneria idraulica che iniziò il primo marzo del 1939 e si concluse 20 anni dopo.
Ecco che proprio sotto il lago di Loppio, che si trova in linea esattamente nel mezzo tra l’Adige ad est e il Garda ad ovest, passa questa galleria artificiale, nata appunto per scaricare nel Garda le piene del Fiume Adige e proteggere i territori a valle della stessa, come la città di Verona.
Lungo il Fiume Adige, all’altezza di Mori, c’è una chiusa costruita dentro lo spessore della montagna, ben visibile dall’Autostrada A22 Brennero-Modena in direzione Verona, ecco, quella è la “porta” di entrata delle acque dell’Adige in questo tunnel lungo 10 km che, con un dislivello di 100mt, porta l’acqua direttamente a Torbole per scaricarla nel Lago di Garda.
Entrò in funzione per la prima volta sessant’anni fa, il 17 novembre del 1960, portando nel Garda 70.000.000 di metri cubi di acqua del Fiume Adige.
Proprio il 4 novembre del 1966, mentre l’Arno esondava a Firenze provocando il disastro rimasto famoso nella storia italiana anche per il grande lavoro svolto da tutti i volontari ribattezzati “Angeli del Fango”, la Galleria Adige-Garda si aprí per la quarta volta dalla sua entrata in funzione, salvando Verona e il basso trentino dalla piena dell’Adige…Firenze non fu cosí “fortunata”.
Proprio questo sistema idraulico sotterraneo, teorizzato già nel settecento da un cartografo della Serenissima Repubblica, ha la capacità di “scaricare” le ondate di piena del Fiume Adige direttamente nel Lago di Garda, in quanto bacino con una grande capacità di laminazione, al fine di evitare possibili esondazioni a valle, dimuendo così il livello di piena del fiume.
Infatti Verona fu gravemente danneggiata nei secoli dall’Adige, l’ultima ondata ad essere stata devastante per la città porta la data del 1882, ma da quando la galleria o scolmatore come dir si voglia, è entrato in funzione, non si sono più verificati eventi simili.
Un esempio emblematico fu proprio il 4 novembre del 1966, quando lo Scolmatore raggiunse la sua massima portata idrica in uscita nel Garda, con 495 metri cubi al secondo, sfiorando il limite massimo di utilizzo fissato a 500, per scongiurare quello che era ormai si delineava come un disastro annunciato.
Non fu mai più raggiunta tale portata da allora, anche se per altre emergenze entrò in funzione ancora sette volte.
L’ultima apertura risale al 29 ottobre 2018.
Pensate che quando l’edificio regolatore del Lago di Garda (diga di Salionze) é aperto al massimo della sua portata scarica circa 170/180 metri cubi di acqua al secondo.
Quindi come mai il Lago di Loppio oggi é di fatto una palude?
Perché gli scavi sotterranei per realizzare la galleria scolmatore, che passano sotto il lago, ne hanno provocato la scomparsa…svuotando un lago che aveva una profondità massima di circa 4/5mt e una superfice di 600.000metri quadrati.
Il Loppio così rimase senz’acqua a causa delle infiltrazioni e del conseguente sprofondamento delle sue falde freatiche durante le perforazioni e gli scavi della galleria, a cui si aggiunse l’eliminazione delle sue sorgenti e la realizzazione dei canali di drenaggio.
Ma il lago di Loppio ha una particolarità.
Nonostante sia stato completamente stravolto, oggi di fatto non si può più considerare un vero lago, la natura ha saputo riconsegnargli comunque una dignità, diventando il più importante biotopo del Trentino, un ecosistema quindi unico in cui vivono particolari specie animali e vegetali, oltre che un sito archeologico.
Questo lago porta inoltre con sè un importante ed epico evento storico che lo lega ulteriormente al Lago di Garda.
Dalle sue acque infatti passarono le Galee della Serenissima Repubblica di Venezia, trasportate fino al Garda dal Mar Adriatico, passando per il Fiume Adige, con una opera ingegneristica che anche oggi farebbe letteralmente impallidire la più importante società di trasporti…era il 1439 e l’impresa passò alla storia con il nome “Galeas per Montes”.
É davvero incredibile come, ovunque volgi lo sguardo sul Lago di Garda, si possa trovare un legame così stretto tra la storia e l’ambiente naturale.
Questa è Cultura dell’Acqua che, soprattutto per noi gardesani, dovrebbe essere parte del nostro bagaglio culturale e identitario.
Lo Scolmatore, ovvero la Galleria Adige-Garda.
Un’opera di ingegneria idraulica che iniziò il primo marzo del 1939 e si concluse 20 anni dopo.
Ecco che proprio sotto il lago di Loppio, che si trova in linea esattamente nel mezzo tra l’Adige ad est e il Garda ad ovest, passa questa galleria artificiale, nata appunto per scaricare nel Garda le piene del Fiume Adige e proteggere i territori a valle della stessa, come la città di Verona.
Lungo il Fiume Adige, all’altezza di Mori, c’è una chiusa costruita dentro lo spessore della montagna, ben visibile dall’Autostrada A22 Brennero-Modena in direzione Verona, ecco, quella è la “porta” di entrata delle acque dell’Adige in questo tunnel lungo 10 km che, con un dislivello di 100mt, porta l’acqua direttamente a Torbole per scaricarla nel Lago di Garda.
Entrò in funzione per la prima volta sessant’anni fa, il 17 novembre del 1960, portando nel Garda 70.000.000 di metri cubi di acqua del Fiume Adige.
Proprio il 4 novembre del 1966, mentre l’Arno esondava a Firenze provocando il disastro rimasto famoso nella storia italiana anche per il grande lavoro svolto da tutti i volontari ribattezzati “Angeli del Fango”, la Galleria Adige-Garda si aprí per la quarta volta dalla sua entrata in funzione, salvando Verona e il basso trentino dalla piena dell’Adige…Firenze non fu cosí “fortunata”.
Proprio questo sistema idraulico sotterraneo, teorizzato già nel settecento da un cartografo della Serenissima Repubblica, ha la capacità di “scaricare” le ondate di piena del Fiume Adige direttamente nel Lago di Garda, in quanto bacino con una grande capacità di laminazione, al fine di evitare possibili esondazioni a valle, dimuendo così il livello di piena del fiume.
Infatti Verona fu gravemente danneggiata nei secoli dall’Adige, l’ultima ondata ad essere stata devastante per la città porta la data del 1882, ma da quando la galleria o scolmatore come dir si voglia, è entrato in funzione, non si sono più verificati eventi simili.
Un esempio emblematico fu proprio il 4 novembre del 1966, quando lo Scolmatore raggiunse la sua massima portata idrica in uscita nel Garda, con 495 metri cubi al secondo, sfiorando il limite massimo di utilizzo fissato a 500, per scongiurare quello che era ormai si delineava come un disastro annunciato.
Non fu mai più raggiunta tale portata da allora, anche se per altre emergenze entrò in funzione ancora sette volte.
L’ultima apertura risale al 29 ottobre 2018.
Pensate che quando l’edificio regolatore del Lago di Garda (diga di Salionze) é aperto al massimo della sua portata scarica circa 170/180 metri cubi di acqua al secondo.
Quindi come mai il Lago di Loppio oggi é di fatto una palude?
Perché gli scavi sotterranei per realizzare la galleria scolmatore, che passano sotto il lago, ne hanno provocato la scomparsa…svuotando un lago che aveva una profondità massima di circa 4/5mt e una superfice di 600.000metri quadrati.
Il Loppio così rimase senz’acqua a causa delle infiltrazioni e del conseguente sprofondamento delle sue falde freatiche durante le perforazioni e gli scavi della galleria, a cui si aggiunse l’eliminazione delle sue sorgenti e la realizzazione dei canali di drenaggio.
Ma il lago di Loppio ha una particolarità.
Nonostante sia stato completamente stravolto, oggi di fatto non si può più considerare un vero lago, la natura ha saputo riconsegnargli comunque una dignità, diventando il più importante biotopo del Trentino, un ecosistema quindi unico in cui vivono particolari specie animali e vegetali, oltre che un sito archeologico.
Questo lago porta inoltre con sè un importante ed epico evento storico che lo lega ulteriormente al Lago di Garda.
Dalle sue acque infatti passarono le Galee della Serenissima Repubblica di Venezia, trasportate fino al Garda dal Mar Adriatico, passando per il Fiume Adige, con una opera ingegneristica che anche oggi farebbe letteralmente impallidire la più importante società di trasporti…era il 1439 e l’impresa passò alla storia con il nome “Galeas per Montes”.
É davvero incredibile come, ovunque volgi lo sguardo sul Lago di Garda, si possa trovare un legame così stretto tra la storia e l’ambiente naturale.
Questa è Cultura dell’Acqua che, soprattutto per noi gardesani, dovrebbe essere parte del nostro bagaglio culturale e identitario.